"Quanto successo ieri l'altro nella scuola di Rivoli a Torino è un monito per riflettere su quanto si è fatto e quanto ancora c'è da fare nell'ambito della sicurezza". Ad intervenire e a porgere le proprie condoglianze alla famiglia Scafidi e alla comunità di Rivoli su quanto accaduto è il deputato leghista Angelo Alessandri, presidente della commissione ambiente a Montecitorio.
"Da anni - spiega Alessandri - seguo il problema della sicurezza dei plessi scolastici. Dopo il crollo del soffitto in una scuola a Castelnovo ne' Monti, in provincia di Reggio Emilia, avevo sottolineato con forza la necessità di fare verifiche e controllare come venissero svolti i lavori, che spesso, sono affidati attraverso i criteri dei costi al ribasso o con subappalti a persone o ditte non qualificate".
(Fonte: Apcom)
Accuse come macigni
Nell’ultima riga del comunicato attribuito ad Alessandri sono contenute accuse gravissime. Se vige il principio dei costi al ribasso e le imprese e/o i dipendenti delle ditte che costruiscono le scuole NON sono qualificati, può accadere più facilmente una disgrazia (che tutti noi, fatti gli scongiuri del caso, ci auguriamo non accada mai!). Comunque sia, mi dicono che a Roma un’apposita commissione per la valutazione dei rischi negli edifici pubblici sta per costituirsi. Un sopralluogo degli esperti nei nostri istituti scolastici ci saprà dire se e quanto gli studenti, non solo castelnovesi, siano al sicuro.
(Umberto Gianferrari)
Anche la burocrazia però….
Sul tema sicurezza degli edifici, in particolare di quelli scolastici, molto ci sarebbe da dire. Mi limito a una riflessione. Dal lontano 2002, anno del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, sono passati sei anni, con tre governi nazionali succedutisi (Berlusconi, Prodi, Berlusconi). Dalla promulgazione, sull’onda dell’emozione di quel tragico evento, della legge 289/02, norma sull’adeguamento sismico degli edifici scolastici, legge per anni (vuota di risorse), solo dal 2007 e con una integrazione da parte della Regione Emilia-Romagna, si sono potuti redigere i progetti esecutivi relativi al miglioramento ed adeguamento sismico delle scuole ricomprese negli elenchi delle strutture finanziabili. IN EMILIA-ROMAGNA GLI INTERVENTI INIZIATI E QUASI ULTIMATI SONO RELATIVI ALLA SCUOLA ELEMENTARE DI CASE BAGATTI E ALLA SCUOLA ELEMENTARE DI VILLA MINOZZO. Mi pare molto poco. In certi casi occorrerebbe snellire davvero le procedure e finanziare corposamente certi capitoli di spesa. Non ha senso il taglio di risorse messo in atto sulla scuola in generale e sugli adeguamenti degli edifici scolastici per mere necessità di bilancio.
(Mb)
Belle parole…
Cito dal sito @Lhttp://www.scuolanewsforminform.it@=www.scuolanewsforminform.it#L: “La Gelmini si presenta doverosamente a Rivoli e dice alla madre del giovane Vito Scafidi ucciso nel crollo di Rivoli ‘le garantisco che sarà mio impegno di ministro evitare che si verifichino altre tragedie come questa’”. La Finanziaria 2009 attende un suo intervento al Senato! Nessun giornale (tranne Italia Oggi del 18 novembre, pag. 26) ha ricordato che nella Finanziaria 2009 (ancora in Parlamento e quindi la Gelmini deve essere gentilmente invitata a provvedere) questo governo ha tagliato, sul 2009, proprio all’edilizia scolastica ben 22,8 milioni di euro bloccando di fatto la programmazione regionale sui piani finanziati nel 2007 dal governo Prodi. Il taglio riguarda la Missione Istruzione. Nel programma Programmazione e coordinamento dell’istruzione, nel macroaggregato Investimenti, si realizza una riduzione di 22,8 milioni di euro sul cap. 7180 relativo ad investimenti per i piani di edilizia scolastica. Si tratta di una scelta che ha del clamoroso perché tali fondi fanno parte dello stanziamento di 100 milioni di euro previsto dalla Finanziaria 2007 (comma 625 art. 1) per il 2009, con cui si finanziavano i piani regionali. Poiché i 250 milioni statali, per il triennio 2007-2008-2009, dovevano essere compartecipati in uguale misura dalle regioni e dagli enti titolari delle costruzioni, comuni o province, la loro assegnazione era stata preannunciata per tutto il triennio in questione. Cosa succede ora se il governo provvede a tagliare una quota di questo cofinanziamento? Cosa succede ai piani in via di definizione e di realizzazione? Si dovranno riprogrammare. Accadrà qualche cosa di grottesco e tragico dopo gli ultimi avvenimenti: il MIUR dovrà distribuire regionalmente i 22,8 milioni di tagli!”.
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In televisione si sente di tutto e di più; nei fatti le cose sono diverse e senza alcuna trasparenza riguardo le scelte effettivamente fatte dal governo. Mi sento preso in giro.
(Commento firmato)