E' stato un fine settimana da brivido, quello alle pendici del Cho Oyu, l'ottomila himalayano meta, tra l'altro, della spedizione partita dal nostro Appennino reggiano. Un articolo del sito specializzato www.montagna.tv, pubblicato quest'oggi, da cui apprendiamo più nei particolari cos'è successo mentre il gruppo reggiano tornava saggiamente verso valle, entra meglio nei particolari. Eccolo di seguito.
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Tragico incidente, durante la discesa dal Cho Oyu, per la spedizione internazionale Field Touring Alpine. L'alpinista canadese Guy Lavaille, provato dall'alta quota, è scivolato mentre tentava di scendere a campo 3 ed è morto in seguito alle ferite riportate nella caduta. Nel frattempo, sulla montagna, diversi altri alpinisti hanno riportato ferite, congelamenti e malori.
Sabato pomeriggio, Remensndyer ha toccato la vetta della montagna, 8.201 metri. Lavaille saliva con lui, ma si è fermato una sessantina di metri sotto perchè si sentiva poc bene. Il capospedizione, dopo essere andato in cima, lo ha raggiunto e hanno iniziato insieme la discesa che, passo dopo passo, sembrava sempre di più un calvario.
Lavaille stava male, era molto debole a causa della quota, e camminava troppo lentamente. I due alpinisti erano da oltre 40 ore nella zona della morte, sopra i 7.500 metri, il che non ha fatto che peggiorare la situazione dell'alpinista in difficoltà. Ad un certo punto, Lavaille ha messo un piede in fallo. Non si sa precisamente quando nè dove, ma l'alpinista è precipitato facendo un volo di diverse decine di metri che non gli ha lasciato scampo.
Secondo le prime ricostruzioni, erano circa le due di notte. Remensndyer ha lanciato l'allarme alle altre spedizioni, tra cui al personale della Img che è accorso in breve tempo con delle bombole d'ossigeno. Ma per il canadese, purtroppo, non c'era più nulla da fare. Remensndyer è poi riuscito a raggiungere una delle tende dei campi alti dove ha passato la notte prima di ricominciare la discesa.
Quello di Lavaille non è stato l'unico incidente avvenuto sulla montagna, che rappresenta una delle mete preferite delle spedizioni commerciali. Lungo la discesa e al campo base si contano diversi feriti a causa di incidenti o malori avvenuti tra venerdì e sabato, durante i tentativi di vetta.
Secondo quanto riferito dalle spedizioni commerciali nei loro report, due alpinisti cinesi sarebbero rimasti feriti da una scarica di rocce, mentre un altro alpinista sarebbe stato salvato per miracolo dalle guide della spedizione Summitclimb che lo hanno trovato nella parte alta della montagna mentre sedeva disorientato nella neve, senza più saper dove andare.
Un alpinista è collassato e ha dovuto essere rianimato d'urgenza, alcuni altri sono rimasti feriti durante delle cadute. Sulla montagna, poi, nel weekend ha iniziato a tirare forte vento e a fare molto freddo: molti alpinisti hanno sofferto di principi di congelamento. Nessuno di loro sembra essere in pericolo di vita, ma molti di loro stanno per essere evacuati e portati all'ospedale.
Sul Cho Oyu si trovava anche una spedizione italiana, formata dagli alpinisti Nicola Campani, Daniele Corsini, Fabrizio Silvetti e Fausto Sassatelli dell'Appennino reggiano. Gli italiani hanno rinunciato alla cima e sono già sulla via del rientro verso casa.
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