Riceviamo e pubblichiamo.
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Alla fine l’accordo è stato concluso e vi è stata la fusione di Iride ed Enia, con l’esclusione all’ultimo momento della bolognese Hera.
Il piano prevede, in primo luogo, “una completa integrazione industriale e societaria di grande valenza strategica, per complementarietà dei business” dei due gruppi e le municipalità coinvolte nel progetto hanno sottolineato, in una nota congiunta, che “i manager delle due società hanno elaborato un progetto industriale e societario che porterà, in primo luogo, all’aggregazione delle due utility, lasciando aperte le porte ad ulteriori partner”.
Aprendosi la possibilità per l’ingresso, in un secondo momento, di altri attori non viene assicurata la permanenza della maggioranza pubblica; nello stesso articolo 9 del nuovo statuto si afferma che “il capitale sociale della società deve essere detenuto in misura rilevante da enti pubblici” senza però specificarne la quota; lo statuto pre-fusione prevedeva che i comuni di Genova e Torino non potessero detenere meno del 51% del capitale sociale e in tal modo i cittadini avevano assicurata la maggioranza, quindi la loro possibilità di far valere le proprie opinioni. Ovviamente, questa fusione ha l’obiettivo di creare maggior guadagno per gli azionisti. In tutto questo non credo vi sia nulla di sbagliato, sarebbe profondamente utopistico (e ai limiti dello sciocco) rimanere scandalizzati dal fatto che il primo obiettivo che si cerca di perseguire sia il guadagno. Questa fusione però implica grandi cambiamenti soprattutto riguardo la gestione dell’acqua e dei rifiuti.
ACQUA. Vi è indubbiamente la necessità di una corretta gestione del ciclo integrato dell’acqua; però questa deve essere una gestione pubblica, sotto il controllo di enti di diritto pubblico, nelle quali siano i cittadini a detenere le quote di maggioranza e che non siano sottoposte alla logica commerciale e del business.
Il caso di Veolia (con l’aumento delle bollette del 300% ) e di Parigi (il 24 novembre scorso ha votato per una ripubblicizzazione dell’acqua a seguito dell’esperimento di privatizzazione) credo siano precedenti da tenere bene a mente; infatti il primo probabile risultato di questa privatizzazione sarebbe proprio l’aumento dei costi dei servizi, quindi delle bollette.
RIFIUTI. Con la fusione Iride-Enìa si vorrebbe includere anche la gestione dei rifiuti tra le competenze della nuova società (vorrei sottolineare che a Genova, città tra le più coinvolte da questa fusione, la gestione dei rifiuti era al 100% in mano al Comune). Il presidente di Enia, Andrea Allodi, ha dichiarato che “il 40 % dei rifiuti di Parma (altra città coinvolta nella fusione) finisce in Emilia, il 40% a Reggio Emilia e il resto in altre Regioni”. Per evitare questi costi dal 2012 a Parma sarà attivo un inceneritore che garantirà al Comune una tantum di 900000 euro sborsati da Enia per la costruzione della struttura sul territorio comunale. Tutto ciò equivale a dire che 900mila euro una tantum valgono più della salute dei cittadini non solo di Parma ma dell’intera Regione e ben oltre questi confini. I cosiddetti termovalorizzatori (nelle normative europee e italiane di riferimento sono semplicemente detti inceneritori) attualmente attivi in Italia sono già 50 di cui due senza alcun recupero di energia (uno in Toscana e uno in Sicilia). Nell’Italia settentrionale sono presenti soprattutto piccoli impianti a scarso livello tecnologico con basso rendimento ed anche impianti ristrutturati e “adeguati” recentemente presentano talvolta livelli di emissioni fuori norma: è il caso, tra i vari, dell’inceneritore di Terni, che nel gennaio 2008 è stato posto sotto sequestro perché i gestori (società ASM) avrebbero nascosto emissioni gassose e nelle acque pesantemente fuori norma e sarebbero persino stati bruciati materiali radioattivi di origine ospedaliera; un altro “celebre” caso è quello dell’inceneritore di Brescia, dichiarato il migliore impianto del mondo, che nonostante questa “illustre” qualifica ha violato due direttive europee e subito una condanna da parte dell’Unione Europea.
Il punto centrale è che questa fusione rischia di mutuare una serie di altre azioni (le cosiddette Iniziative di Sviluppo) con effetti devastanti dal punto di vista economico, ambientale e della salute pubblica.
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Il 23 dicembre prossimo, alle ore 17,30, si riunirà il Consiglio comunale a Castelnovo ne’ Monti proprio per discutere su queste temi. Partecipare è l’unico modo per essere davvero visibili e far valere le proprie opinioni ma, soprattutto, i propri diritti.
(Giorgia Notari)
Bene
Il 23 saremo in Consiglio per assistere alla votazione. Spero che gli interessi dei cittadini vengano preservati…
(Mattia Rontevroli)
Il paese è dei cittadini, non subite passivamente!
Sfortunatamente mancherò all’appello a causa di impegni lavorativi non rimandabili. Vorrei comunque invitare TUTTI i cittadini a ricordare che il Comune e tutti gli organi di rappresentanza non sono poltrone decisioniste cui sottostare in silenzio ma sono persone ed organi eletti in rappresentanza del cittadino e assoggettati a rispettare le volontà e gli interessi dei cittadini! Invito quindi chiunque sia in possibilità di recarvisi a essere presente al Consiglio comunale (che spero non raggiunga lo streaming in webcam tra un anno ma subito!) e a non temere di dire la propria e di fare i valere i propri diritti. Futuro negativo si prospetta a fusioni come queste, Giorgia l’ha descritto bene sopra…
Ricordatevi che il paese è dei cittadini e non del monarca! Anche se oramai l’Italia è a tutti gli effetti un regime dittatoriale, malamente nascosto. Riappropriamoci dei nostri diritti e del nostro Paese, partendo dalla Costituzione italiana nei nostri comuni!
(Agostino Giovannini, referente locale Italia dei Valori, [email protected])
L’Italia dei Valori a Reggio dov’era?
Sicuramente il tema della fusione tra Enìa e Iride è molto importante e se i cittadini partecipano al Consiglio comunale è un’occasione in più per capirne le dinamiche, che sicuramente avranno ripercussioni sia sui contribuenti che anche sul futuro del nostro territorio. Rimane da capire come mai l’Italia dei Valori locale si dichiari contraria a questa operazione mentre l’esponente dello stesso partito a Reggio Emilia, in maggioranza con Delrio, voti a favore senza nessuna protesta; considerato che non sarà sfuggito nemmeno a Giovannini che il ruolo giocato dal sindaco reggiano e dal suo Comune in questa fusione ha avuto un peso non indifferente. Mentre nel prossimo Consiglio a Castelnovo ne’ Monti si tratterà purtroppo solo di una ratifica di decisioni già prese.
(Robertino Ugolotti, consigliere comunale “Lista civica per Castelnovo Monti”)
Rispondo a Ugolotti
Sfugge ad Ugolotti un principio sprezzato: l’indipendenza. Mi riservo di verificare e colmare la mia ignoranza, in quanto non ero al corrente della sua notizia; tuttavia, se io ritengo negativa la fusione (che ahimè… ben sappiamo già decisa e impacchettata), non vedo per quale motivo non possa esprimermi diversamente da un amico dell’IdV. Le ricordo, caro Ugolotti, che noi non ambiamo alla monarchia, e immagino nemmeno voi, pur in uno Stato che ha dimenticato di essere passato dai monarchi a una dubbiosa democrazia.
Grazie per l’informazione e a presto.
(Agostino Giovannini, Italia dei Valori montagna reggiana)