VETTO (29 ottobre 2008) - Fido te lo incontri un pomeriggio d’autunno quando esci in cortile e inizia a piovere dopo tre mesi e mezzo che aspetti l’acqua dal cielo. E’ di mezza taglia, un incrocio, di pelo lungo e chiaro, è anziano perché i suoi occhi non riescono minimamente a condurlo attraverso gli ostacoli, a differenza del suo fiuto. E’ spaventato, perché si trova in un posto a lui sconosciuto. Non dovrebbe essere stato abbandonato, perché ha un collare a pettorina, ma chissà.
Una buon’anima, nostro lettore, si avvede di lui e gli legge la paura dello smarrimento negli occhi, pure colpiti dalla cataratta.
Che fare? Il nostro chiama in Comune a Vetto. Chiede consiglio alla dottoressa che in molti conoscono come vigilessa, in realtà l’agente di polizia municipale Patrizia Nobili. “Sì, sì, se si può legatelo arrivo quanto prima”. Sono le ore 14.
Fido si lascia prendere, il suo appetito ricaccia la paura. Se ne sta buono legato a una corda davanti a casa. Per lui potrebbe incombere il rischio del canile, pur sempre preferibile a una morte sicura per lui che randagio non è e, nemmeno, può diventare, vista l’età e la cecità.
Alle 16 Fido non c’è già più. Patrizia è già venuta. Alle 18.00 un sms avvisa: “Fido è stato riconsegnato al suo proprietario”. Fido è contento, il suo padrone di più e… la persona che lo aveva trovato altrettanto.
“Alle volte – commenta il lettore -, per le cose semplici che sembrano difficili basta rivolgersi alle persone giuste e dall’animo gentile. In altre parole a chi è fa con dovizia e umanità il proprio mestiere”.
Complimenti, dottoressa Patrizia Nobili, il suo gesto dimostra una grandissima umanità e merita il nostro riconoscimento.Il suo è un gesto da valorizzare. Brava!
(C.V.)
Ottimo lavoro
Ottimo lavoro, come sempre ben oltre il semplice “DOVERE”. Bene, è così che si fa!
(Commento firmato)