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Game over?

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Ospitiamo volentieri il contributo che un nostro lettore ci ha inviato in relazione al tema posto dal nostro collaboratore Federico Zannoni in merito alle opportunità sociali, soprattutto giovanili, esistenti a Castelnovo ne' Monti.

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Debbo dire che, dal mio punto di vista (sia professionale che umano, in quanto ultraquarantenne, operatore nel commercio e residente in Castelnovo ne' Monti da oltre 20 anni), ho notato e vissuto molti di quei momenti di cui si parla (vedi l'articolo): dal "pellegrinaggio" dei giovani da un punto all'altro del paese, facendo tappa nei molti locali aperti al sabato sera, alla buona qualità delle attrazioni della Frescaspesa degli anni 80/90, alla semplicità con cui ci si divertiva ai nostri tempi...

Vorrei ricordare che quando io avevo 18/20 anni non esistevano i cellulari (s'infilavano i gettoni nel telefono pubblico e ci si divertiva coi classici scherzi telefonici). Oggi chi di noi e dei nostri figli non ne ha in tasca almeno - e sottolineo almeno - uno...

Con 6000 lire finivo di lavorare e mi recavo al Rusticone a mangiare 1 pizza e mi bevevo 1 Fanta... Con 3000 lire si andava a cinema e con 15000 si faceva il pieno di benzina. Purtroppo i tempi sono cambiati, siamo cambiati noi; di conseguenza sono cambiati i nostri figli i nostri giovani, che si propongono alla vita quotidiana con tutti i difetti che non abbiamo potuto e voluto evitare che avessero.

Tutto ciò che desiderano lo ottengono senza problemi e soprattutto senza doverselo sudare o conquistare... Basta guardare in terra in piazza alla mattina presto: possibile che nesuno abbia mai insegnato loro a buttare le bottigliette ed i bicchieri di carta nei numerosi cestini appositi? E i bicchieri di vetro? E' diventata una moda scaraventarli a terra, nelle aiuole, portarli in giro per i marciapiedi del paese o se non lo fai sei uno "sfigato"?

La Frescaspesa ritengo che, se non verrà rivista sotto un altro aspetto, abbia perso il suo interesse. Non nascondiamoci dietro ad una mano, il cassetto parla chiaro, la gente fa una "vasca" su e giù per il paese, due chiacchiere con gli amici che vedi poco o con i parenti della Lombardia e della Liguria davanti ad una bibita (già una birra può costare il carcere... Longagnani non perdona), un cono gelato della "Malefica" e la serata è risolta.

Le attrazioni culturali? Castelnovo ne' Monti 10.000 e passa abitanti... da 50 a 300 partecipanti quando va grassa... Ragazzi, adesso va di moda la festa paesana!!! Sole di Vetto: quintali di pizza casereccia, migliaia di coperti e spettacolo pirotecnico da sballo!!!! Festa dell'agricoltura a Corneto? Una garanzia!! Lotterie con premi del calibro di Fiat Punto o Panda che siano, migliaia di coperti, spettacolo pirotecnico da sballo!! Si vede già dal Ponte Rosso!

A Castelnovo? No, mi spiace, c'è rischio incendi da parte della protezione civile, non si può fare... Ma se siamo in mezzo al cemento!!!! Siamo riusciti a cementificare anche le pinete, oramai! E mi dite che i numeri della Frescaspesa sono confortanti? E che il ritorno delle manifestazioni culturali è incoraggiante? Dimenticavo, il famoso autobus per la Nostra Duna degli Orsi. N° 1 autobus che effettuava 1 solo viaggio di andata e ritorno da Castelnovo a Baiso via Casina e Carpineti, 50 posti disponibili di cui 20 per Castelnovo 15 cadauno per Carpineti e Casina, al martedì biglietti esauriti, impossibile accontentare neanche il 15% dei richiedenti, poi nessuno ha notato che a luglio ha funzionato (parliamone...) mentre ad agosto è completamente sparito?
Ne chiedo il motivo agli organizzatori la risposta: servizio interrotto in quanto i comuni aderenti all'iniziativa non hanno versato il contributo di luglio nei tempi e nei modi pattuiti in sede contrattuale, così il gestore dell'autobus ha tenuto il mezzo in garage per non farsi prendere per il naso ulteriormente.

C'è molto da fare, ragazzi, sia da parte nostra ma anche da parte vostra, che vi relegate a vittime ma quando è il momento di tirare fuori gli attributi sono a casa sul comodino... Tante chiacchiere, tante buone proposte, ma come sempre solo al tavolo del bar... E intanto Castelnovo muore come i suoi turisti che non hanno più turn over.

Caro marinaio delle Marmoraie, tieni botta che sei l'ultimo dei mohicani villeggianti castelnovini, sei rimasto l'unico collegamento tra la mia e la nuova generazione...

(Lettera firmata)

29 COMMENTS

  1. Ognun per sè e Dio per tutti
    Sì, a volte li lasciamo a casa gli attributi, ma lo dici tu stesso con le tue parole: ora per una birra ci vuole tanto come andare a mangiare una pizza+andare al cinema ai tuoi tempi… Chi ha voglia di proporre qualcosa quando per mettere in piedi questo qualcosa servono soldi e soldi a palate? Per questo si fanno proposte solo davanti al tavolino del bar… E parlo di noi ragazzi perchè se fossi una di quelle persone tipo negozianti o chiunque abbia un’attività a Castelnovo sarei il primo a proporre e a tirar fuori moneta dalle mie tasche per sponsorizzare qualcosa, anche perchè quei soldi che metto fuori di mia tasca, facendomi pubblicità, so che prima o poi torneranno quando la gente inizierà a girare per Castelnovo più numerosa…
    Il problema è che ognuno pensa per sè e verso gli altri è indifferente e nessuno vuole fare qualcosa per la comunità se non è sicuro di avere un’entrata economica bella grande. Vedi, a Castelnovo la maggior parte dei negozi ha prezzi che sono un 10-20% maggiori di tutti gli altri paesi… Io stesso quando devo prendere qualcosa vado a Reggio: ci sta la benzina, il tempo perso per andare giù e la cordialità di chi ti serve, che qua… non ne parliamo, sembrano siano lì a servirti per farti un piacere…
    Comunque parliamo di divertimenti. Sì, belli gli scherzi telefonici oppure attaccare lo scotch ai campanelli; io stesso che ho 24 anni ammetto di averli fatti alcune volte, ma tempo fa; prova ora a fare una cosa del genere… Se ti beccano magari sono anche capaci di tenerti una notte in caserma o farti una multa a 3 zeri… O peggio ancora sporgere denuncia per avere un risarcimento… Chi rischia? Io no, mi sento più tranquillo seduto in un bar. E se vanno le feste paesane è perchè in mezzo a chi le sostiene ci sono persone come gli stessi abitanti dei paesi che aiutano lo stesso anche se a loro in tasca non gliene viene niente.
    Secondo me a Castelnovo manca un’associazione di negozianti o comunque di chi ha un’attività e tiene al proprio paese ed ha voglia di portare nuovo turismo e farsi conoscere in giro.

    (Commento firmato)


  2. Che dire!!! Vedo che non sono l’unica a pensarla così… Ho 24 anni, lavoro a Castelnovo ma non ci vivo… Devo ammettere che rimpiango un po’ i tempi in cui ne avevo 16 perchè in giro c’era molta più gente, ci si divertiva con molto meno… Anni fa il venerdi, e ancor di più il sabato, a Castelnovo c’era tutta la montagna, da Collagna a Casina erano tutti radunati qui… Avete provato a fare un giro per Castelnovo al venerdì e al sabato?… Il nulla o poco…. non c’è attrattiva, non ci sono iniziative…. Mi chiedo come mai alle feste paesane, alle sagre estive, alla festa del cinghiale (per fare un esempio) c’è sempre pieno e a Castelnovo, che è il capoluogo della montagna, non c’è mai nessuno!?… Sveglia!!!!!!! Sarà… ma io preferisco farmi qualche chilometro, andare verso Reggio o Parma e poter dire: “Ho passato proprio una bella serata… “.

    (Commento firmato)

  3. Ai giovani…
    Leggo con interesse gli interventi su questo argomento delle poche proposte a Castelnovo, e mi chiedo, a chi sono rivolte le critiche? Perchè piuttosto che lamentarsi che “non c’è niente” non vi organizzate e proponete qualcosa? Faccio un esempio: a Casina circa 10 anni fa un gruppo di ragazzi (che allora avevano tra i 18 e i 25 anni) appassionati di musica, arte e cultura ha scelto di mettersi in gioco ed è nata “Effetto Notte”, che ogni anno organizza mostre, concerti, proiezioni cinematografiche, serate di animazione in paese che coprono tutta l’estate, senza bisogno di grandi sostegni da parte degli enti pubblici al di là della disponibilità di alcuni spazi e strutture. A Carpineti “Stana” fa più o meno altrettanto. Non credo ci si possa lamentare perchè a Castelnovo manca una “discoteca comunale”, perchè non si è mai vista da nessuna parte… E poi anche io frequentavo l’Edel, o “Opera”, oppure di nuovo Edel, e devo dire che negli anni si sono alternati periodi in cui faceva pieno (pochi) ed altri in cui andava più o meno deserto perchè tutti andavano in Tavernetta o a Cavola…
    E il discorso che tra le “attività culturali” andrebbero organizzate delle feste paesane non lo capisco: a parte che quelle in giro in montagna sono tutte organizzate in primo luogo da associazioni e pro-loco varie (quindi, anche in questo caso, da gruppi di persone di buona volontà, come a Castelnovo succede per le feste del Gaom e dell’Unitalsi), non si può certo ipotizzare di sostituire il cinema, il teatro o il Merulo con delle sagre. Le quali hanno successo anche per il motivo che è bello fare ogni tanto un giro inm borghi e frazioni dove non si và spesso (Villaberza, Sole di Vetto, Sologno, Tizzolo ecc… ). Tralascio infine il fatto che quando a Castelnovo c’era più “vita” notturna c’erano anche un sacco di lamentele in più di persone che ad essa non erano interessate. Insomma, in definitiva se volete che in paese ci sia qualcosa in più, di diverso, di nuovo, provate (proviamo) a costruirlo! Da altre parti lo fanno.

    (Commento firmato)

  4. Sveglia… e …basta poco
    Bellissimo questo contributo di un lettore, l’ho letto anche più di una volta come lettore ultrasessantacinquenne; ma nonostante la differenza di età concordo pienamente e dopo tanto tempo che leggevo regolarmente i vari articoli di Redacon e pigramente non intervenivo nel dibattito questo mi ha fatto decidere.
    Ci sarebbero tante altre cose da aggiungere, ma sono sicuro che ci sarà l’occasione.
    Fra i moltissimi meriti, volevo fare una piccola osservazione ai bravi redattori di “Redacon”: questo articolo l’ho visto in prima pagina soltanto per la durata di mezza giornata… Poi è finito nelle successive non visibili…. È colpa della mia distrazione?
    Inoltre, come commerciante, naturalmente non sono molto d’accordo sul secondo commento di “lettera (non) firmata” e molto anche dal terzo che interviene sempre con “lettera (non) firmata”. Le spese delle varie iniziative a Castelnovo sono sostenute da sempre quasi tutte dai commercianti. Fa parte del mio lavoro fare spesso controlli e verifiche sui prezzi praticati e non me la sento proprio di sostenere che i prezzi sono molto più alti a Castelnovo rispetto a quelli della città e che c’è più convenienza a farsi un viaggetto, pagare la benzina e perdere tempo (non poco) per recarsi in città. Intanto in questo modo non si aiuta certo l’economia della montagna; poi si crea più inquinamento, visto che i giovani sono così sensibili a questo problema; inoltre si consuma un bene prezioso che è il carburante, destinato a finire negli anni.
    Posso aggiungere a mia ragione che io ho diversi clienti che arrivano dalla città; non certo regolarmente, ma di frequente. La soluzione potrebbe essere quella di cercare qualche agevolazione, almeno fiscale, per chi opera in queste zone un po’ disagiate per fare in modo di trovare tutta la merce che serve comodamente sotto casa a due passi di distanza a prezzi anche migliori delle città, ma purtroppo i nostri politici (tutti) sono attentissimi a difendere ed AGEVOLARE il più possibile i grossi operatori e non il piccolo commerciante sotto casa che oltretutto dà anche un servizio… Ma forse è moderno così: in questo modo si possono fare le vasche dentro i centri commerciali, forse più avanti perfino le vacanze!
    Forse un po’ di “sveglia?” (la richiesta del terzo intervento) o di rinnovamento si può chiedere ai giovani, nel senso che forse potrebbero fare un po’ di esperienza commerciale… od altro. Io sinceramente ne ho già un po’!!! Ed ancora, non servono molti soldi per chi ha voglia di organizzare qualche cosa per il nostro paese, ma soltanto un po’ di buona volontà da parte dei giovani che hanno voglia di dedicare un po’ del loro tempo a qualche cosa di utilità comune. Si può prendere esempio da Redacon??
    Grazie.

    (Elio Bellocchi)

  5. Basta decidersi…
    Grande Elio, ti ho sempre stimato come commerciante e come persona e ora debbo togliermi il cappello anche per come porti avanti le tue idee… Strano che come al solito si rivolgano critiche ai commercianti e al commercio di Castelnovo, che per quei 15 giorni all’anno tra fiera estate e festività varie che lavora a pieno ritmo deruba i clienti e arricchisce i proprietari, mentre per i restanti 330 giorni lavorativi (ho tolto le ferie e qualche riposo la conosco la matematica… )quando grida di non fare l’onda per non affogare non se ne accorge mai nessuno (neanche la finanza, i controlli li ho sempre avuti solo la prima metà di agosto e sotto Natale). Tanti anni in questo settore e mi accorgo sempre di più quanto sia strano il mio mestiere. Ho avuto un locale per diversi anni e quando l’ho chiuso perchè non lavoravo abbastanza per vivere e pagare affitti da via Montenapoleone, il primo che ha detto che gli dispiaceva era uno che non era mai entrato da me! Avevamo le corriere in piazza Peretti e con la scusa della sicurezza e della viabilità le hanno portate davanti alla Coop (chissà come mai non davanti alla Poligrafica o al bar Milan, per dire?). Risultato: commercio e movimento di persone in centro sparito; in compenso non si trova un parcheggio manco a pagarlo… Ma di chi sono le auto?
    Organizzi qualcosa e la gente brontola, troppa confusione; non la organizzi e brontola: “In questo paese non c’è mai niente”. Diteci cosa volete che facciamo, ma prima mettetevi d’accordo, eh? Altrimenti siamo al punto di prima. Per quanto riguarda i costi è meglio che non si parli se non si sa. Metti un vaso di fiori su suolo pubblico e devi far fare un progetto da un geometra (e pagarlo): piano di sicurezza, impatto ambientale, pagare la tassa sul suolo pubblico, Siae, Irap, Irpef, Ilor, 8 per mille, spazzatura, ecc. ecc. Ah, dimenticavo l’assicurazione: se un bambino idiota lo rovescia e si fa male non è colpa della mamma che sta a messaggiare col telefonino invece di controllarlo, è mia che ho messo il vaso dove un bambino se lo può tirare addosso. Siamo messi così ma è colpa sempre dei commercianti, non dell’indifferenza generale. Quando andavo in giro a racimolare qualche euro per fare tirare avanti il Near (oggi Croce Verde di Castelnovo) la gente mi diceva: a che serve, tanto c’è lì l’ospedale… Siamo fatti così, devono sempre fare gli altri e farlo bene, perchè criticare è più semplice e meno impegnativo.

    (Commento firmato)

  6. E’ proprio vero che…
    E’ proprio vero che se non hai provato non sai cosa voglia dire la vita del commerciante…. E’ proprio vero che quelli che ti criticano sono i clienti peggiori…
    Ma ho scoperto facendo questo mestiere che di brava gente ce n’è molta di più di quello che si pensa… Vorrei rispondere al “giovane” che va a Reggio a comprare e che dice che ci sta dentro con la benzina. Secondo me dovresti fare meglio i calcoli,
    perchè non è solo la benzina ad essere spesa, è anche il tempo… Comunque, se tutte le famiglie spendessero nel mio negozio non il calcolato 1 per cento dei loro bisogni ma un 15-20 per cento potrei creare un posto di lavoro… e non si impoverirebbero… Non sto parlando del 100 per cento, sto parlando di una piccola parte. Quindi, giovani, se andate a Reggio a comprare non lamentatevi se qui in montagna non ci sono posti di lavoro. E riguardo al fatto della gentilezza… Cosa?? A Reggio nei centri commmerciali sono più gentili che in un negozio da noi in montagna??? Ma ci sei mai entrato più di una volta in un negozio a Castelnovo???

    (Commento firmato)

  7. La capacità di comprendere le critiche
    Gentile commerciante, io sono tra quelli che con una certa frequenza non entrano due volte nei negozi della montagna… E sa perchè? Perchè la prima esperienza, spesso tutt’altro che positiva, mi ha sconsigliato a farne una seconda. Lei potrà essere anche un buon commerciante, ma se mi dice che la gente dovrebbe spendere nel suo negozio per garantirle un discreto tenore di vita e magari permetterle di assumere personale, francamente del commercio deve aver compreso ben poco. E mi permetta un ulteriore consiglio: il buon commerciante non è quello che si compiace dei complimenti della “brava gente” ma quello che sa ascoltare le critiche e capire perchè i “clienti peggiori” non tornano nel suo negozio. C’è sempre una ragione per i comportamenti dei consumatori ma i negozianti della montagna sono ben lungi dal comprenderla.

    (R.S.)

  8. Ma che cosa ha letto del mio intervento?
    In risposta a R.S. Quindi se ho ben capito lei entra in un negozio e se non viene trattato “alla perfezione” non entra mai più… Chissà come la tratta il suo datore di lavoro? Ma secondo me le avrà perdonato uno sbaglio, ogni tanto… O no? E lei certo però non perdona agli altri… Perchè…???? Perchè pretende che un negoziante sia impeccabile… sempre gentile… un po’ lecchino… quando è normale che un essere umano ogni tanto si alzi male dal letto? Perchè appena scrivo “se le famiglie spendessero di più nel mio negozio potrei creare un posto di lavoro” lei controlla subito il mio tenore di vita? Come fa a dire che non capisco niente di commercio quando parlo di creare posti di lavoro? Secondo me lei è molto vittima del nostro tempo….!!!

    (Commento firmato)

  9. La crisi è solo agli inizi
    Giusto, R.S., ognuno di noi è libero di fare la spesa dove vuole, ci mancherebbe! C’è gente di qua che va appositamente a Livigno; la merce costa meno. Chissà perché questa città italiana gode di un sistema fiscale particolare e nessuno protesta, ma poi ci sentiamo dire che gli evasori sono quelli con la partita Iva e non quelli che legittimamente vanno da quelle parti a fare spese. C’è parecchia gente che va nei centri commerciali: giusto, giustissimo fare un confronto, i prezzi forse sono un po’ più bassi, ma di sicuro non sempre c’è più scelta, questo sì, e questo provoca anche indecisione o acquisti sbagliati o di pessima qualità, qualche volta ci vado anch’io a curiosare…. Pochi giorni fa ho preso un caffè e la commessa, mentre mi serviva, ha continuato a parlare con la sua collega delle ferie passate. Ho pagato e non mi ha mai guardato negli occhi… e nemmeno salutato; continuava a parlare di ferie: forse questa è l’esperienza positiva?
    Una telefonata curiosa che ho ricevuto non tanto tempo fa: “Mi scusi sign ….. sono stato in un centro commerciale ed ho visto due prodotti con prezzo simile ma di due marche diverse, una x ed una y (marche e prodotti che ho anche io da vendere) sono indeciso, mi dice per favore, lei che è pratico, quale è la migliore??”. Cosa dovevo rispondere? Che quel centro è molto professionale e che quel commesso ispira fiducia?
    Poi sentiamo… una notizia di pochi giorni fa che riguarda soprattutto Reggio Emilia, ma poi naturalmente subito dopo messa nel silenziatoio (e forse purtroppo come al solito sarà messa nella benevolenza): “evasione al telefono”, 300 milioni di euro (non bruscolini) di evasione… ma IVA completamente evasa sui telefonini con triangolazioni all’estero e con vendite scontate nei centri commerciali del 20%… Ma mi chiedo: chi avrà commissionato quella roba e sarà soltanto un caso isolato?
    Quindi noi siamo chiamati a creare avvenimenti per incentivare il turismo… In questa crisi generale che secondo me è appena agli inizi e con le tasse esagerate che dobbiamo pagare mi chiedo: per quanto tempo ancora resisteremo?? Presto lasceremo lo spazio a chi del commercio ha capito tutto ed è capace di comprendere le critiche.
    Grazie.

    (Commento firmato)

  10. E lei che cosa ha capito del mio?
    Gentile commerciante, che io sia vittima del mio tempo non lo so, ma so per certo che ci vivo dentro e sono sempre pronto a coglierne gli aspetti positivi e le criticità; se lei facesse lo stesso forse le sarebbe di grande giovamento ed invece più la leggo e più mi pare di capire le ragioni per cui il commercio in montagna vive una grave crisi. Le ragioni sono la totale incapacità di adeguarsi ai cambiamenti del costume e del consumo preferendo crogiolarsi negli antichi fasti di quando il commercio in montagna “tirava”, la “Frescaspesa” funzionava, ecc. ecc. Gli atteggiamenti nostalgici, ancorché comprensibili, sono, nel commercio, di utilità nulla. Il commercio in montagna è incapace di autocritica; il declino del settore viene sempre addebitato a fattori esterni (viabilità, parcheggi, ecc.) e mai interni alla categoria.
    Vede, gentile commerciante, uno dei miei docenti di marketing soleva dirmi: “Non vi è mai una seconda occasione per dare una buona prima impressione”, e questo, nel commercio, è particolarmente vero. Che anche i commercianti siano uomini e, in quanto tali, soggetti a sbalzi di umore è perfettamente comprensibile ma se lei ha la pretesa che il cliente si dimostri comprensivo e cristianamente disposto a porgerle l’altra guancia lei vive nel mondo dei sogni. L’anomalia, mi consenta, non è nel cliente ma nell’esercente che ha una tale, assurda, pretesa… Io non escludo a priori di non mettere mai più piede in un negozio qualora non riceva il servizio che mi aspetto ma di sicuro passerà molto tempo prima che ciò accada di nuovo. Facciamo un esempio senza alcun riferimento a fatti reali: entro in un ristorante e non solo mangio appena decentemente ma la cameriera si dimostra pure scontrosa e quando arrivo a pagare il conto è anche salato… Lei che farebbe? Tornerebbe in quel ristorante la settimana dopo? Io, personalmente, mi farei il giro di tutti i ristoranti concorrenti per vedere se trovo qualcosa meglio prima di tornare in quel ristorante. Dice che i clienti che si comportano in questa maniera sono cattivi clienti…? Se è così le dico che lei non conosce minimamente i clienti e, pertanto, non può essere un buon commerciante. Il paragone con il datore di lavoro non c’entra nulla, perchè col negoziante non devo affatto avere un rapporto costante, giornaliero: in altri termini posso farne a meno o rivolgermi a qualcun altro. Quanto al riferimento, da me fatto, al tenore di vita, esso era la semplice constatazione che un commerciante, a meno che non sia votato alla santità, dubito che assumerebbe personale prima che egli stesso abbia raggiunto, per sé e la sua famiglia, una certa stabilità economica. Quanto le sto scrivendo a me pare l’ABC del commercio, eppure lei sembra non esserne consapevole… Concludo dicendo che (per mia personale esperienza) quello che imputo a molti commercianti non è la scortesia ma un certo pressappochismo, una mancanza di cura per i dettagli e per i clienti, la terribile sensazione che essi pensino che “se si chiude una porta si spalanca un portone”, ovvero “al massimo se perdo un cliente ne guadagnerò un altro”. Ma questo lo possono dire nella riviera romagnola, dove i clienti sono in esubero. Se non si entra nell’ottica che il commercio, in montagna, deve fornire un servizio di eccellenza per sopperire ai molti gap infrastrutturali rispetto alla pianura, beh, allora non si andrà da nessuna parte.

    (R.S.)

  11. Chi ha la partita Iva e chi no
    Diceva un vechio saggio: il mondo si divide in due, c’è chi ha la partita Iva e chi no! Ma lei, gentile sig. R.S., cosa aspetta a prendere una partita Iva? Presumo che con le sue strepitose idee farebbe affari d’oro; c’è posto per tutti.

    (Commento firmato)

  12. Non sviamo dal problema
    Cari tutti, il problema sollevato dal forum non credo volesse essere commerciante bravo o no. Il problema principale è cosa si vuole e cosa si può fare a Castelnovo. Ci manca una spinta, che però la si deve dare tutt’insieme. Ci vuole coraggio nel mettersi in gioco e ci vogliono idee. L’unione, si sa, fa la forza. Quindi svegliamoci! Non sono un commerciante ma non mi sembra corretto dare a loro la colpa. In primis c’è da chiarire fin da subito che la stragrande maggioranza dei nostri commercianti sono tutti cortesi. Il signor R.S. avrà avuto delle brutte esperienze da parlare così, ma sicuro non bisogna generalizzare. Nel nostro paese i nostri commercianti se ti vedono in giro per strada ti salutano. Vada a Reggio e mi dica quanti commercianti l’han mai salutata fuori dal negozio.
    Per rispondere alla problematica prezzi. Su alcune cose effettivamente, è vero, a Reggio costa meno, ma di sicuro non tutto. Oggi il commerciante si trova a “combattere” con le catene in franchising che riescono a fare super promozioni. Attenzione, però, perchè a volte non serve avere il franchising, perchè in quel caso la politica dei prezzi la fa la casa madre e il commerciante non può far nulla. Addirittura a parità di catena si potrebbero avere offerte a Reggio differenti da quelle di Castelnovo (vedere le politiche di sconto dei negozi). Per non parlare dei ristoranti, perchè comunque il rapporto qualità/prezzo/cortesia che si trova da noi di sicuro non lo trovate a Reggio; se però mi dite che preferite al sabato sera cenare a Reggio per poi andare al “Sali e Tabacchi” allora il problema è differente. Ma se volete trovare un ambiente familiare state pure in montagna e non vi sbagliate.
    L’unica cosa che possiamo fare è rimboccarci le maniche.
    Saluti a tutti.

    (Alessandro Torri Giorgi)

  13. Ecco qua
    P. Iva 02149470359. Magari le potrei pure essere utile… E se non faccio affari d’oro, anzi tutt’altro, è perchè è ben difficile vendere i servizi che vendo a commercianti che già si ritengono al top dell’innovazione, della comunicazione e del savoir faire. Quando il commercio montano deciderà di uscire dal baule con la naftalina sarà sempre troppo tardi…

    (R.S.)

  14. Ecco…
    …salta fuori che R.S. ha la Partita Iva, e si lamenta che non fa affari d’oro; ma è il primo a dire che va in città a comprare… e quindi indirettamente danneggia quelli che lo potrebbero far lavorare… Reciprocità: fa agli altri ciò che vorresti fatto a te…
    Riguardo al tema principale, ovvero cosa fare a Castelnovo: la prima cosa forse è considerare che “non si può fare tanto”, i mezzi e i soldi in un periodo come questo non sono tanti, le feste paesane fanno successo, la Frescaspesa è sempre la solita cosa, ma oltre a quello non si va… Il Comune organizza molti eventi culturali ma personalmente non li seguo… Forse manca qualcosa che piaccia davvero…

    (Commento firmato)

  15. Commercio e turismo
    Gentile commerciante, sbaglierò ma ho la sensazione che lei abbia capito si è no il 30% di quello che ho scritto… Che vuole che le dica? Lei ritiene che i suoi compaesani le dabbano qualcosa, che le debbano usare un occhio di riguardo a prescindere da qualsiasi altra valutazione che dovesse avvantaggiarli; ognuno è libero di pensarla come crede; io dico che questo modo di intendere il commercio in un’epoca di continua innovazione e globalizzazione non ha un futuro e neanche un presente. Vorrei credere che la sua posizione fosse largamente minoritaria, ma, purtroppo, non ne sono affatto convinto.
    Quanto al tema di un rilancio turistico sbaglia chi crede che il commercio sia una parte accessoria; il turista, dall’inizio alla fine del suo soggiorno, è anche e soprattutto un consumatore che acquista dei servizi e dalla pulizia della sua camera d’albergo, alla professionalità di chi lo accompagna in un’escursione, alla qualità del paio di scarpe che acquista durante il viaggio, tutto deve concorrere a rendere il suo soggiorno il più piacevole possibile. Certo è, come ho sempre detto, che il lavoro da fare per soddisfare un visitatore esterno è molto lungo quando i primi ad essere scontenti del territorio in cui vivono sono proprio coloro che vi abitano.
    Salute.

    (R.S.)

  16. Bisogna puntare su…
    Fortunatamente gli enti pubblici sostengono un’offerta culturale che non sia basata solo sul piacere per forza a tutti, altrimenti, seguendo lo stesso criterio televisivo schiavo dell’audience, si dovrebbe puntare solo su t….e, c…i, gnocco fritto e pallone, che tirano sempre…

    (Commento firmato)

  17. Critiche costruttive?
    Dicono che le critiche siano costruttive, ma non in questa discussione, evidentemente… Continuiamo pure così, ed in giro, per i negozi, ci sarà sempre meno gente, sempre meno giovani… Ma va bene così…

    (Commento firmato)

  18. Io penso che…
    Attrazioni per i giovani vuol dire il trovare qualcosa da fare ai nostri ragazzi che sembrano diventati inaccontentabili anche oltre il periodo di vacanza o oltre lo shopping. Mi trovo d’accordo con chi dice che probabilmente è così perchè non gli si fa mancare nulla e purtroppo non trovano svago in quello che può offrire Castelnovo. Il solito discorso del “quando ero ragazzino io… ” è fritto e rifritto, ma purtroppo è vero e attuale. Secondo me non sono operatori turistici o negozi che devono svegliare i ragazzi, ma devono essere loro stessi in primis a decidere cosa vogliono (che non sia la luna) e poi magari agire di conseguenza in sinergia con istituzioni, cittadini e da tali anche i commercianti (sottolineo “anche” e non “I”). Non da meno imparare a rispettare il paese, ma questo non vale solo per i ragazzi, ma anche per tanti adulti, come da discorso iniziale evitare di lasciare il paese come una trincea di guerra dopo ogni sabato. Mi immagino alle spese che i bar debbano affrontare per cambio bicchieri…
    Per quello che riguarda il commercio devo dire al sig. R.S. che io nel mio piccolo ho trovato moltissimi “scontenti” della moda shopping in città. Forse a lui non sarà mai capitato di sentirsi rispondere di leggersi le istruzioni per il funzionamento basilare (come si accende o come si regola) di un oggetto, a me non è mai capitato a Castelnovo, ma ad alcuni miei clienti è capitato in città in quei grossi centri dove sanno sicuramente vendere, esporre, mettere in mostra l’oggetto da vendere e nascondere quello da NON vendere, ma oltre a questo resta un freddo rapporto tra commesso e cliente. Nulla di grave se viene detto al cibernauta, ma grave se invece lo si fa ad un cliente che ha realmente bisogno di aiuto. Mi trova invece d’accordo pienamente sul fatto che comunque il commercio debba evolversi, ma di certo ribadisco non con il modello che si vede oggi negli iper. Il cliente va considerato come tale e cercare di fidelizzarlo il più possibile, anche se purtroppo non sempre si riesce ad accontentare tutti.
    Mi lascia perplesso il discorso del “dovete fare”: in realtà, cari ragazzi, smettiamola con il “dovete” e iniziamo con il “dobbiamo”, forse una regola basilare da capire è che non vi è tutto dovuto, cosa che ritrovo a volte in atteggiamenti di alcuni dei più giovani.

    (Gabriele Bizzarri)

  19. Non “game over” ma “stand by”
    Caro Gabriele, mi sento di dire che alla fine della fila dei posts che hanno seguito il mio primo commento in testa ho avuto la soddisfazione di trovare qualcuno che probabilmente la pensa come me. Pienamente in accordo su tutto ciò che hai esposto nella maniera dovuta: di sicuro la strada da fare sarà lunga e non priva di perdite. Ve lo garantisco, il bello deve ancora venire, i mutui, le tasse troppo alte, gli stipendi bassi, gli affitti da capogiro. Il Parmigiano Reggiano qui te lo tirano dietro a 7,50 € al kilo; nei supermercati nelle grandi città ha prezzi da oreficeria (ma in quante cavolo di mani inutili passa il nostro oro giallo?). Sì, ho detto oro, perchè una volta su questo grande prodotto girava la nostra economia; in crisi lui ci si va dietro anche noi e tutto l’indotto. Qualcuno ha visto i piazzali delle nostre ceramiche? Quando sono troppo pieni di bancali di mattonelle pronte è un gran brutto segno… Sono sicuro che piano piano ne verremo fuori: certamente non è il momento di investire grossi capitali, ma di fare piccoli passi, uno alla volta, e ciò comporta un dilatarsi dei tempi di ripresa anche per la nostra montagna, che le positività le avverte in ritardo e non ne riesce a godere a pieno mentre le negatività le somatizza immediatamente e le spalma per un tempo più lungo. Prima dicevamo “game over”? No, non credo, ma “stand by” ci sta, eccome se ci sta…

    (F.B.)

  20. Per i giovani…
    I giovani devono avere la possibilita di crescere, con la spinta della scuola e dell’istruzione (e non parliamone) e con il confronto… Occorrono spazi ove i ragazzi possano stare fra di loro relazionarsi e crescere… Quindi a parte gli eventi culturali organizzati dal Comune, che però interessano solo un certo grado di persone, e qualche evento sportivo, a Castelnovo non c’è niente… A parte bar e birrerie che son sempre la solita cosa… A Castelnovo manca una discoteca… diciamocelo… Ma diciamo anche che con tutti gli interventi sulla sicurezza è impossibile che un imprenditore rischi di aprirla… Il sabato e venerdi sera a Castelnovo ti fermano anche se sei a piedi… Ma chi ci torna in un paese cosi???

    (Commento firmato)

  21. Non sono d’accordo
    Scusate, io non sono molto d’accordo sul fatto che a Castelnovo non ci sia niente! Penso invece che, come ha già detto qualcuno nella discussione, solo per i giovani cui non interessa niente non c’è niente. Io posso portare la mia esperienza: canto da 14 anni nel Coro Bismantova e all’epoca come giovane (adesso ho 34 anni) mi sono cercato qualcosa che mi piacesse fare, e, piacendomi cantare, mi sono appassionato e ho portato avanti la mia passione occupando così parecchie sere altrimenti perse. Io so solo che durante tutti questi anni ho sempre sentito dire dai giovani anche della mia generazione “a Castelnovo non c’è un teatro”, poi aperto, ma non ci si vede dentro mai nessuno dei suddetti; “a Ccastelnovo non c’è una piscina decente”, ma visto che io la frequento per la partecipazione dei nostri giovani quella che abbiamo va più che bene, così come l’Edelweiss… beh, la casa bianca davanti è mia e mi ricordo di quando apriva ed era deserto.
    Non cercate scuse, pensate a cosa avete voglia di fare ed organizzatevi per far sì che l’organizzazione che gestisce la vostra passione funzioni… Poi se l’unica vostra passione è passare il sabato sera al bar, beh, mi sembra un po’ ottuso.
    Concludo dicendo: teatro e cinema, campo da calcio, associazione di atletica, tre palestre (più due di body building), piscina, bocciodromo, scuola di musica, Coro Bismantova, Corale della Resurrezione, compagnia Piccolosistina, scuola di teatro, svariate associazioni di volontariato… Non mi sembra che a Castelnovo manchi poi tutta quest’alternativa.

    (Sergio Simonazzi)

  22. Alcune note
    Ho seguito con interesse il dibattito sulla vivibiltà di Castelnovo ne’ Monti provocato dalla nota di Federico dopo una sua serata alla notte bianca di Guastalla. Premesso che credo basti una bella serata un un luogo per definirne il grado di vivibilità visto che la sera dopo Guastalla era deserta e non credo che per lo stesso motivo se ne debba dire il contrario, mi ritrovo nelle riflessioni di Gabriele Bizzarri. Il Comune e anch’io come assessore, nei limiti delle risorse economiche a disposizione, mettiamo in campo una serie di azioni culturali, sportive, associative, manifestazioni, scelte urbanistiche, etc. etc. già ampiamente illustrate dal sindaco per sostenere e migliorare la vivibilità e la fruibilita di Castelnovo. Si può fare di più, si può fare meglio, si dovrebbe entrare nel dettaglio anche di tante iniziative non visibili, ma non voglio annoiare… E’ urgente però superare un certo particolarismo, una certa voglia di criticare senza proporsi o fare proposte che sta un po’ avvelenando questo paese e che porta come ho notato anche in alcuni commenti al tutti contro tutti o alla caccia del colpevole. A questo proposito a ottobre proveremo anche a rimettere in piedi una rappresentanza associativa del centro, Pro loco o come cavolo si chiamerà(dico così per evitare che si cominci già a litigare sul nome), perchè anche sulle iniziative non solo ci si parli ma si provi a lavorare assieme. Vedremo…
    Una precisazione per il sig. Bellocchi: ad onor del vero le spese per le iniziative a Castelnovo ne’ Monti le ha sostenute il Comune, oppure le singole associazioni, spesso con il contributo del Comune, se si escludono i 50 commercianti volonterosi che hanno contribuito alla Frescaspesa 2008. Distinti saluti.

    (Paolo Ruffini)

  23. Guardarsi intorno
    Gentile Bizzarri, ognuno ha le sue esperienze personali con i commercianti, c’è chi è contento, chi scontento, chi mediamente contento e chi mediamente scontento, ma non è questo il punto. Io sono intervenuto rispondendo a un commerciante che lamentava il fatto che una larga percentuale di clienti non si serviva al suo negozio ma preferiva andare altrove. Ora, ammesso che effettivamente le cose stiano così e che ci sia una percentuale di clienti che preferisce andare a comprare altrove, cosa vogliamo fare? Vogliamo cercare di capire i perchè e i percome questa percentuale se ne va altrove o preferiamo risparmiarci la fatica bollandoli come inetti traditori della montagna? A me interessa di più studiare il perchè delle cose che non la cosa in sè, poichè è dall’indagine dei perchè che si possono trarre le soluzioni.
    Per l’ultimo commento firmato: dal suo post come da quello di molti altri si ha la sensazione che a Castenovo manchi una sola cosa: una discoteca. Pare che l’unica ragione per condurre un’esistenza appena accettabile per il giovane castelnovese debba passare inevitabilmente per una discoteca. La discoteca è il desiderio anappagato di ogni giovane castelnovese… Il punto è che una discoteca a Castelnovo c’era già e se tutte le varie gestioni hanno finito per chiudere i battenti forse, anche in questo caso, una ragione ci sarà. Azzardo: non è che gli utili non coprivano i costi e per questo si è chiuso? Guardate che un imprenditore non è Madre Teresa di Calcutta, un imprenditore deve avere degli utili altrimenti chiude! Sono le regole del mercato. E neppure gli imprenditori devono farsi carico del benessere sociale. Se un’attività rende e ha come riflesso la possibilità dei giovani di socializzare e di “crescere” (sic) tanto meglio, ma un imprenditore non è un assistente sociale. Un’ultima cosa: a Castelnovo a parte “gli eventi culturali organizzati dal Comune, e qualche evento sportivo… A parte bar e birrerie che son sempre la solita cosa… A Castelnovo non c’è niente”. Ora mi chiedo: ma riusciamo per un attimo a guardare a qualcosa che non sia solo il nostro ombelico e a considerare la montagna nel suo complesso? Castelnovo, Castelnovo, Castelnovo! Ma leggendo le perenni lamentazioni dei castelnovesi vi siete mai chiesti qual è la situazione nelle altre parti della montagna? Se a Castelnovo non c’è niente cosa dovrebbero dire e fare i giovani che abitano, che so, a Ligonchio o a Civago? Dovrebbero tagliarsi le vene o buttarsi dal balcone, come minimo… Mah.

    (R.S.)


  24. Io la discoteca a Castelnovo quando c’era l’ho frequentata, e tanto. Come le altre della montagna. C’erano meno controlli e si beveva più di oggi. Eppure tra i ragazzi anche allora si diceva che a Castelnovo e in montagna non c’era niente da fare e che la vita era a Reggio. Secondo me quello di scoprire altre zone è un bisogno insito nell’essere ragazzi, magari neopatentati, e con la voglia di conoscere gente nuova. Solo che è difficile a quell’età rendersene conto con chiarezza…

    (Commento firmato)

  25. Conclusioni?
    Per arricchire questo post che non finisce più (è certamente meglio così) e per fare una qualche deduzione, volevo intanto dare un bravo a Gabriele Bizzarri; personalmente condivido totalmente quanto hai scritto ed hai avuto anche voti in più perché ti sei firmato! Un bravo anche a (F.B.) che ha avuto il merito di aprire questa discussione ed anche al preciso e accurato chiarimento di Sergio Simonazzi che condivido; una frase da incorniciare: “solo per i giovani a cui non interessa niente a Castelnovo non c’è niente!!” Perfetto, condivido!
    Ringrazio anche l’assessore Ruffini per la precisazione; certamente ammetto che le iniziative nel nostro paese non sono soltanto la “Frescaspesa” e il Natale, ma sono molte altre e più costose quelle che sono organizzate dal Comune. Non era mia intenzione quella di togliere meriti, ma volevo soltanto chiarire però che le associazioni che sostengono le iniziative come appunto “Frescaspesa”, Natale ed altre di solito e da sempre sono composte e sostenute dai commercianti anche se qualche volta aiutati dal Comune e che negli anni passati hanno dato tanto a partire dalla prima “Frescaspesa” di vecchia data, ideata in modo eccellente dal sig. Virgilli; ma ricordo anche, da prima ancora, con la “capannina” in piazza Matteotti se mi ricordo bene, e altro ancora. Forse nell’ultima edizione 2008 c’è stata poca partecipazione; questo è stato abbastanza visibile e secondo me ne vanno cercate le cause. Forse abbiamo dato troppo prima quando ad esempio c’era il “Centro commerciale naturale”; purtroppo in questa iniziativa abbiamo dato molto e con molto entusiasmo ma con pochi risultati positivi. Poi ora a causa di questa crisi generale che incombe (che mi ripeto, secondo me è soltanto agli inizi) e tutte le spese, tasse e tariffe che sono aumentate, ci obbliga a misurare ogni uscita con il bilancino. Con lo scopo di sviluppare un po’ di più il turismo e l’attrattiva verso il nostro paese mi auguro che in seguito qualche giovanotto volenteroso suggerisca qua, su questo sito, qualche proposta o idea innovativa rivolta a migliorare la prossima stagione turistica (e natalizia) e se è possibile chiedo anche il prezioso contributo volontario di R.S., visto che in proposito ha molte idee e voglia di partecipare attivamente.
    Grazie.

    (Elio Bellocchi)

  26. Idea
    Sai, R.S., cosa fanno i giovani di Ligonchio e del crinale che prima scendevano a Castelnovo e s’incontravano con quelli di Baiso, Casina e Carpineti? Non si suicidano, ma si fermano al confine “Cervarezza”; idem per i sopracitati Casina, Carpineti e Baiso, non oltrepassare mai il confine “gallerie”. Quelli di Cavola, Toano e Villa Minozzo? Tutti a Sassuolo. Motivazione ascoltata con le mie orecchie? Non possiamo permetterci di venire a regalare punti e patenti ai vigili urbani di Castelnovo… perciò andiamo a divertirci dove non ci rompono. Mi sta venendo in mente un’idea… Paolo(Ruffini), c’è qualche contributo previsto per aprire un’azienda di autobus navetta che ripopoli il nostro caro paese? Tra l’altro, in tutto questo batti e ribatti, abbiamo tralasciato un discorso abbastanza importante per il nostro Castel… Ma quel cavolo di sasso che ci sovrasta, che caratterizza il nostro territorio, che tutti vengono a vedere (e purtroppo che qualcuno utilizza per gesti estremi), citato in versi persino da Dante, che i turisti tedeschi vi garantisco conoscono meglio di noi, non riusciamo a valorizzarlo e a sfruttarlo in maniera opportuna per il nostro turismo? Perchè la gente che arriva e sale alla Pietra poi per Castelnovo non c’è verso che ci passi? Se non possiamo convogliarla, utilizziamo un vecchio detto: se Maometto non va alla montagna… Quanta gente ho sentito le sere d’estate mentre si passeggiava in pineta su monte Bagnolo, che percorrendo il tratto prospiciente la Pietra diceva: “Guarda lì come sarebbe facile tirare due cavi tra piazzale Matteotti e la sommità e farci una funivia, un bel buco sotto la pineta ed ecco pieno di parcheggi per tutti… Il mio forse è solo un sogno, magari potrebbe essere un’idea… Ma a questo punto suggerirei davvero il game over!!!
    Grazie a tutti.

    (F.B.)

    N.B. – Aggiungo un indizio: barista dei giovani e non (anche di Sergio Simonazzi, Paolo Ruffini, qualche volta anche del nostro sindaco e famiglia, forse di R.S e di tanti altri… )

  27. Anch’io…
    Anch’io ci sono andato in discoteca… e tanto… Ma ora si beve uguale non meno… e si parte prima… Vedo le ragazzine di 13-14 anni che entrano in negozio con la lattina di birra al pomeriggio… oppure si sparano una bella Redbull (bevanda energetica = 40 caffè) prima di mezzogiorno… così mangiano meno e tengono meglio la linea… Sono le conseguenze della nostra civiltà, così all’avanguardia e tecnologica… e sono anche le conseguenze della mancanza di educazione che dovrebbe essere impartita in primis in famiglia… Comunque è vero… è tipico del giovane andare oltre i confini, stancarsi del normale… e non essere mai contenti di niente… Ma come in tutte le cose non bisogna generalizzare, non sono tutti così, c’è chi si dà molto allo sport (finalmente oltre il calcio), chi anche si impegna nel sociale o in eventi culturali (quanti corsi di teatro o di ballo che solo 10-15 anni fa non esistevano). Bisogna dirlo, una lenta evoluzione c’è stata e continua ad esserci… Se poi uno è incontentabile lo è anche in centro citta o a Parigi e lasciamolo lì…

    (Commento firmato)

  28. Passiamo all’azione?
    Ho letto con attenzione i molti commenti che hanno seguito il mio primo articolo e mi conforta il fatto che alle persone sta ancora a cuore l’argomento, al di là delle diversità di veduta. Mi sembra di riscontrare accordo su un dato: abituati a chiedere più che a fare, i giovani d’oggi paiono piuttosto passivi, difficlmente si rendono protagonisti in prima persona di iniziative che possano portare cose nuove e benessere aggiuntivo. Assumendo questo come dato di fatto (cui però non bisogna rassegnarsi!), credo sia necessario, come educatori, amministratori, cittadini e genitori, forzare la mano e provare a rivolgersi con efficacia ai ragazzi chiedendo loro cosa effettivamente gradirebbero e cosa effettivamente sarebbero disposti a fare, in che modo potrebbero mettere in gioco le proprie risorse (ma che poi lo facciano veramente!).
    Ecco, propongo una sorta di screening in profondità, con momenti di incontro e di indagine, la cui pianificazione e valutazione dei risultati coinvolga amministratori, commercianti e cittadini. Potrebbe essere un primo passo per una fase più propositiva, e quindi entusiastica, vivace (per i più timidi, perchè non mettere, nelle scuole e nei luoghi comunali, un’urna in cui i ragazzi possono depositare i propri biglietti con pensieri, richieste e proposte?)
    Credo che mai come oggi i ragazzi abbiano bisogno di qualcuno che sappia ascoltarli. Quando a fare questo si impegnasse un’intera comunità sarebbe meraviglioso.

    (Federico Zannoni)