Dopo sei anni dalla caduta rimediata a Valencia il 13 novembre del 2002 nel corso di una seduta di test del team Yamaha che gli costò l'abbandono delle corse, Paolo Casoli rientra in pista. L'occasione è la prima edizione dell'Harley-Davidson XR 1200 Trophy che si disputerà in gara unica questo fine settimana sul circuito dell'Umbria a Magione (PG). Questa prova unica 2008 non è che il l'aperitivo di una sfida che negli anni è destinata a diventare leggendaria: per l'anno prossimo le gara potrebbero essere quattro o cinque per dare corpo ad un trofeo monomarca che si preannuncia assai selettivo e spettacolare.
Per tornare a Gasolio quel finale di stagione 2002 fu veramente tremendo per il campione di Castelnovo ne' Monti. Ai primi di settembre si disputò a Imola l'ultima gara del mondiale Super Sport. Paolo ci arrivò praticamente con il titolo mondiale già in tasca; bastava un piazzamento entro il nono posto. Cosa accadde? Che al semaforo verde invece di partire "calmo" e lasciar sfilare gli avversari per poi gestire solamente il risultato finale, parti a razzo buttandosi in un gomito a gomito con gli avversari fino alla staccata dopo la prima variante.
Gomme fredde, una cattiveria di troppo di "qualcuno", fatto sta che rovinò a terra frantumando in un autodromo davvero attonito e sbigottito un titolo mondiale già conquistato. Dopo quasi due mesi da questa tremenda "botta" ne giunse poi una ancora più terribile che, come detto, troncò la sua carriera: la caduta a Valencia. Gli esiti furono drammatici; venne ricoverato all'Ospedale in stato di coma con una diagnosi che parlava di gravi traumi a livello encefalico. Dopo una degenza di due settimane Paolo, anche grazie alla sua forte fibra ed a un fisico allenato, si riprese dal coma tanto da potere essere trasportato in Italia a Forlì a Villa Serena dove proseguì la degenza e fortunatamente migliorare. Ma alla fine arrivò l'inappellabile sentenza del prof. Carlo Bellini del Bellaria di Bologna che sottopose Gasolio ad un approfondito controllo neurologico. Certificò la guarigione non senza precisare però che il trauma aveva lasciato "piccoli segni a livello encefalico". Un ulteriore trauma su quei "piccoli segni" avrebbe rappresentato un rischio altissimo. Di qui la sofferta ma inevitabile, allora, decisione di abbandonare le competizioni.
Peraltro c'è chi sostiene che la botta di Valencia abbia avuto una precisa "paternità", attribuita all'infausta domenica di Imola. Nel senso che Paolo a Valencia stava iniziando i test in vista della stagione 2003; rabbia, delusione da smaltire, sete e fame di rivincita, fatto si è che si buttò a capofitto in quella sessione di collaudi. Non sapremo mai se fu un guasto meccanico o un suo errore, ivi compreso un approccio, come dire, troppo cattivo, fin dalle prime tornate. Per l'esattezza ne aveva concluse 13. Ma quella maledetta curva ha posto fine ad un sogno, ha troncato la carriera di un campione che davvero avrebbe meritato ben altri successi.
Caro Gasolio…
Non nel senso che questo carburante costa caro! A Castelnovo eravamo in tanti a fare il tifo per te! Ricordi quando venivi nella mia palestra ad allenarti? Anche noi siamo ancora pronti, in tanti, a tornare a fare il tifo per te! Neppure il nostro, di entusiasmi, si è ridimensionato col passare degli anni. In bocca al lupo!
(Umberto Gianferrari)