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Ecco che s’avanza Sassalbo, nuova sede del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

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Sarà inaugurata nella giornata di venerdì 19 dicembre prossimo la sede del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano a Sassalbo di Fivizzano (MS), alla presenza del presidente della Regione Toscana Claudio Martini, degli amministratori e degli abitanti del territorio.

"Un’occasione per fare il punto sul lavoro del Parco nazionale a questa data e al tempo stesso un momento di festa per l’apertura degli uffici dell’ente sul versante toscano", si legge in una nota.

Nei prossimi giorni sarà reso noto e pubblicato sul sito www.parcoappennino.it il programma dettagliato dell’evento.

7 COMMENTS

  1. Che bello…
    …un’altra sede, proprio ci mancava, soprattutto con i tempi che corrono è utilissimo avere un ente con due sedi, in modo da duplicare i costi di gestione. E poi qualcuno alza la voce quando si parla di trasformare i parchi in fondazioni…

    (Mattia Davoli)

  2. Scusate un attimo…
    Scusate un attimo, ma di tutte le meraviglie, le iniziative e opportunità del Parco, possibile che l’unico elemento di rilievo, che tiene banco, sia quello delle vecchie/nuove sedi e relative scaramucce campanilistiche? Evidentemente, di altro, c’è ben poco da dire… Di recente nessun altro è rientrato da altri continenti, “calamitato” dalle mirabolanti opportunità del Parco dell’Appennino tosco-emiliano?

    (Umberto Gianferrari)

  3. Inoltre…
    Oltre al discorso degli sprechi ce n’è uno più ampio di perdita della leadership del Parco… Con la sede di Sassalbo, che dovrebbe diventare la principale, si conclude la transizione del potere e di posti di lavoro. Prima esisteva il Parco del gigante, piccolo e bruttarello, ma con sede nel nostro versante. Ora invece la sede principale passa di là, in barba ai nostri amministratori locali, che tanto avevano starnazzato per crearlo. Questo lo eleggerei come un buon esempio di buona politica del territorio, sotto tutti i punti di vista.

    (Mattia Davoli)

  4. Apparire o essere?
    Ci interessa sapere quando il Consiglio del Parco viene convocato, ci interessa sapere quando la sede di Sassalbo viene inaugurata. Ma questo Parco nazionale per quale ragione è stato costituito? Solo per apparire o anche per essere? La decadenza del territorio montano ha già da tempo contagiato tutti, compresi gli organismi del Parco nazionale, presidente compreso. Le nuove generazioni riusciranno a vedere una opera strutturale vera, realizzata dal Parco nazionale nel territorio? Alla nostra generazione, ne sono certo, questo non sarà possibile!!! Un parco sulla testa della gente non serve a nulla, un parco che vive del come la gente della montagna pensa e ragiona potrebbe servire. Alla politica e ai politicanti abbiamo delegato tutto, e loro, padroni di tutto, governano a loro piacere gli enti e le istituzioni. Nel contempo la sede di Ligonchio, sono pronto a scommetterlo, verrà realizzata solo se le prossime elezioni amministrative produrranno un risultato contrario a quello delle ultime elezioni. Se la presidenza del Parco nazionale attende questo, ebbene, può stare tranquilla perchè a Ligonchio non cambierà nulla e lui potrà finalmente non relizzare mai la sede del Parco nazionale promessa.

    (Marino Friggeri, capogruppo Udc Comunità montana Appennino reggiano)

  5. Le sedi possono essere la “tomba” del Parco!
    Sul tema della sede (delle sedi) del Parco nazionale credo di aver preso posizione da anni in modo pubblico e chiaro. Mi sono andato a rileggere una mia presa di posizione, fra le tante, che nel febbraio del 2004 pubblicò la @CGazzetta di Reggio#C. Il dibattito allora era dove fare la sede del Parco ed io in proposito dichiaravo: “Ritengo essenziale che vi sia una sola sede e concordo con l’indicazione di Ligonchio. Ho però sempre diffidato di tanta enfasi sulla localizzazione della sede in quanto mi pare riveli un retropensiero pericoloso, cioè vedere la sede come l’insediamento nel proprio comune di un ente statale burocratico, di cui non si avverte davvero la necessità. La priorità è creare lavoro produttivo attraverso interventi concreti sul territorio del Parco da affidare alle aziende private o cooperative. Soprattutto ritengo che la peculiarità del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano sia quello di unire due versanti regionali, toscano ed emiliano, creando il presupposto per progetti unitari, politiche comuni, sinergia virtuose dei rispettivi retroterra che portino finalmente questo territorio ad una “nuova centralità” uscendo da una situazione di marginalità. Da questi presupposti l’essenzialità di un “governo unitario” del territorio del Parco, che sarebbe vanificato da una pluralità di sedi che manterrebbero ogni territorio a occuparsi del proprio orticello innescando una “spartana” una “guerra fra poveri” continua per spartirsi i non enormi fondi disponibili, ciò che non cambierebbe nulla dell’attuale situazione. Senza poi dimenticare che più sedi significa moltiplicazione delle spese. E si tratterebbe di spese burocratiche e improduttive! Sarebbero scelte irresponsabili! Sarebbe un tradire le attese del Parco come opportunità di valorizzazione economica del crinale appenninico”.
    Questa, ripeto, è una delle tante dichiarazioni fatte negli anni e non ho motivo per aver cambiato idea.

    (Claudio Bucci)