Cernaieto. Ecco due nuovi nomi dei repubblichini trucidati dopo esseresi arresi. Lo comunica il consigliere regionale Fabio Filippi.
“Proseguono - spiega Filippi - le ricerche sull’eccidio di Cernaieto. E' una triste pagina di storia locale che non riposerà in pace, finché non sarà detta tutta la verità e fatta chiarezza".
Quali sono i nuovi sviluppi?
"E' emerso che altre due persone furono gettate nella fossa comune del bosco di Cernaieto, dove oggi sorge la grande croce in memoria delle vittime dell’eccidio perpetrato dai partigiani delle formazioni garibaldine.”
Filippi, Vicepresidente del Gruppo Assembleare Pdl-Fi, è da tempo impegnato nel tentativo di ricostruire la verità su Cernaieto.
“La ricerca continua, anche se in silenzio. Dall’Archivio Storico del Comune di Casina, che hanno riguardato il periodo dal 1945 al 1948 e le categorie di Sanità, Igiene, Leva e Truppe, Stato civile, censimento e statistica, Varie, Sicurezza pubblica, Affari Militari, Miscellanea, sono emersi altri due nomi: Bertolini Italo e Biancoviso Francesco.”
Infatti, dai registri di morte di Casina, anno 1946 atto n° 92, sono spuntati i nomi di Italo Bertolini di anni 43, nato a S. Lazzaro Parmense e risiedente a Montechiarugolo (PR), dove era coniugato con la sig.ra Strozzi Orsolina; dal registro dell’anno 1947 atto n° 68, il nome di Biancoviso Francesco di anni 23, nato a Militello di Catania, risiedeva a Scordia (Ct), sposato con la sig.ra Grasselli Maria.
Nei verbali di riconoscimento viene specificato che le salme furono ritrovate nel bosco di Cernaieto. Sempre a verbale, la data della morte è fissata al 25 aprile 1945. I resti furono riconosciuti dalle vedove.
“Non è possibile - lamenta Filippi - che nel 2008 in una società che si definisce aperta e multiculturale vi sia una parte di storia nascosta, perché volontariamente taciuta - conclude Fabio Filippi - E’ necessario e doveroso cercare la verità, l’oggettività dei fatti per quanto amari, sebbene debbano essere contestualizzati; questo non solo per amor del vero storico, ma anche per rispetto di chi è stato ucciso e dei famigliari che portano nel cuore un lutto che nessuno potrà mai cancellare, né alleviare”.