Studenti, assegnisti e ricercatori manifestano e occupano le università, preoccupati per il tramonto del sapere accademico; insegnanti e genitori riempiono le piazze, terrorizzati per la distruzione di un modello educativo d’eccellenza, sgomenti per il futuro dei propri figli, e quindi di tutti noi, di questo nostro paese stanco e depresso, esangue e sconfitto, vacillante sotto i colpi del passato più becero che ritorna, in modo subdolo e beffardo, tra illusioni e negazioni, masochismo e stupidità.
In parecchi rifiutano di osservare la realtà, preferendo anestetizzandosi nell’illusione di plastica che un governo pubblicitario e falso senza pudore continuamente ci propina. Non c’è rispetto per il cittadino, nessuno si cura più di lui, in molti si premurano di prenderlo in giro.
E il cittadino applaude, fesso più che mai; la “maggioranza silenziosa” riempie il petto al governo dei sondaggi, smette di riflettere, di pensare, annullandosi in quel fluire di disperata ignoranza e passività. Sempre di più la gente parla per stereotipi e luoghi comuni, sempre più ripete meccanicamente ciò che il potente vuole che ripeta, sempre più non sa di cosa sta parlando, eppure non vuole tacere, eppure vuole avere ragione.
Il grande potente che cavalca sullo stivale somministra sorrisi smaglianti, nonostante l’età non mostra rughe né occhi stanchi, i capelli al nylon tengono, la statura non ne scalfisce il carisma. Ha dalla sua una pletora imbarazzante di esecutori mai disposti ad ascoltare una coscienza che si sono dimenticati di possedere, una manica di parassiti senza qualità, con la bocca sporca e puzzolente e la lingua che sa di sedere: ministri, politicanti, amministratori locali, miracolati e mediocri, provocatori, provocatori che con le loro parole trasmettono una violenza inaudita, che coi loro atti puntano a infuocare gli istinti più bassi del cittadino vulnerabile. Ed è così che gli impiegati statali diventano tutti fannulloni, gli immigrati tutti criminali, gli interisti tutti falliti nonostante le recenti vittorie. Chi insulta più forte ha sempre ragione, chi la spara più grossa strappa applausi e cori da stadio, chi ruba veramente rimane impunito.
Pre-Potenti, parassiti, stupidi e “maggioranza silenziosa” inveiscono contro i più deboli, qualcuno anche contro se stesso senza rendersene conto, contro chi non può reagire, d’altronde è normale, quando il grande potente che cavalca il nostro stivale minaccia l’intervento armato contro studenti, genitori e professori, prescrive manganelli contro coloro che dovrebbero essere il nostro futuro, il nostro presente, la nostra cultura.
Perché la libertà di pensiero, l’apertura mentale che la buona educazione e la cultura sanno dare, mal si sposano con il progetto politico dell’attuale maggioranza governativa, così come poca breccia fanno nei cuori stanchi e nelle menti atrofizzate della maggioranza silenziosa che nei sondaggi non rinnega la preferenza espressa alle urne.
Ed è per questo che la pletora di provocatori senza dignità nemmeno ci pensa di arrestarsi un momento, di placare questa violenza perversa e ignobile, di rendersi conto di quello che sono, di quello che stanno facendo.
Ed è per questo che gli studenti arrabbiati, gli insegnanti preoccupati, i genitori terrorizzati, gli operai illuminati, e tutti coloro che manifestano dissenso meritano un applauso grande, sono una botta di vita, sono linfa per il cuore: ancora esistono persone che vogliono bene all’Italia!
È a persone come loro che si chiede una via d’uscita, è a persone come loro che si chiede di farsi sentire, perché possa cambiare qualcosa, perché possa nascere una nuova stagione, perché la maggioranza silenziosa possa risvegliarsi dal suo sonno di plastica, perché chi vuole male al paese possa annegare nella sua mediocrità.
Sì, però…
…però, Federico, rischi di cadere anche tu nelle generalizzazioni, che, per definizione, non esauriscono mai un quadro con troppa completezza e precisione. Intanto perchè non è difficile immaginare, in mezzo a queste schiere elette di legittimi contestatori, tanti ragazzi che vedono le occupazioni scolastiche come utili strumenti per trascorrere altrimenti ore dedicate allo studio. E allora, senza per questo dover necessariamente parteggiare coi “riformatori” ora al governo ma solo per cercare di ricondurre le cose alle loro, secondo me, giuste caselle, dire che finora la scuola e l’università siano stati degli eden mi pare quantomeno azzardato. Potrei fare qualche esempio vissuto di insegnanti universitari che se ne sono strafregati di studenti che, con regolare appuntamento chiesto in anticipo e provenienti da fuori sede, macinando km e magari chiedendo ferie, non si facevano mai trovare: una, due, tre volte… Saranno casi, ma sarebbe questo un esempio di situazioni da difendere?
Guardiamo avanti, certo, cercando però di correggere, oltre ai guasti che si paventano con la riforma in arrivo (se arriverà), anche quelli attuali. Perchè tutto perfetto neppure ora lo è. E di “buoni contro cattivi” e di slogan e parole d’ordine, governativi e non, siamo stufi tutti, credo.
(Commento firmato)
Il vuoto gettato nel nulla
E’ con rammarico che noto come anche le menti migliori sembrano, oramai, lasciarsi andare a sfoghi che nulla hanno di razionale e costruttivo. Poiché cosa sono questi se non sfoghi senza alcun costrutto? Cos’altro se non violenza verbale al limite dell’insulto? E’ costruttivo (oltre che originale) apostrofare coloro che con larga maggioranza hanno eletto l’attuale governo dicendo loro che sono degli illusi, degli anestetizzati; in ultima analisi, degli idioti? Questo non è parlare “per stereotipi”…? Che tristezza, invero…! L’“okkupare” con le due k, e la foto del ’68, e le occupazioni delle scuole… Trovarsi nel 2008 e sentire gli stessi sempiterni slogans di 40 anni fa! Come tutto ciò sa di stantio! E di decrepito. E’ decrepito e infantile insieme. Non saprei dire se più decrepito o più infantile… Com’è sconfortante notare come tutti, ormai, abbiano gettato il proprio intelletto dentro il pozzo di questo o di quel partito, dentro il pozzo di questo o di quello schieramento. E’ consolante gridare da quelle profondità e sentire che l’eco rimanda sempre la nostra stessa voce, i nostri stessi proclami? Ribadisco: dov’è il costrutto in tutto ciò? Dov’è il costrutto in questo continuo, martellante preconizzare sventure imminenti, catastrofi inevitabili? E’ con questo che si intende risollevare un Paese “stanco e depresso”? Vaneggiando (come alcuni fanno) l’apartheid alle porte, la dittatura strisciante (o lo spauracchio del comunismo dall’altra)…? Ma costoro sanno di cosa blaterano? O forse è la speranza intima di alcuni, che tutte queste sciagure si avverino? Per poter infine dire (stile Dario Fò): “Ecco, io lo sapevo! Io l’avevo detto!”. E compiacersi, infine, che l’ideologia di tutta una vita, in ultimo, ha trovato conferma? Una sorta di profezia che si auto-avvera? E’ questa la vostra consolazione? E allora via, scendete in piazza, o voi che siete addormentati, o voi che siete anestetizzati! Svegliatevi dal vostro “sonno di plastica” e forse (dico forse) riuscirete a comprendere come anche i vostri incubi altro non erano che fantasmi della vostra mente, involontarie, accecanti, proiezioni della vostra volontà. C’è chi non riesce a vivere senza il proprio inferno, senza il proprio demone; l’inferno della sinistra è la destra e quello della destra è la sinistra… Chi sarà abbastanza maturo da rendersi conto che, in fondo, non esiste alcun inferno? Chi vorrà svegliarsi dalle proprie illusioni? Nessuno. E tra 40 anni saremo ancora qui con i soliti decrepiti slogans. Decrepiti ed infantili, insieme. Non saprei dire se più decrepiti o più infantili…
(R.S.)
Un bellissimo articolo
Faccio i migliori complimenti a Federico per l’articolo. Spero veramente che questo movimento porti ad un risveglio generale,l’Italia è con le pezze al c… mentre tanta gente continua a credere che abbia i pantaloni di seta.
(Mattia Rontevroli)
Uscire dal cerchio
Gira da tempo sulle tv italiane uno spot di cui è protagonista Ennio Doris, socio del presidente del Consiglio nella proprietà (50 e 50) di Banca Mediolanum. Il Nostro, con una bacchetta in mano, traccia un cerchio (quasi perfetto) sulla sabbia di una spiaggia modello Caraibi, immerso in un’accecante e pervadente tonalità azzurra (potenza del colore) pronunciando più o meno le seguenti parole: “Banca Mediolanum, la banca costruita intorno a te”.
Ecco, sig. R.S., a me pare che lei stia beato dentro quel cerchio senza rendersi conto dell’aria che tira fuori. Faccia uno sforzo, sig. R.S., provi ad uscire, cerchi di comprendere cosa sta avvenendo nel nostro Paese prima che sia troppo tardi… anche per lei.
(L.B.)
P.S.: Sembra averlo capito anche Veltroni.
Per R.S.
Uscire dal cerchio non è così difficile:
1- alla tv guarda solo film o documentari…
2- la mattina non leggere il giornale ma parla con qualcuno;
3- se hai bisogno di informazione cercatela su internet (visto che lo usi)…
Es.: se la Gelmini dice che le scuole con meno di 50 alunni non chiuderanno (acc. non hai seguito il primo o secondo punto… ma non importa, l’importante è seguire il terzo) vai sul sito del governo e controlla i decreti…
E’ una vera palla… ma ti si aprono nuovi orizzonti…
Un saluto, R.S.
(Commento firmato)
P.S. – Non sono comunista perchè il comunismo è morto nelle ultime elezioni e ne sono contento… Dario Fo, con tutto il rispetto, è sempre stato una p…a. Ho meno di 30 anni e me ne sbatto di vecchie ideologie…
Diversità è ricchezza
Faccio parte di quella che Federico chiama “maggioranza silenziosa”. E’ triste venire offesi in modo direi così inutile e arrogante. Se non scendo in piazza a manifestare o se non incito allo sciopero è perchè penso che per uscire dalla crisi ci sia un solo modo, e cioè lavorare, e farlo insieme, smettendola di darci su a vicenda. Invece da parte vostra vedo solo insulti e intolleranza nei confronti di chi la pensa in modo diverso. Ricorda, Federico, che la diversità è ricchezza, e a volte confrontarsi con qualcuno che la pensa in maniera diversa può essere utile.
(Commento firmato)
Caro Federico…
Caro Federico, mi spiace che la sinistra critica sia uscita malconcia dalle elezioni, come peraltro l’Arcobaleno, ove tu e tutti i catechizzati di sorta dagli innumerevoli prof. sesantottini e loro degni successori delle scuole superiori vi sareste potuti schierare; probabilmente la strada giusta non era nemmeno quella… Dai retta ad un ultraquarantenne che di scioperi e piazzate in pubblico non ne ha mai voluto sapere; dimostra le tue capacità con qualcosa di concreto e non assurde congetture (che non servono ad alimentare il Pil); rimboccatevi le maniche e fateci vedere di cosa siete capaci, perchè per ora avete tutto da dimostrare. Per quanto riguarda i tuoi sfoghi amareggiati, consiglio una partitina a domino o a sudoku, distoglierà l’imperversare dei tuoi succhi gastrici e ti darà quel piccolo sollievo quotidiano che ti permetterà di andare avanti ogni giorno nelle avversità della vita, che non è tutta in discesa, non è sempre come piacerebbe a noi, non è sempre soddisfacente come vorremmo, ma è quello che i nostri genitori, i nostri nonni e i nostri zii sono riusciti a mettere assieme nella consapevolezza di non darci un futuro perfetto, ma accettabilissimo e migliore di quello di tanti altri. Fasciarsi la testa prima di averla rotta non mi sembra il caso, tutto questo buio all’orizzonte non lo vedo (e non soffro di cataratta); poi non preoccuparti se vorrai continuare ad essere pessimista, magari domani sbarcano gli extraterrestri e ci vaporizzano uno ad uno in 5 secondi!
(f.b.)