Un dramma sacro piemontese della Natività simile alla pastorella gallego-portoghese; una figura teatrale, una maschera regionale delle campagne del Piemonte come Gianduia lo è della città; una marionetta, una statuina del presepe, un canto di cantastorie, una cantata natalizia. Tutto questo e altro ancora è il Gelindo.
Secondo la tradizione popolare ligure-piemontese la notte della vigilia di Natale un contadino, Gelindo appunto, incontra nelle vie di Betlemme Maria, Giuseppe e il suo asino, intirizziti come passeri. Impietosito dalla vista della giovinetta incinta, Gelindo offre ai viandanti riparo e riposo nella grotta dove tiene il suo bue.
Accomodati gli ospiti alla meglio torna verso casa dove, nel frattempo, gli angeli hanno appena annunziato ai pastori la nascita del Salvatore e tutti si apprestano a partire per andare ad adorare il bambino nato subito dopo la partenza di Gelindo dalla stalla. Così Gelindo ritorna coi pastori ad adorare "il figlio divino" nell’attesa dell’arrivo dei Magi prima e degli sgherri di Erode poi.
Questo il plot narrativo della “Divota Commedia” - come la definisce nella bella prefazione Umberto Eco - e a
cui Roberto Leydi ha dedicato il suo ultimo lavoro Gelindo ritorna. Il compianto etnomusicologo tratta l’argomento con dovizia di particolari, raffrontando la cantata del Gelindo a quella napoletana dei pastori e ricostruendone la partitura a partire da frammenti di notazione mescolati a ricordi personali.
Ma il Gelindo non è tradizione solo piemontese.
Gastone Venturelli registrò il Gelindo a Limano (Lucca) il 31.1.1982 eseguito dalla Compagnia maggistica di Limano e ne pubblicò il testo nel n. 56 dei Quaderni del Centro Tradizioni Popolari della Provincia di Lucca assieme alla Pastorella di Isola Santa che aveva raccolto col suo fedele registratore dalla viva voce di Maria Onesta Cipollini Vagli il 17 dicembre del 1975 mentre era ricoverata all’ospedale civile di Castelnovo Garfagnana.
Scrive di quell’ascolto Venturelli: “La melodia era assai vicina a quella del Gelindo… il cui metro è esattamente quello della più celebre pastorella italiana, quell’inno a Gesù bambino di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il cui incipit è 'Tu scendi dalle stelle o re del cielo'”.
Composto di 72 stanze, il Gelindo, attribuito al poeta Andrea Cereghino, inizia e termina con queste parole:
1
Adamo lui peccò di grand’errore,
Iddio presto mandò un salvatore;
egli è nato poveretto
nella fredda stagion, il verbo eterno,
per più maggior patir nasce d’inverno.
72
Colui che fa del bene ad un meschino
è come se lo fa a Gesù Bambino.
Facendo bene ai poveretti
il Signor ci premierà, si sa preciso
che chi fa carità va in paradiso.
Sabato 20 dicembre, dalle ore 20, a Villa Minozzo, all’interno del IV presepe vivente dei "Mantellini" il piccolo Coro degli Instabili canterà il Gelindo. Siete tutti invitati.
* * *
Per saperne di più:
- R. Leydi Gelindo ritorna. Il Natale in Piemonte con una nota di Umberto Eco. Omega edizioni, 2001
- Quaderni del Centro Tradizioni Popolari della Provincia di Lucca (Ristampa anastatica su Cdrom)
- Centro di dialettologia e di Etnografia. Bellinzona. La cantata di Gelindo. Toscana 32. Cdrom.