Mentre l’oratore, Stefano Campani, sta parlando di Giove, un bambino lo interrompe e chiede, con tempismo e pertinenza, notizie di Europa, un satellite (uno dei quattro galileiani) del grande pianeta. Un bambino molto sveglio ed evidentemente già piuttosto avvertito ed interessato alle cose del cielo.
Stefano risponde e accoglie i rilievi del giovanissimo, sottolineando la grande quantità d’acqua che si ritiene possa essere presente sul satellite; un composto che ovviamente tiene desta l’attenzione degli studiosi su esso.
L’osservatorio della Sparavalle – è lì che ieri sera ci trovavamo, nella saletta conferenze stipata di persone – si comincia a muovere efficacemente, ospitando scuole e singoli curiosi, dopo l’inaugurazione ufficiale che si è svolta nello scorso ottobre.
Fuori fa parecchio freddo: la colonnina segna -9° su questo dosso appenninico ovviamente esposto e aperto su tutti gli orizzonti. Ghiaccio e un leggero venticello impediscono purtroppo di fruire del telescopio (la cupola è bloccata dal gelo e il vento di per sé è un cattivo amico dei puntamenti dei corpi celesti), ma la serata era comunque organizzata a prescindere. Partecipavano in massa molti dei turisti che campeggiano nel vicino impianto delle fonti di S. Lucia. Tanti, troppi. Tanto che si sono dovuti stabilire due turni: 20,30 e 22,30. Molto interesse e molte domande.
Soddisfazione dei responsabili, come ci sottolinea il presidente del Gadar (Gruppo astrofili dell’Appennino reggiano che ha sede a Cervarezza) Pietro Campani (papà di Stefano), che comunque invita chi fosse interessato a intervenire alle attività dell’associazione e a farsi avanti. Il Gadar è un'interessante realtà formativa e didattica del nostro territorio, che si nutre della passione dei suoi volontari e che, per migliorarsi e progredire, ha bisogno di forze e sostegno partecipativo.
* * *