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“Io, Matilde, mi son persa tra presepi”

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CASTELNOVO MONTI (27 dicembre 2008) – Matilde un successo così clamoroso a distanza di Mille anni se lo aspettava?
“Attraverso l’Appennino riscoprono le mie cento pievi, e in tre ci fanno presepi nel Natale del 2008. Dall’alto di quella che è stata la mia gloria non posso che… esserne contenta”.

Sta al gioco Elisa Montruccoli, la paullese (di Casina), presto sugli schermi con un racconto filmico sulla storia del primo ‘formadio’ (13 aprile 1159, registrato nei mesi scorsi e in corso di montaggio). E nel mentre si toglie una soddisfazione: “Mi son percorsa quasi tutta la via dei presepi, lungo il crinale dell’Appennino Tosco Emiliano, tra l’Emilia e la Tuscia, nei luoghi a me cari”.

La “Via dei Presepi” è la riuscita iniziativa della Comunità Montana dell’Appennino Reggiano, svolta in collaborazione col Parco Nazionale dell’Appennino, la provincia di Reggio Emilia, il Consorzio Conva, Enìa, che unisce la via Emilia alle Cinque Terre, all’insegna della tradizione presepiale.

“E’ un calendario di luoghi, mostre, eventi che unisce il cuore di Reggio Emilia, inteso come centro storico, alle Cinque Terre, il versante Padano al mare, – prosegue l’assessore Clementina Santi – secondo l’idea di area vasta che da qualche anno ci accompagna nelle nostre scelte. Comune denominatore è il presepe, un fattore che lega l’identità culturale dei due versanti. Un itinerario unico nel suo genere dove è possibile ammirare mostre di assoluto prestigio accanto a presepi viventi o a cielo aperto nei luoghi più suggestivi, dall’Appennino al mare”.

“Mi son presa un giorno, con 90 cavalli, e ho percorso il mio itinerario – racconta la bella Matilde – e mi sono persa in questo gioco di specchi che con dettagli quasi maniacali riproduce il paesaggio che quotidianamente ci circonda o quello della storia”.
Cosa la ha colpita?
“Beh sicuramente i diorami di Pigozzi a Gazzano, Pavullo, Castelnovo Monti, o di Risi in Ghiara a Reggio. Mi restituiscono la fisionomia dei borghi appenninici che amo. Artisti così ai miei tempi sarebbero stati sicuramente fidi cavalieri”.

E delle sue cento Pievi?
“Mi ha sorpreso la scelta di ambientare il presepe in alcune di queste – risponde l’attrice Matilde-Elisa -. Nella vicina Pavullo, semplice e discreta, ho ritrovato l’umiltà della civiltà contadina della montagna; in quella di Minozzo, oggi piena di colori barocchi, ho scoperto che è per la montagna reggiana quello che la Basilica della Ghiara rappresenta per Reggio: qui c’è un quadro del Tiarini, autore di una pala della Ghiara! Non a caso vi è in esposizione un presepe della tradizione napoletana, così colmo di cromatismi e arte del mediterranea. E nella Pieve di San Paolo di Fivizzano, austera e severe come la pieve romanica di quando era bambina. Qui c’è un presepe toscano d’altri tempi. Un tuffo al cuore”.

Perché?
“Perché in questa chiesa così è possibile riscoprire, tra i capitelli zoomorfi la linearità delle statue di Lando Landi della scuola toscana, non a caso lo scorso anno era ospitata a Piazza Navona e ha goduto della visita di papa Benedetto XVI. E’ un omaggio al Papa. Una figura cui sono legata e che, ancora cardinale, ha scelto di venire a vedere il mio castello 900 anni dopo Gregorio VII”.
Oltre tredici le mostre e i presepi inseriti in questo programma, tra Emilia, Toscana e Liguria. Appuntamenti tra panorami unici dintorno, come il paesaggio che si intravede dalle vetrate della Chiesa di Montalto, in quel di Vezzano sul Crostolo. Anche seguendo la linea a volte sinuosa della statale 63 si scoprono incantevoli luoghi messi in evidenza da questo itinerario della Via dei Presepi.

“Nella mia Canossa – prosegue Matilde – un invito a perdersi anche tra i presepi della solidarietà come quello di Cerezzola, o partecipare a rappresentazioni molto coinvolgenti come i presepi viventi, ben otto quelli inseriti nel programma. E magari scoprire località a breve distanza ricche di fascino come lo può essere Cerreto Alpi, o il suggestivo gioco di vapor acqueo che durante l’inverno si sprigiona nella valle che accoglie la toscana Equi Terme”.

Tra le altre, prosegue intanto a Palazzo Ducale la mostra di diorami e presepi aperti di autori di fama nazionale come, oltre a Pigozzi, Pellegrino De Risi, Rosario Patanè, Enrico Salemi, Ermanno Cavalli, Giuseppe Criscione, Learco Formentini, ma anche una scena proveniente dal Krippen Museum di Dorbin.
On-line (www.appenninoreggiano.it), l’itinerario completo de la Via dei Presepi.

(Gabriele Arlotti)