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Bacino idrico tra Reggio e Parma, se ne discute in Regione

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“Attualmente il deficit idrico della provincia di Reggio Emilia è quantificabile in 20 Mmc/anno, e la situazione a Parma è ancora più grave”. La frase è del consigliere del gruppo regionale del Popolo della Libertà-FI Fabio Filippi.

Lo scorso 12 giugno, a Roma, Filippi aveva avuto un colloquio sul problema idrico emiliano con il ministro Stefania Prestigiacomo. Due anni fa dalle rive del Po, la stessa Commissione Ambiente della Camera, guidata allora da Ermete Realacci, rilevava l’importanza di realizzare un invaso in Appennino.

“Risulta prioritaria la costruzione di un invaso idrico artificiale in Appennino - torna alla carica Filippi - nella Val d’Enza, in modo da consentire un approvvigionamento costante di acqua, anche nei periodi siccitosi. Sono 150 anni che si parla di un invaso tra Reggio Emilia e Parma: è ora di passare dalle parole ai fatti. Negli anni ‘90 furono iniziati i lavori per la costruzione della diga di Vetto, ma furono subito interrotti per divergenze politiche e di potere sulla gestione delle acque. La diga potrebbe essere utilizzata oltre che per la fornitura di acqua irrigua anche per l’approvvigionamento di acqua potabile e per la produzione di energia pulita".

La Provincia di Reggio Emilia e la Regione Emilia-Romagna hanno proposto la realizzazione di invasi ricavati negli sbancamenti delle ex cave. Sull’Enza è previsto un nuovo bacino di 20/25 Mmc (su quest’ipotesi esiste già una delibera favorevole dei 2 comuni interessati).

“Sull’ipotesi Stretta delle Gazze – afferma ancora il consigliere reggiano – è possibile aprire una discussione con il governo regionale”.

Filippi ha presentato una risoluzione regionale, chiedendo alla Giunta Errani di inserire nella legge finanziaria regionale del 2009 o nell’assestamento del bilancio pluriennale 2008-2010 o nei bilanci seguenti un capitolo di spesa che preveda almeno 5 milioni di euro per un project financing relativo alla costruzione di un invaso idrico artificiale in Appennino e nella val d’Enza ed a indire un bando pubblico aperto ad aziende e operatori interessati alla costruzione e alla gestione dell’opera.

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LA RISOLUZIONE PRESENTATA DA FABIO FILIPPI

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna,

premesso

- che in questi ultimi anni, nelle province di Reggio Emilia e Parma, sono stati registrati frequenti allarmi per la carenza d’acqua, sia potabile che ad uso irriguo, a causa delle secche del fiume Po;
- che attualmente il deficit idrico della provincia di Reggio Emilia è quantificabile in 20 Mmc/anno, la situazione a Parma è peggiore;
- che, in questi anni, gli agricoltori hanno subito ingenti danni economici;
- che gli aumenti relativi ai prodotti agricoli coltivati nel territorio reggiano e parmigiano sono stati consistenti;

considerato

- che la Regione Emilia-Romagna ha denunciato a più riprese il preoccupante fenomeno dell’abbassamento delle falde acquifere, e il costante aumento dei consumi di acqua per scopi civili, industriali ed agricoli;
- che i cambiamenti climatici in atto nella pianura padana hanno comportato, secondo gli scienziati ambientali e i meteorologi, un differente regime delle precipitazioni, concentrate in eventi più intensi e di breve durata durante le stagioni invernali e prolungati periodi di siccità durante le stagioni estive;

appreso

- che risulta prioritaria la costruzione di un invaso idrico artificiale in Appennino, nella Val d’Enza, in modo da consentire un approvvigionamento costante di acqua, anche nei periodi siccitosi;
- che sono 150 anni che si parla di un invaso tra Reggio Emilia e Parma;
- che negli anni ‘90 furono iniziati i lavori per la costruzione della diga di Vetto, ma subito interrotti per divergenze politiche e di potere sulla gestione delle acque;
- che la diga potrebbe essere utilizzata oltre che per la fornitura di acqua irrigua anche per l’approvvigionamento di acqua potabile (con notevole riduzione dei costi dell’acqua per uso civile) e per la produzione di energia pulita;
- che due anni fa, i componenti della Commissione Ambiente della Camera, guidata da Ermete Realacci, si recarono sul Po per valutare i problemi della crisi idrica, rilevando l’importanza di realizzare un invaso in Appennino;

sottolineato

- che la Provincia di Reggio Emilia e la Regione Emilia-Romagna hanno proposto la realizzazione di invasi ricavati negli sbancamenti delle escavazioni industriali delle ex cave;
- che l’ipotesi d’intervento (mappa allegata), tra i comuni di Ramiseto e Palanzano, bacino della Stretta delle Gazze (esiste già una delibera favorevole dei 2 comuni interessati), è poco impattante a livello ambientale e risulterebbe particolarmente vantaggiosa per l’economia collegata all’agricoltura;
- che i residenti ed i cittadini potrebbero ottenere acqua potabile e corrente elettrica a prezzi più accessibili;

impegna la Giunta regionale

- ad inserire nella legge finanziaria regionale del 2009 o nell’assestamento del bilancio pluriennale 2009-2011 o nei successivi, un capitolo di spesa che preveda circa 5 milioni di Euro per un ‘proget financing’ relativo alla costruzione di un invaso idrico artificiale nella Val d’Enza in Appennino tra Reggio e Parma;
- ad indire un bando pubblico, aperto ad aziende e operatori interessati alla costruzione e alla gestione dell’opera.