Sala piena e generale soddisfazione alla fine. Che non significa uniformità di vedute, ma solo (non è comunque poco) rilievo comune dell’utilità di una discussione per via delle maggiori informazioni che ciascuno si è portato a casa, che gli permetteranno più elementi di valutazione. Parliamo della fusione Enìa-Iride. Il Comune di Castelnovo ne’ Monti – lo sottolinea il sindaco Gian Luca Marconi in apertura – è l’unico in tutte le province “coperte” da Enìa (la nostra e quelle di Parma e Piacenza) che abbia promosso, in verità non senza la “spinta” di un gruppo di suoi giovani cittadini interessati a capire qualcosa di più dell’operazione in corso, un’assemblea pubblica su un argomento che nel capoluogo montano è stato nei giorni scorsi anche motivo di polemiche.
All’ingresso Mattia Rontevroli, diventato de facto un po’ il portavoce del gruppo di ragazzi che si è posto come interlocutore degli amministratori, distribuisce volantini (vedi) con alcune note sulla questione e una serie di domande, destinate ad essere uno degli argomenti della serata. Sala consiliare quasi completamente piena nei posti a sedere, con anche un paio di telecamere – su questo aspetto stavolta non c’è stato da dire nulla, dato che c’era il permesso-accordo preventivo.
L’ing. Roberto Paterlini illustra l’operazione societaria che porterà alla fusione delle due cosiddette multiutilities, che copriranno un territorio, tra Torino, Genova e l’Emilia occidentale, che comprenderà circa 6 milioni di persone. Nascerà una nuova azienda, il cui nome ancora non si conosce, che avrà sede legale nel nostro capoluogo provinciale, Reggio Emilia (con sedi operative dislocate in ciascun’altra città). Capoluogo, il nostro, che esprimerà pure, all’interno del futuro comitato esecutivo, la figura del direttore generale. La presidenza toccherà naturalmente alla capitale del Piemonte.
Dubbi e perplessità sull’operazione e richieste di “prendersi il tempo necessario per valutare a meglio tutti gli elementi” vengono espressi da più parti, anche se, nelle repliche, Paterlini rileva, a suo dire, “alcune inesattezze” da parte di chi interviene “e forse scarsa informazione”. Ma non solo nei presenti stasera: “Anche sulla stampa capita di leggere cose sbagliate sull’argomento”.
Perché la scelta di Iride e non di Hera (l’altra simile azienda della nostra regione) come partner? Ragioni diverse, dice Paterlini, direttore generale delle reti ambiente Enìa, tra cui “la complementarietà dei servizi”. “L’unione con Iride garantirà quell’approvvigionamento di prodotti energetici di cui abbiamo bisogno anche per sganciarci dalla roulette dei rubinetti russi”. “Per stare sul mercato in modo più competitivo abbiamo bisogno di allargarci per cercare di fare nuovi investimenti. E in ogni caso unirsi serve anche per incidere: rimanendo piccoli non si va da nessuna parte”.
Alessandro Govi, sindaco di Busana, aveva ad esempio rilevato che avrebbe forse avuto più linearità un percorso del genere (l'opzione Hera), “dato anche che è proprio la regione l’ente competente in queste materie”. “Anch’io sull’argomento sono molto combattuto e stasera sono venuto ad ascoltare per approfondirlo e capire meglio. Rendo pubblici i miei dubbi. Più grandi si compete meglio? Ma secondo me Enìa è già una grande azienda; vuole diventare grandissima? Credo che mantenere un profilo come quello attuale sarebbe stato preferibile; ed in ogni caso io sarei per aspettare e prendere tempo per le successive decisioni”. “In ogni caso – esce quindi con realismo – credo che l’adesione alla fine sarà un atto di responsabilità degli amministratori verso i propri cittadini”.
Paterlini, facendo un’unica piccola osservazione extra-tecnica, commenta in seguito che gli “dispiacerebbe vedere Castelnovo, il paese in cui risiedo, decidere di tirarsi fuori; sarebbe un comune un poco più povero”.
Già, l’eventuale diniego di Castelnovo come verrebbe visto? “Anche senza spostare una decisione che di fatto, con le approvazioni già avvenute finora in altri comuni, è già presa, sarebbe certamente un segno di indubbio rilievo in senso politico”. Ma si arriverà davvero a ciò? A occhio sembra difficile, anche se le previsioni devono tenere debito conto delle incertezze che realmente serpeggiano sempre più in ambito anche politico e non più solo a livello di singoli cittadini. E questo è un indubbio merito da ascrivere, a prescindere da quello che sarà il risultato finale, a chi ha permesso con la propria azione “di disturbo” che si svolgesse questa serata di informazione e riflessione. L’ipotesi che sembra più “gettonata” sarebbe quella di cercare se possibile di prendere tempo per sviscerare di più e meglio tutta la questione. Ipotesi che però pare cozzare decisamente contro il timing (l’inglese imperversa!! – si tratta della scaletta dei tempi delle varie fasi fissate per arrivare a portare in fondo l’impresa) presentato da Paterlini.
Vittorio Ruffini: “L’operazione mi pare più di ‘potere’ che di sviluppo pro cittadinanza. Ci penserei, come Consiglio comunale, ad approvare questa fusione”.
Marconi: “La preoccupazione che l’azienda rimanga dei comuni e dei cittadini è ben presente”.
Umberto Gianferrari: “Servono esperti addetti alla valutazione dell’operazione, che però non siano di provenienza Enìa, altrimenti siamo al punto di partenza”.
Molto politico l’intervento di Luigi Bizzarri, che ha sostenuto che in generale, citando altri esempi, “la linea è quella delle privatizzazioni. Ma anche Obama, negli Stati Uniti, sta invertendo la rotta, entrando con capitale pubblico in società private”. Chiari i riferimenti agli sconquassi finanziari e alle operazioni “allegre” di certi personaggi e certi istituti bancari che hanno contribuito ad innescare la crisi finanziario-economico globale presente. “Il futuro è fosco”, enuncia Bizzarri. “Non noto particolare sensibilità ed attenzione per i risvolti ambientali quanto, piuttosto, per il business”. Nella fattispecie Bizzarri dice di trovare “deboli le garanzie” e che qui si prenderà “tra pochi anni” questa stessa strada verso la ricerca del profitto in primo luogo.
Se Luigi Cagni pone il dubbio che ad Enìa verrà sfilato qualcosa ed esprime preoccupazione per l’allontanarsi dei centri decisionali, la collega di gruppo ("Misto") in Consiglio comunale a Castelnovo ne’ Monti Liana Gatti chiede invece nella sostanza “cosa ci guadagneranno gli utenti: le bollette alla fine come saranno? Questo interessa ai cittadini”.
Fabio Bezzi, vicesindaco castelnovese, rimarcando l’utilità della riunione, afferma che “a differenza di altre volte la decisione che sarò chiamato ad esprimere come amministratore quando la questione arriverà in aula per la votazione non sarà all’insegna dell’entusiasmo”. “Anche per la complessità della materia e la conseguente difficoltà a comprenderla bene”.
Anche Robertino Ugolotti versa nel piatto della discussione un appunto politico: “Sono contento almeno che s’indebolirà il monopolio (appunto politico, ndr) reggiano. In ogni caso il peso del nostro Consiglio, come di altri, è ininfluente”. Su questo aspetto si è soffermato pure Bizzarri, che ha spiegato questo suo convincimento (video - 15,5 MB).
La nostra redazione ha chiesto a Paterlini cosa pensa del cittadino che diffida di grandi aggregazioni (come questa), cui non sempre riesce facile comprendere scopi e utilità pratica, che vengono giustificate con la necessità, come abbiamo visto, di “stare sul mercato”, mentre poi spesso tante attività che si "allontanano" dal territorio servito hanno mostrato talvolta anche spiacevoli rovesci della medaglia (la cronaca insegna): ecco la sua risposta (video - 8,86 MB).
Abbiamo poi chiesto, al termine, alcune valutazioni al sindaco Marconi (video - 15,4 MB) e a Mattia Rontevroli (video - 4,65 MB), che in chiusura si è, quasi francescanamente, appellato agli amministratori perché “si prendano tutto il tempo che occorre per salvaguardare quel grande tesoro che è l’acqua”.
Un servizio sempre migliore!
Complimenti a @CRedacon#C che ha permesso, attraverso i contributi video all’articolo, di sentire i commenti dalle vive voci di alcuni dei partecipanti. Una bella iniziativa che speriamo avrà il seguito e l’apprezzamento che merita.
(Celeste Grisendi)
Serata interessante
Tanti dati poco utili e molte parole ben più utili… Ammetto che se prima ero scettico rispetto la fusione ora lo sono molto di più. Tuttavia sono soddisfatto di avere visto la sala consiliare con la presenza attiva dei veri padroni di casa (i cittadini!), che sono stati perlomeno ascoltati. Farò in modo di partecipare ai successivi incontri che si organizzeranno (come anticipato dal sindaco Marconi) per approfondire la questione e per osservare l’approfondimento da parte di chi, per votazione, dovrà poi esprimere formalmente il favore o il non favore alla fusione Iride-Enìa.
Un commento polemico/ironico (che ci vuole sempre, perlomeno per sorriderci un po’ sopra): davvero poco azzeccata l’osservazione di Govi rispetto il nostro pagare “troppo poco” l’acqua.
(Agostino Giovannini)