Monica è una amica, la vedo una volta all'anno, è più grande di me e non si fa altro che parlare. Cerco di imparare da lei quello che sa perchè ha una grande cultura e si parla di tutte le cose che contano, quindi tutte meno che la politica. Quando le parlo dei laogai non sa cosa dire.. credo che voglia anche lei che scrivo questo testo. Allora comincio in sordina, sperando di coinvolgere i lettori in quella che è la storia della più grande nazione al mondo, calderone di vizi e virtù, comandata da ciechi.
In Cina esistono ancora i campi di concentramento con tanto di forni crematori per i cadaveri. Vengono bruciati dopo che si prelevano gli organi.. una cornea ad esempio rende 30,000 euro. Un po' come in Germania. Perchè questo è un fenomeno molto diffuso che prende il nome di "laojiao". Laojiao sta per rieducazione mediante il lavoro e consiste in un periodo di reclusione nei campi di concentramento della durata indeterminata. Due vecchiette di settant'anni hanno protestato durante le olimpiadi per aver perso la casa a causa di dei lavori di urbanistica e hanno ottenuto due anni. La giornata di lavoro dura diciotto ore, cioè facendo i calcoli se ne dorme giusto sei. Durante il periodo comunista a fare da carcerieri erano i criminali comuni, i 'kapò'. Nei laogai si praticava il themzig, ovvero sedute in cui venivano puniti i nemici del popolo. Gli altri prigionieri erano incitati a batterli a furor di calci per dimostrare l'odio contro un reazionario. Il saggio che mi ha insegnato queste cose è un libro che mi sento di consigliarvi. L'autore è Palden Gyatso, imprigionato nel 1958 e fuggito trentacinque anni dopo per essersi trovato a Lhassa durante la rivolta anticinese del 14 marzo.
Sapevate che in Cina esistono fabbriche per mummificafre i cadaveri. Praticamente quando un condannato viene ucciso, può capitare che il suo corpo venga imbalsamato e inviato in un museo occidentale. L'affare si è scoperto quando quel satanista famoso per esporre cadaveri insiliconati ha ammesso che la provenienza era cinese, il sospetto era venuto guardando il buco dietro la testa dei suddetti corpi, o gli ammassi di grasso attorno agli occhi mongoloidi. Questo tizio era apparso sui giornali (perchè i cretini, ragazzi, fanno sempre notizia?) per esporre queste lordure in mostre itineranti ed aveva avuto emuli un po' da ogni parte del mondo. Purtroppo i corpi non erano di volontari, ma di condannati a morte appositamente trattati in fabbriche statali!!!
L'altra fine tristemente famosa è il traffico di organi, prelevati a cuore battente e immessi nel mercato dei rifornimenti clandestini. Si tratta di sei milioni di schiavi che lavorano gratis e possono fungere da carne da macello. La cosa che fa rabbia è che da Nixon in poi per il denaro tanti occidentali si recano in quello stesso paese in cui il governo fa accadere queste cose. Wang Bin fa impressione, acefalo e col petto squarciato, labbra tumefatte. leggo che gli sono stati tolti cervello e cuore. era stato imprigionato forse per appartenere a quella setta, i Falun Gong che il partito odia tanto. Cercate "Wang Bin" su Google.
Io, con la casa piena di libri rossi, ho comiciato a guardare il mondo da sinistra, fino a moderarmi più al centro possibile. Ora mi ritengo un Dossettiano. Ma credo che questa parte politica a livello intellettuale abbia una marcia in più. Quindi oltre che prendermi i plausi dei benpensanti, di cui non so mai che farmene, vorrei riuscire a coinvolgere intellettualemtne qualcuno di sinistra, magari rosso rosso, sull'idea che questo grande paese comandato da cinque maiali meriti di spezzettarsi in tanti stati più piccoli, magari liberali, magari democratici e così via. Il fallimento delle utopie del ventesimo secolo ha insegnato a tutti quanto possa essere pericoloso credere che tutto sia possibile. La società è cattiva, il socialismo e le idee sociali, per me un dovere. Lo statalismo peccato. Riflettere sulla Cina anche odiando, ma senza percuotere, sicchè come dice quel grande uomo che è sua santità (e non la vostra), Sia eliminata l'ignoranza, ma non sia colpito l'uomo ignorante un bene.
In certi momenti mi vergogno di far parte del genere umano. Credo che scrivere certe notizie non sia semplice, ma informando il prossimo si accende una piccola fiamma di speranza per queste persone che sono i martiri della società moderna. Marco, grazie.
(Cesare Romei)
Sono una praticante di Falun Gong. Volevo solo dire che non è una setta!!! E’ una pratica millenaria (gratuita e personal) che appartiene alla scuola buddhista. Non è una religione, non appartiene alla religione buddhista. Non siamo politici. Crediamo nei principi di verità, compassione, tolleranza e non siamo politici. E una coltivazione personale per tornare alla nostra origine del vero essere. Abbiamo un solo maestro, Li Honghzi, che insegna gratuitamente. La pratica ha cambiato la mia vita per bene e ho il dolore e la sofferenza di tutti praticanti che sono morta in questa persecuzione del governo comunista cinese. Grazie.
(Anastasia Gubin)
Io non me ne intendo di Falun Gong. Quello che vorrei sapere è perchè il governo ce l’ha tanto con voi. Cioè, se siete una setta centenaria che motivo c’è di avercela con voi come foste la massoneria (quella sì non mi piace). Voglio dire, io non sono molto informato, ma essendo appassionato di buddhismo so che è simile nell’insegnamento. Gradirei volentieri proseguire la discussione, perchè no, su questo spazio. Chiedo gentilmente alla redazione di pubblicare il mio indirizzo di posta, così me ne può parlare. Le assicuro che scriverò anche per voi. Delek.
(Marco Notari, [email protected])