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I “vampiri” del videopoker

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A distanza di qualche mese dall’audace e singolare colpo, i Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Castelnovo ne' Monti sono riusciti ad incastrare i due ladruncoli che, sotto gli occhi di altri clienti ed utilizzando le chiavi sottratte al titolare dell’esercizio commerciale, erano riusciti ad asportare un migliaio di euro in contanti dal cassetto di un videopoker in orario di apertura dell’attività commerciale.

Oltre alle riprese delle telecamere che inquadravano i malviventi in azione, le perquisizioni eseguite dai Carabinieri castelnovesi su diposizione della Procura reggiana hanno consentito di rinvenire quelle famose chiavi misteriosamente sparite dal bancone dell’attività commerciale dove erano state riposte dal titolare che per evitare ulteriori ammanchi aveva cambiato le serrature dei videopoker.

Con l’accusa di furto aggravato in concorso i militari del capoluogo montano hanno pertanto denunciato alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia i cittadini albanesi E.C., 19enne, ed M.D., 25enne, entrambi operai residenti a Castelnovo ne' Monti.

La vicenda aveva preso spunto da una “confidenza” ricevuta da un militare castelnovese, che, libero dal servizio, veniva informato di un furto, avvenuto qualche giorno prima, con monete (in vario taglio per circa un migliaio di euro) prelevate da un videogioco presente in una piccola sala attigua all’atrio principale di un locale pubblico di Castelnovo ne' Monti.

Stando a quanto acquisito, il furto sarebbe stato commesso in orario di apertura del locale sotto gli occhi di altri avventori, ma soprattutto sotto “gli occhi” del circuito di videosorveglianza installato nel locale, che aveva ripreso il furto che oltre a registrare l’azione illecita evidenziava anche il disinteresse quasi compiaciuto degli altri clienti.

Il militare procedeva quindi a visionare il filmato, verificando che il furto era stato commesso la sera di qualche giorno prima; ad acquisirne copia ed avviare unitamente ai colleghi del nucleo radiomobile della compagnia una specifica attività investigativa, che subito consentiva di accertare che il furto era avvenuto grazie all’utilizzo delle chiavi del cassetto del videopoker svuotato, asportate allo stesso titolare, il quale, quindi, per evitare ulteriori ammanchi cambiava le serrature dei videogiochi.

L’elaborazione e la successiva analisi del filmato acquisito consentivano inoltre, in seconda battuta, ai Carabinieri di Castelnovo di riconoscere ed individuare i due “vampiri del videopoker” in due cittadini albanesi residenti a Castelnovo ne' Monti, nei cui confronti venivano indirizzate le indagini. Fino ad arrivare all’odierna esecuzione della perquisizione domiciliare disposta dalla Procura reggiana, che ha consentito di quadrare i conti attraverso il rinvenimento ed il sequestro delle chiavi originali per aprire il cassetto del videopoker che erano state sottratte all’esercente.

Alla luce dei fatti i due sono stati perciò denunciati alla Procura reggiana, alla quale è stata fatta relazione anche in merito alla condotta ”morale” di altri due avventori, che, pur essendo estranei al furto, vi hanno assistito quasi compiaciuti e comunque tenendo una condotta non consona, non avvisando neppure il titolare di quanto stava accadendo nella sala dei videogiochi.

1 COMMENT

  1. Quando il furto diventa un’abitudine….
    Vi sembrerà strano, ma ciò che più mi colpisce è la condotta dei due avventori testimoni. Se uno va al parco o in metropolitana, ecc. per scippare una borsetta, presumo esca di casa con quell’intento (una premeditazione che oviamente condanno!). Ma i due testimoni che si trovavano sul luogo del “delitto” casualmente, credo dovrebbero quantomeno indignarsi. Non mi piace l’idea che nel paese in cui vivo qualcuno assista così, impassibile. Quasi che il consumarsi di un reato sia ormai consuetudine. Il mio plauso di cittadino al carabiniere, che, pur fuori servizio, ha preso a cuore la vicenda. Quando ero carabiniere mi spiegavano che sei carabiniere sempre! Anche in congedo; anche quando termina l’orario di servizio. Questa vicenda lo conferma. A volte, Ministro Brunetta, succede che i servitori dello Stato siano tutt’altro che degli scansafatiche!

    (Umberto Gianferrari)