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Educare per vivere meglio

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Si è tenuto a Roma in questi giorni un convegno organizzato dai salesiani sul “Sistema preventivo e i diritti umani”. Erano presenti oltre quattrocento educatori provenienti da 130 Paesi, dall’Europa all’Asia, all’Africa, alle Americhe. Si è parlato di ragazzi e giovani di tutto il mondo, dove il rettore maggiore dei Salesiani, don Pascual Chàvez, ha sottolineato con viva forza come “l’educazione sia lo strumento più prezioso e importante per la costruzione di una società più giusta e solidale nella quale tutti, soprattutto i più giovani, i più deboli, i più bisognosi, possano guardare con speranza ad un futuro umano degno e felice”.

La nostra epoca, di fatto, assiste invece a fenomeni gravi di esclusione e discriminazione dei minori: 120 milioni di ragazzi e ragazze, dicono le fonti ufficiali dell’ONU, continuano a non avere accesso all’educazione e vivono in paesi afflitti dalle guerre. Degli oltre tre milioni e mezzo di persone morte nei vari conflitti dal 1990 ad oggi, circa la metà sono bambini e bambine, ai quali è stato negato non solo il diritto all’educazione ma lo stesso diritto a vivere.

E’ un’emergenza educativa tragica, scrive il rettore maggiore, “quando il diritto universalmente riconosciuto all’educazione non è garantito, soprattutto in alcuni contesti e paesi in via di sviluppo. Come parlare di diritto all’educazione quando vi sono immense masse di bambini e adolescenti che muoiono di fame in Africa o in Asia, di minorenni venduti e sfruttati sessualmente? Dov’è il diritto all’educazione da parte dei bambini costretti a lavori pesanti all’età di cinque anni nelle miniere, o respirando sostanze tossiche nelle fabbriche di calzature o ripetendo gli stessi gesti durante lunghissime giornate di lavoro alle catene di montaggio, senza imparare nulla ma funzionando semplicemente come pezzi dello stesso ingranaggio di produzione?”.

Che fare? Come salesiani, dove operiamo, siamo portatori del carisma pedagogico che risale a don Bosco, quanto mai attuale e necessario: “Il sistema preventivo”. Esso trova cittadinanza anche in paesi dove gli allievi che frequentano i salesiani sono in maggioranza di altre religioni, accolto e richiesto perché tende all’educare per costruire futuro, attraverso la formazione professionale, la scuola, l’uso intelligente del tempo libero, un rapporto di cuore che valorizza le singole persone, una cultura della vita nel rispetto dei diritti umani.