Home Cronaca Riforma della scuola / Ugolotti: “Parlare dei problemi, non attaccare le persone”

Riforma della scuola / Ugolotti: “Parlare dei problemi, non attaccare le persone”

10
2

Riceviamo e pubblichiamo.

-----

La polemica e il dibattito sulla scuola ha toccato anche la nostra montagna, così come ad ogni cambio di ministro e di ogni governo, sia di destra che di sinistra. Tutti ormai siamo a conoscenza del motivo che ha scatenato le polemica nell’Istituto superiore “Cattaneo-Dall’Aglio” di Castelnovo ne’ Monti e, come al solito, pare si faccia di tutto tranne la sola cosa necessaria: creare le condizioni per una seria e proficua discussione sul tema della riforma Gelmini.

Il tema è molto serio perché tocca centinaia di giovani che si stanno formando per il loro futuro, l’occasione di affrontarlo nel modo giusto sarebbe proficua soprattutto per il nostro territorio, vista l’emergenza in cui si trova la scuola e visto il rischio-sopravvivenza nei comuni più piccoli; si pensi poi ai giovani del domani, ai quali deve essere garantita l’occasione di fare le scelte più appropriate per il loro futuro occupazionale e per la realizzazione delle loro aspettative.

Invece si conquistano le pagine dei giornali locali e on-line per iniziare una campagna elettorale non sui problemi concreti ma sulle persone, nella speranza che attaccando chi non la pensa secondo il proprio indirizzo si possa aumentare il proprio consenso. Credo che sia il modo peggiore che la politica possa mettere in campo per risolvere i problemi.

La riforma Gelmini ha aspetti positivi quando vuole reinserire o rivitalizzare il merito, il rispetto, i valori che hanno reso eccellente la nostra scuola; ha invece aspetti negativi quando parla di tagli ai finanziamenti, di riduzione degli insegnanti di sostegno e di ridimensionamento del tempo pieno.

Altrettanto sbagliato è voler portare la Chiesa su polemiche o prese di posizioni a seconda del proprio tornaconto. Si ricordi che quando il governo di centro-destra decise di assumere migliaia di insegnanti di religione la volontà fu quella di puntare sul valore che porta nella scuola l’insegnamento della fede; lo fece non chiedendo a nessuno l’appartenenza politica né tanto meno arrogandosi il “diritto di scomunica”.

La nostra scuola ha un palese bisogno di essere riformata, tenendo come punti di riferimento l’importanza di un’istruzione e di una formazione che siano tanto radicate nei valori che hanno fatto grande il Paese e la società quanto capaci di corrispondere alle esigenze del mondo che cambia velocemente, le necessità delle famiglie in un contesto sempre meno semplice, la stretta correlazione tra la qualità dell’insegnamento e le possibilità di successo futuro.

Si affronti allora il problema senza preconcetti, personalismi, riferimenti ideologici o, peggio ancora, tentativi di portare ad ogni costo l’acqua al proprio mulino. Si accetti la discussione sul piano delle scelte concrete, il dibattito aperto e franco che solo può dare i frutti che non possiamo permetterci di negare ai nostri giovani e alle generazioni di domani.

(Robertino Ugolotti, consigliere comunale “Lista civica per Castelnovo Monti” e membro direzione provinciale Udc)

2 COMMENTS

  1. Questo è parlare
    questo è parlare, perlomeno costruttivo e chiaro, chi dice niente al voto in condotta e a tre grambiuli… Il problema sono i tagli che comportano la riduzione di piccole scuole e la conseguente mobilitazione di famiglie e bambini… Ma chi grida è combatte contro lo spettro del comunismo non ha tempo per rispondere o riflettere su queste cose…

    (Commento firmato)

  2. E’ dura!
    Penso che Robertino abbia colto nel segno. Ci vorrebbe del dialogo, si dovrebbero accantonare gli idealismi per un attimo, sedersi intorno a un tavolo e ragionare per obiettivi comuni: il sapere, la formazione, il radicamento nel territorio.
    Sinceramente non credo che il problema possa essere il grembiule o il voto in condotta. I problemi sono ben altri. Si vuole tornare al maestro unico. La giustificazione è che se una volta funzionava funziona ancora. Forse, e sottolineo forse, una volta la realtà non era quella odierna. Probabilmente il maestro unico non insegnava anche materie come educazione civica, informatica, educazione stradale, ecc. ecc. ecc. Quanti sarebbero oggi gli insegnanti in grado di insegnare italiano, matematica, storia, scienze, artistica, educazione fisica, religione, educazione civica, informatica, educazione stradale? Non credo molti! E se anche fossero tutti dei super-insegnanti, è giusto che un bambino si rapporti solo con una persona? Se questo bambino per caso non è capito da questo insegnante unico avrà tutta la carriera scolastica compromessa.
    Allora forse stiamo parlando di problemi economici, perchè si tratta di questo. I numeri dei tagli parlano chiaramente.
    Così come è palese che il chiudere scuole con meno di 50 alunni vuol dire che o prima o dopo le famiglie si trasferiranno verso centri urbani più grandi, per evitare levatacce ai figli e per dargli maggior tempo da dedicare allo studio, tempo sottratto dai trasferimenti.
    I plessi con meno di 500 alunni dovranno essere accorpati (anche questa una questione puramente economica). E c’è un bel da dire “la responsabilità rimane alle regioni, e quindi per eventuali accorpamenti in Emilia ce la dovremo prendere con la sinistra”. Ce la dovremo prendere con chi ha votato e voterà questa legge. Le regioni hanno le mani legate, verranno infatti commissariate se non si manterranno alla legge.
    Infine, provo una profonda tristezza e un senso di vergogna che non conosce limiti. Mi vergogno di essere cittadino italiano, mi vergogno che il Parlamento italiano approvi leggi razziste che prevedono classi differenti tra italiani e immigrati. Vogliamo integrare e invece creiamo i ghetti. Vogliamo fare imparare l’italiano a cittadini stranieri e con gli italiani neanche li facciamo parlare.
    Le mie sono opinioni di chi non è iscritto ad alcun partito e che quello che vorrebbe dai politici (destra, sinistra e centro) è il dialogo per ottenere un’Italia migliore, e nel piccolo una montagna migliore. Finchè la strada che alcuni prendono è di attaccare i comunisti e i preti (una volta erano i comunisti a farlo, gli stessi comunisti che mangiavano i bambini), vuol dire che di dialogo non ne vogliono neanche sapere; è questa la strada da seguire? E’ questa la maturità delle persone? E’ questo il modo di fare scelte per la collettività? Non credo.

    (Alessandro Torri Giorgi)