Nasce dalle conclusioni della Conferenza economica della montagna il piano di formazione che la Comunità Montana propone alle aziende del territorio nei prossimi mesi con la collaborazione tecnica del Centro Studio e Lavoro La Cremeria. L’azione è rivolta ai titolari e loro diretti collaboratori delle imprese, cioè alle figure apicali e con ruoli decisionali.
Il Centro di Studio e Lavoro "La Cremeria", con la collaborazione dell’ECIPAR, ha studiato e metterà in atto l’azione formativa avvalendosi anche di un operatore della Comunità Montana. L’azione si prevede possa durare fino al prossimo luglio 2009.
Per informazioni: Stefania Guidarini o Eddy Galeotti c/o La Cremeria tel. 0522 576911, e-mail [email protected], sito web www.csl-lacremeria.it.
L’obiettivo è quello di sviluppare, incentivare e rafforzare la capacità che le imprese del territorio hanno di “fare rete” e di intraprendere un percorso unitario di crescita su due fronti specifici: l’innovazione e l’apertura a nuovi mercati.
Si tratta di un'attività complessa che prevede, nella prima fase, una serie di contatti diretti con le aziende per “individuare e condividere le linee di sviluppo strategiche che il territorio dovrà adottare nei prossimi anni e i progetti di investimento più innovativi che possano rappresentare la leva per lo sviluppo” e per “condividere la nuova impostazione della programmazione comunitaria per quanto riguarda la destinazione delle risorse pubbliche: la montagna non più destinataria di risorse esclusive destinate alle aree in ritardo di sviluppo, ma territorio autonomo parificato agli altri che deve accedere alle risorse partendo da un progetto di sviluppo condiviso e coerente con l’identità dei territori”.
La seconda fase prevede incontri seminariali sui temi della internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, sulle tecniche di vendita e di gestione del cliente e sul marketing e la promozione del territorio.
Una terza fase prevede la restituzione dei risultati attraverso un seminario conclusivo.
Siamo alle solite
Io credo che le aziende della montagna – artigiani, commercianti – non possano essere parificati ai loro colleghi che operano in zone centrali, nei pressi dei grandi centri. Da sempre chiedono un trattamento fiscale diversificato, che tenga conto delle innumerevoli spese aggiuntive che altri non hanno: riscaldamento (per un tempo maggiore e relative conseguenze), maggiori spese per trasporti con conseguenze (gasolio, deterioramento dei mezzi, maggior consumo di gomme… ), minor richiesta di prestazioni e servizi vista la popolazione e la clientela sempre in calo. Se però si pensa che la montagna diventi “non più destinata a risorse esclusive per aree in ritardo di sviluppo, ma territorio autonomo parificato agli altri” siamo completamente fuori strada; è pura illusione e deriva da un’analisi non veritiera della realtà.
Credo si debbano chiedere maggiori attenzioni e maggiori risorse per chi veramente investe in montagna agli enti locali e superiori (detassazione, incentivi fiscali, esenzione da Ici, abbattimenti di tassi, investimenti sulla viabilità e trasporti, incentivi a chi assume personale giovane, aiuti e snellimento pratiche di avvio nuove attività… ).
Per questo si fa qualcosa o si continuano a spendere soldi per convegni ed incarichi ad aziende per effettuare studi e ricerche?
Queste sono mie considerazioni, chissà che anche qualcun altro le condivida.
Fabio Leoncelli (attività artigianale a Busana)
La conferenza economica cosa ha deciso?
I fatti che da alcuni mesi avvengono nella nostra montagna lasciano indifferenti gli amministratori che la governano. Vengo a conoscenza che sono stati programmati corsi di formazione per titolari di imprese, collaboratori e figure con ruoli decisionali: per fare che? Con quali finalita? Chi paga? Quali sono gli obiettivi del corso? A quali settori è rivolto? Chi ha scelto l’ente formatore?
Immagino che a questi interrogativi abbia gia risposto l’assessore competente, a cui chiedo di portare l’argomento in discussione nel prossimo Consiglio comunitario. A tale scopo farò pervenire un’interpellanza. Resto sempre piu convinto che questa Comunità montana non serva più a nessuno. C’e bisogno di un segnale di discontinuità, che preveda che tutti gli assessori, presidente compreso, non si ripresentino alle prossime elezioni della Comunità montana. Condivido le osservazioni fatte da Fabio Leoncelli quando afferma che la montagna ha bisogno di sostegno strutturale alle imprese e non di cose inutili.
(Marino Friggeri, Udc Comunità montana)
Concordo
Concordo con quanto sostenuto da Leoncelli. Il tempo delle chiacchiere è finito e servono interventi forti ed urgenti a sostegno delle aziende montane. Il problema è l’assenza di volontà politica. Prova lampante ne è la decisione del Consiglio regionale che ha bocciato la proposta presentata da Fabio Filippi per abolire l’Irap alle aziende della montagna.
Buon anno alla redazione ed ai lettori di Redacon.
(Riccardo Bigoi)
Risposta al sig. Leoncelli
Gentile sig. Leoncelli, per maggior chiarezza la informo che tale iniziativa non è un convegno ma un corso di formazione, che si terrà presso la sede della Comunità montana, aperto a tutte le aziende del territorio montano avente ad oggetto i temi indicati. Per maggiori informazioni sul corso o per partecipare gratuitamente rivolgersi ai nominativi indicati nell’articolo dell’ente “La Cremeria”.
(Commento firmato)
Condivido entrambe le tesi. Con l’occasione ritengo sia opportuno che tutti, dalle aziende fino ai piccolissimi punti vendita delle zone più impervie di montagna, facciano sistema, come si dice in gergo. No alle piccole rivalità improduttive. Vengo spesso a Cerreto e giro tutti i borghi vicini, manca un’attività di marketing “orizzontale” che dia risalto alle vostre molteplici risorse: ben vengano uno o più corsi formativi, ce n’è bisogno!!! Lo sapete che sulla SS 63 non ci sono cartelli pubblicizzanti la località sciistica di Cerreto Laghi? Così come di altre vostre zone… Andate in altre aree: ogni 100 metri c’è un cartello pubblicitario con foto annessa del territorio. Sembrano aspetti secondari ma non lo sono.
Ciao.
(Miriano)