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Di neve, di automobilisti e di lamenti

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Che la lamentite sia una specie di sport nazionale italiano (certo, certo, dopo il calcio… ) è risaputo. C’è qualcosa che non va? E’ sempre colpa degli altri. Forse del destino, delle congiunzioni astrali sfavorevoli... Ma di certo mai nostra.

Prendendo spunto anche da alcuni commenti pervenuti in redazione in questi giorni, vorremmo parlare della neve e dei disagi che inevitabilmente essa provoca alla circolazione stradale. Accade da che mondo è mondo che la neve rallenti tutte le attività umane. Traffico automobilistico compreso, dunque. Se nel passato vi era qualche difficoltà tecnica in più circa la possibilità di elaborare previsioni meteo sufficientemente attendibili, oggi disponiamo di un servizio che spesso (com’è stato l’ultimo caso di qualche giorno fa) si rivela davvero di prim’ordine. Ci è stato annunciato, pari pari, con due-tre giorni di anticipo ciò che sarebbe avvenuto venerdì mattina presto.

Ce n’è importato qualcosa? Qualcuno ha pensato di tenerne conto per i propri spostamenti? A giudicare da quanto visto e sentito sembrerebbe proprio di no. Come sempre. Il giorno dopo si sono infatti visti in tv automobilisti “inferociti” (non “contrariati” o “arrabbiati”: “inferociti”), che lanciavano strali all’indirizzo di questo o quell’ente che non avrebbe fatto il proprio dovere. Si sono lette dichiarazioni di amministratori che sollevavano questo o quel problema; si sono viste scene lungo le strade (come hanno ampiamente segnalato le forze dell’ordine nei loro bollettini informativi) che… diciamo così, avremmo visto meglio in un film…

Allora. Lungi da noi il voler sollevare chicchessia da qualunque eventuale responsabilità (se vi sono state omissioni od insufficienze è giusto segnalarle) oppure negare che certi tratti della viabilità debbano essere assolutamente migliorati (altroché!), ma, accipicchia…. chi è quel superman (e ce ne sono tanti, puntualmente, tutte le volte che fiocca) che pensa seriamente di raggiungere il Cerreto, il Pradarena, le Radici, il Lagastrello – o anche mete più a bassa quota – senza equipaggiamento adatto e senza mettere in pericolo se stesso (che uno può anche dire “se la cerca”… ) e gli altri? O anche, “più semplicemente”, facendo perdere tempo prezioso a tanti che, ad esempio, devono raggiungere il posto di lavoro, solo per negligenza, tanto meno scusabile proprio perché le precipitazioni sono ampiamente previste e le previsioni diffuse?

Venerdì mattina chi scrive è dovuto scendere, per lavoro, da Castelnovo ne’ Monti a Cavriago. Il primo problema si vede presto. Pochi km. Ponte Rosso. Camion fermo di lato alla carreggiata. E va bene così, dato che almeno non intralcia il traffico. Guidando con la prudenza necessaria si va. La circolazione è tutto sommato abbastanza scorrevole. Naturalmente chi ha fretta che fa? Chiaro, approfitta delle gallerie (dove notoriamente la manovra sarebbe sempre vietata) per sfogare il naturale istinto di sorpassite, che “purtroppo” le condizioni della strada gli limitano molto (ma non annullano del tutto, come ci hanno testimoniato le cronache dei giorni scorsi).

Giunti in pianura si capisce bene il perché dei problemi così grossi di spostamento. E mica ci vuole un genio. Se la quantità di auto circolanti è eccessiva sempre e i problemi di movimento si registrano anche col bel tempo, si suppone, a occhio, che la neve non possa fare altro che acuirli. Si chiede: c’è bisogno di usare l’auto in città per fare poche centinaia di metri, per raggiungere il figlio a scuola (vedi servizio tv trasmesso da Telereggio), sapendo (sapendo!) che quasi sicuramente si rimarrà incastrati in una rotonda che non gira perché c’è il Tir che blocca tutto o perché c’è un’auto cui slittano i pneumatici (ovviamente estivi se non addirittura lisi) e non avanza di un solo cm. sgasando disperatamente all’impazzata, contribuendo così ad intralciare ulteriormente il lavoro degli spartineve?…

Insomma, in certi tratti non si avanza. Perché? Per colpa della neve? No, la povera neve non c’entra. O meglio, c’entra per la sua parte, ampiamente nota: si sa che c’è e che in certi periodi dell’anno (leggasi inverno) può anche capitare che in queste zone talvolta ancora scenda dal cielo… Piuttosto, rivolgiamo l’attenzione, in generale, ai ritmi della nostra vita moderna e organizzata che non sopporta rallentamenti, e, in particolare, a chi non aiuta lo sfoltimento delle code usando l’auto a sproposito ma anche a chi l’auto la usa ma senza neppure il minimo di attrezzatura richiesta… Per dire, anche una gomma da neve rimasta dalla nevicata dell’83 forse sarebbe tornata buona…

Beh, poi succede che appunto sono loro, quegli stessi specialisti della guida su neve, che si infervorano contro la circoscrizione, contro il Comune, contro la Provincia, contro Enìa, contro il sindaco, contro i vigili, contro gli spalaneve, contro gli altri che ci fanno perdere tempo, contro i salatori di strade, contro gli sbadilatori, contro i cantonieri… Allungate voi la lista a piacere. Ma non sogniamoci di includere… noi stessi. Tzè!

In paciosa attesa dei prossimi fiocchi e dei prossimi automobilisti che puntualmente si “inferociranno”.

5 COMMENTS

  1. L’incubo di un viaggio montagna-città e ritorno sotto la neve…
    Ringrazio l’autore del pezzo, perchè condivido pienamente ciò che è stato scritto. Venerdi scorso sono dovuta scendere, per lavoro (come ogni giorno del resto… ) da Rosano a Reggio Emilia, scegliendo, onde evitare la “bestia nera” di ogni nevicata, ovvero il Ponte Rosso, di percorrere la SP direzione Vetto-Ciano. Tempo di arrivo a Reggio centro: 2 ore abbondanti; e i rallentamenti peggiori ovviamente alle porte della città. Per non parlare del viaggio di rientro: allarmata dalle notizie provenienti dalla montagna, esco dal lavoro con largo anticipo, alle 13,30 circa. Solo per uscire dal centro di Reggio ho impiegato quasi 2 ore, bloccata, assistendo a scene che mai avrei pensato di vedere: macchine che non riescono a salire sul ponte di S. Pellegrino, che però si ostinano ad accelerare (ovviamente a vuoto) creando sempre più caos, persone in motorino o in bicicletta, scene di panico, eccetera eccetera. Per poi leggere sui giornali o sentire nei bar lamentele di ogni tipo contro tutti, Comune, Enìa & Co. perchè le strade non erano percorribili… E come mai io, giovane donna non proprio disinvolta nella guida sulla neve, sono riuscita senza problemi ad affrontare un viaggio di andata e ritorno montagna-pianura senza problemi?
    Cara gente di città, mai sentito parlare di “gomme da neve”? Perchè sai, se in montagna tutti le fanno montare un motivo ci sarà… Mai pensato che forse se da giorni e giorni avvisano che la neve sta per arrivare, e in effetti, guarda un po’, la città è ricoperta di bianco, forse non è così indispensabile mettersi tutti al volante se il mezzo non è attrezzato?
    Totale ore trascorse in auto venerdì: 5,30…

    (Sara)

  2. Concordo
    Al mondo esiste l’autocertificazione ma mai nessuno che faccia autocritica, guarda un po’… Sono d’accordissimo con chi scrive l’articolo e con chi scrive il primo commento. Naturalmente anche io venerdì mi sono trovato a venire a Castelnovo per lavoro e naturalmente avevo già montato le gomme da neve… per poi comprare anche alla mattina le catene, che ho appoggiato sul sedile del passeggero e non le ho usate perchè con le gomme si andava bene. Addirittura mi sono fermato in salita al Ponte Rosso e sono ripartito tranquillamente: le catene mi hanno solo fatto “compagnia” durante il viaggio. Il fatto è che basta prendere delle precauzioni, in pianura basterebbe montare due gomme da neve sulle ruote di trazione e il gioco sarebbe fatto… Anche perchè o le usi l’anno dopo o ci fai dei km e non sono soldi buttati via. Oppure spendi 50 euro e prendi le catene… Le monti quando servono e le smonti quando non le usi più… Per esempio, alla mattina, alle nove passate si presentano dei colleghi provenienti da Reggio dicendo: “Eh, siamo arrivati tardi perchè abbiamo dovuto lasciare la macchina alla Croce e venire su a piedi per poi fare l’autostop… credevamo fosse come l’altra volta che a Reggio ce n’era poca e così anche qua” Ma se da 4 giorni dicevano che veniva mezzo metro di neve!?!?!? Ascoltate la tv! O la ascoltate solo quando danno la notizia che a Fiorello si è incarnita un’unghia?? E poi si lamentavano del fatto che passassero poco gli spazzaneve; ma gli spazzaneve passano ogni tot di tempo, quando hanno finito ripartono e mentre viene giù la neve non possono essere contemporaneamente a Castelnovo e a Felina… Anche se io sinceramente di spazzaneve ne ho incontrati 4 o 5 nel viaggio da Casa del Merlo a Castelnovo… e non sono pochi. Fatto sta che tutti si lamentano degli altri e pensa a giudicare gli altri ma nessuno giudica se stesso.

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  3. Un po’ di organizzazione basterebbe…
    Per molti anni ho viaggiato con ogni tempo tra Parma e Castelnovo: mai un problema. Forse perchè ad autunno inoltrato ho l’abitudine di montare le gomme da neve e di girare sempre con le catene a bordo? Una nevicata improvvisa può sempre capitare, inoltre mi sono sempre risparmiata le interminabili code dal gommista. Può essere che chi se la cerca… la trova?

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  4. E se stessimo a casa?
    Non si potrebbe fare come si faceva una volta? Se si verificavano grosse nevicate si stava a casa a spalare la neve! I ragazzi non andavano a scuola, il tempo per un giorno si fermava, chi doveva provvedere a pulire le strade lo faceva e il giorno dopo tutto riprendeva normalmente. Penso che salvo casi particolari se per un giorno all’anno ci fermassimo “causa neve” non cadrebbe il mondo, anzi… avremmo molti problemi in meno!

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