Home Società Culto della bellezza e dispregio delle persone

Culto della bellezza e dispregio delle persone

8
0

Ci sono parole che procurano fastidio a pronunciarle, ancor più a sentirle usare in forme di disprezzo. A me irrita il termine “handicappato”! Urlato allo stadio sa di grossolana violenza ultras; pronunciato in classe o in gruppo, sa di bestemmia! In entrambi i casi è una mancanza di rispetto della dignità della persona offesa, ancor più grave se rivolta ad uno che nel corpo appare “diverso” dal culto di bellezza che si celebra nelle nostre palestre e dai maestri di fitness.

Parole come handicappato, disabile, portatore di handicap, diverso, mongoloide non riesco a digerirle ma anche altre come aggregazione, integrazione, inculturazione, che non sempre vengono lette come accoglienza di chi viene da oltre confine. Dovremmo essere orgogliosi di farli sentire di casa, di offrire loro la nostra storia, la nostra arte, la nostra musica perché gustino quanto nei secoli l’Italia ha pensato, costruito, scritto per la gioia dello spirito e delle persone, coltivando lo stupore per quanto di bello portano loro, una cultura più povera ma ricca di valori umani, comunitari, che noi abbiamo perso, cavalcando l’individualismo, esasperando il successo personale, il culto dell’immagine.

Così rifiuto parole volgari, banali contro la donna, troppo spesso prima vittima della violenza dell’uomo, di un commercio che si sperava esaurito negli anni passati ma che continua a rifiorire in tragedie al femminile, che hanno un nome triste: la tratta delle donne. A guardarci bene, essa rivela un problema maschile più che femminile: non sono gli uomini che governano il mercato? Non sono loro i consumatori finali? La donna purtroppo è la vittima che soffre maggiormente il dramma degli affetti, delle povertà, del sostentamento dei figli in tempi di carestia e di siccità, di conflitti armati, di malattia.

Cancellare certe parole dal vocabolario con un tratto di penna è facile! Rimangono sempre con il loro significato nefasto se non si ricostruisce un patrimonio educativo, culturale, dove la Parola riveste il ruolo importante di comunicare nuovi modi di stare insieme delle persone.