"L’amicizia è un sentiero che puoi percorrere oppure no… ". Con queste parole è iniziato, l'altra sera, “l’incontro tra amici” che si è tenuto nel salone dell’oratorio "Don Bosco" di Castelnovo ne' Monti. E gli amici erano davvero tanti. Come l’occasione, del resto: la presentazione del libro “I sinch ragaset”, scritto da Elda Zannini. Un incontro pubblicizzato attraverso il passaparola, qualche locandina, a cui in tanti come detto hanno voluto partecipare. Franca Magnani Annigoni ha presentato la serata, introducendo le favole, le storie di vita; ed è stata una preziosa fonte di ricordi. Quando Elda, commossa, ha iniziato a raccontare, l’emozione nel pubblico è stata palpabile. Un grande Ugo Viappiani ha letto e raccontato insieme a Elda pezzi del libro. Per molti il tempo è tornato indietro: i ricordi si alternavano alle letture.
(Cinzia Formentini)
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Buona sera a tutti… Anzi, ciao a tutti… “Un’eredità fatta di lontani ricordi”, ha scritto Alma Zanni Cosmi parlando dell’incontro con Elda Zannini. "Questa mattina, mentre cercavo di tenere a freno i miei pensieri - ha detto - mi sono venute in mente le parole di mio figlio Davide: '…vedi, l’amicizia è un sentiero che puoi percorrere oppure no… '”.
Noi questo sentiero l’abbiamo percorso tante volte, forse non tante quante avremmo voluto e sarebbe stato necessario, perché la vita presenta sempre degli ostacoli, ma non importa. Siamo qui, amici di sempre, amici nuovi, amici che verranno… La disponibilità che abbiamo in noi ce lo dice… ".
Nella prefazione al suo libro Elda dice di aver cominciato a scrivere per lasciare un ricordo ai suoi nipoti, ai suoi adorati nipoti, ma poi aggiunge di aver capito che ciò che aveva scritto poteva servire a mantenere l’identità socio-culturale del suo paese, identità legata a tradizioni antiche, ma capace di guardare al mondo.
“QUESTA E’ LA MIA EREDITA”, dice Elda. “IMMENSA EREDITA’”, diciamo noi. E, per dare maggior forza a questa convinzione, riportiamo alcuni pensieri tratti dal libro di Gherardo Colombo Sulle regole: ”Ogni essere umano si porta dietro tutte le sue imperfezioni, non possiamo pensare a forme di convivenza perfetta, ma possiamo tendere a scelte consapevoli e possiamo sforzarci di essere coerenti con le nostre scelte. Più si procede in questa ricerca della consapevolezza e della coerenza, più si allarga la possibilità di vedere se stessi e gli altri, ognuno degli altri come soggetti e non come oggetti; si tratta di un percorso nel quale, più della meta, conta essere sulla strada… E' il percorso, non il traguardo, a riempire la persona del proprio valore e della propria dignità".
Queste parole valgono per tutte le realtà in ogni tempo e in ogni luogo. Lo testimonia il lavoro di Elda, che ha mostrato come in un affresco le parole scritte da Umberto Casoli a p. 57 del suo libro: ” ...in generale erano persone molto povere, con famiglie numerose; ancor oggi non riesco ad immaginare come potessero tirare avanti con così poco e conservare quel tanto di dignità, che pure avevano".
Ecco che cosa ha fatto Elda: HA DATO FORMA A QUELLA DIGNITA’. Elda mi mi ha detto anche che ha scritto le favole in una favola perché la vita che racconta è, per i giovani di oggi, una favola: non potrebbero capirla diversamente.
No, cara Elda, anche i più giovani capiranno che le tue parole sono VITA; una vita - come dice tuo fratello Nilo - fatta di sogni di gente che vinceva le sofferenze mangiando polenta e saracche nel giorno di festa... Non in in tutte le famiglie, però, c’era questo stile. Ho conosciuto realtà molto diverse: incapacità di comunicare, rabbia, litigi continui, vizi che distruggevano ogni possibilità di dialogo, sensi di colpa...
Due parole sulla tecnica narrativa. La narrazione procede in terza persona, è la bambina più piccola che offre la sua testimonianza raccontando i fatti di cui è parte. A volte presenta la situazione all’interno dell’ambiente familiare, secondo la prospettiva (focalizzazione) di uno degli altri personaggi (la mamma, il papà...), ma il narratore ne sa quanto il personaggio che fa parlare. A volte il narratore adotta il punto di vista di più personaggi, ricorrendo all’uno o all’altro a seconda degli effetti che vuole suscitare in chi legge.
Uno stesso fatto può essere presentato dal punto di vista di più personaggi (la bambina più piccola, la mamma, gli altri). I luoghi, le persone sono reali, ma per parlare di loro dovremmo fare un altro incontro.
Una parola sul dialetto di Elda. Una lingua che io non ho mai parlato, ma il cui suono ho sentito sempre; sono riuscita a leggerlo con qualche aiuto dalla pagina scrita nell’italiano corrente; anzi le favole mi sono sembrate più autentiche in dialetto.
Tutta la narrazione è racchiusa nell’arco di tempo di un anno. Un anno vissuto attraverso le stagioni: autunno, inverno, primavera, estate e… ancora autunno (metafora, questa?). La domanda rimane sospesa.
L’ultimo autunno (e qui il punto di vista, la focalizzazione, è proprio della bimba più piccola) appare più “BRUTTO” (il suono della parola riflette lo stato d’animo della bambina) perché due figli si sono allontanati. Il fratello più grande si è arruolato in aviazione, la ragazzina più grande deve frequentare la scuola di taglio e cucito “marmotti”.
Nel cielo passano formazioni d’aerei e la gente dice che da qualche parte é scoppiata la guerra.
(Franca Magnani Annigoni)
L’ho letto
E’ bellissimo!
(Umberto Gianferrari)