“Cambiamenti climatici ed effetti sulla biodiversità floristica” è il titolo del dibattito che si svolgerà domani, venerdì 3 ottobre, alle ore 21, al Centro "T.R. Correggi" di Cervarezza nell’ambito della terza giornata dell’iniziativa “Nella mente del lupo. Settimana della biodiversità” organizzata dal Parco nazionale.
Affronteranno il tema del cambiamento climatico e i suoi effetti sulla flora d’alta quota il prof. Marcello Tomaselli, del Dipartimento di Botanica dell’Università degli studi di Parma, e botanici specialisti quali il dr. Alessandro Alessandrini, dell'Ibc della Regione Emilia-Romagna e il dr. William Morelli, di INCIA.
Il clima sta cambiando in tutto il mondo. Alcuni paesi, soprattutto europei, stanno mettendo in campo politiche di riduzione delle emissioni dei gas che alzano la febbre della Terra e avviando l’adeguamento delle strutture e degli stili di vita ai cambiamenti dell’ambiente e del territorio.
Gli ecosistemi montani rappresentano l’unica unità biogeografica terrestre distribuita su tutto il pianeta: i cambiamenti climatici e il riscaldamento dell'atmosfera interessano tutti gli ambienti terrestri, ma in alta montagna gli effetti del global change sono più evidenti. In particolare, con l’aumento della altitudine aumenta anche l’influenza della temperatura sulla vegetazione d’alta quota che è considerata un valido bioindicatore di cambiamento climatico.
I settori montani più sensibili alle modificazioni climatiche sono posti tra il limite superiore del bosco e il piano nivale: in questa fascia altitudinale i gradienti ecologici diventano molto marcati e gli ecotoni sono spesso condensati. Tutto ciò fa sì che le modificazioni sulla vegetazione risultino rilevabili sulla breve distanza, rendendo possibili indagini più rapide e su zone relativamente piccole. Inoltre, molte specie montane sono longeve e reagiscono alle variazioni termiche sul lungo periodo.
Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano partecipa attraverso il Dipartimento di Ecologia del Territorio dell’Università di Pavia al progetto denominato GLORIA (Global Observation Research Initiative in Alpine Environments), con l’obiettivo di monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla vegetazione di alta montagna in Europa. Il progetto è coordinato dell'Istituto di Ecologia e Biologia della Conservazione dell'Università di Vienna, diretto dal prof. Georg Grabherr.
Attualmente il monitoraggio coinvolge venti aree campione (target regions) distribuite in diverse zone climatiche dalla Scozia agli Urali, dalla Sierra Nevada al nord della Svezia. Due di queste aree campione si trovano nel territorio del Parco nazionale: sono l’Alpe di Mommio (MS) e il monte Casarola.