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E allora il Parmigiano Reggiano va dal ministro ombra

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ROMA (9 ottobre 2008) - Ai tempi dei benedettini di Marola, mica si potevano certo aspettare che a distanza di 850 anni il 'formadio' avrebbe spaccato Roma.

Dopo l'incontro mancato col ministro Zaja della delegazione scesa ieri a chiedere lo stato di crisi, ora il gruppo emiliano di amministratori di enti e consorzi è stato ricevuto dal ministro ombra per le politiche agricole Alfonso Andria, assieme ai parlamentari Paolo De Castro e Leana Pignedoli, rispettivamente Vicepresidente e capogruppo in Commissione Agricoltura, Albertina Soliani, Colomba Mongiello, Giuliano Barbolini, Vidmer Mercatali, Rita Ghedini.

La delegazione - composta dall'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni, dal Presidente della provincia di Modena Emilio Sabattini Carpini, dall'Assessore provinciale di Reggio Emilia Roberta Rivi e dal Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai - ha sottoposto ai senatori del Pd alcune proposte per superare la grave crisi che ha investito l'intero comparto del Parmigiano Reggiano. Tante le questioni sul tavolo. La prima urgenza è proprio la richiesta dello stato di crisi del settore e la conseguente riorganizzazione della filiera dal punto di vista commerciale. Altra proposta avanzata dalla delegazione è quella di ritirare dal mercato parte del prodotto per favorire una ripresa dei prezzi all'origine; inoltre, è stato chiesto l'intervento del Mipaaf presso l'Antitrust per consentire al Consorzio di regolare la produzione per un triennio; e ancora l'inserimento del parmigiano nella disciplina del sottocosto e un cofinanziamento pubblico per le campagne promozionali all'estero.

Da una nota ricevuta, i parlamentari del Pd hanno garantito il loro impegno, in sede parlamentare, per fronteggiare la grave emergenza che rischia di mettere al tappeto l'intero comparto e per fornire, al più presto, risposte concrete al mondo agricolo, nel breve e lungo periodo, su una questione di importanza primaria per il Paese.

Ma, come noto, al governo siede la parte avversa al Pd. E questa situazione di crisi di rapporti istituzionali... (cfr quanto accaduto ieri) certo non aiuterà a risolvere la crisi che sta attanagliando anche molte famiglie della montagna.

1 COMMENT

  1. Solidarietà al ministro Zaia
    Sono pienamente solidale con il ministro dell’agricoltura Luca Zaia a proposito della squallida strumentalizzazione, da parte della sinistra, sul mancato incontro romano, relativo alla crisi del Parmigiano Reggiano. Appuntamento cui però lo stesso Zaia, impossibilitato a partecipare, ha delegato alti dirigenti del ministero dell’agricoltura: quelli, per intenderci, che hanno “i cordoni della borsa”.
    La sinistra per coprire proprie responsabilità getta tutto il fardello della crisi sulle spalle del ministro, nel chiaro intento di coprire, questo sì, le proprie e grandi responsabilità.
    Resto altresì convinto che nell’incontro che si terrà a Parma martedì, a cui probabilmente parteciperò, il ministro porterà al tavolo del confronto alcune proposte di sostanziale aiuto per un settore che conosce benissimo.
    Nel frattempo cosa fanno Regione Emilia-Romagna e Consorzio di tutela? Nulla o quasi nulla e quel poco che si è fatto si è dimostrato ininfluente.
    Sono almeno trent’anni che si parla di un piano di ristrutturazione dell’intero comparto, di accorpare i caseifici per ridurre costi, stabilizzare le produzioni, incrementare la già alta qualità; dove sono finiti i soldi e che cosa si è realizzato?
    Per ridare fiato alle quotazioni del formaggio i produttori chiedono quote doganali, come accade già negli USA, sull’importazione di latte dai paesi extra-UE, oltre ad un maggiore coinvolgimento delle nuove generazioni.
    La Regione Emilia-Romagna spende una fortuna nella formazione. Quanti corsi per casaro o aiuto casaro si sono tenuti in Emilia-Romagna? C’è un enorme bisogno nel settore di manodopera qualificata e preparata, oggi l’unica risposta è il ricorso alla manodopera straniera.
    Enormi responsabilità ci sono anche da parte del Consorzio di tutela; non occorre essere esperti di marketing per vedere la differenza tra le politiche di promozione del “prodotto” Parmigiano Reggiano rispetto al Grana Padano, tutto a favore di quest’ultima produzione.
    In questo momento affiancare il Re dei formaggi a una nota catena di fast food non può che declassare, in termini d’immagine, il nostro formaggio. Altroché, come si dice, una promozione significativa.
    Il governo farà, come promesso dal ministro, la sua parte; la Regione deve però recuperare un ritardo trentennale e spero che il Consorzio non stia solo a guardare: ed è proprio il caso di dire “non pianga sul latte versato”.

    (Fabio Filippi, Popolo della Libertà-FI, vicepresidente)