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“Colpire le scuole di montagna è come privare un albero delle sue radici”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Colpire le scuole di montagna, privandole di una direzione autonoma, significa tarpare le ali al futuro dell'Appennino e anche del Parco. Sarebbe come privare un albero delle sue radici: sono danneggiati tessuto sociale e identità culturale. E' un'ipotesi di risparmio fallace perché in realtà si produrranno costi dieci volte superiori, poiché scuole che contano centinaia di alunni non sono sprechi ma un capitale umano vitale e un'agenzia di sviluppo.

Anche la mission del Parco nazionale ne risentirebbe. Non si può difendere l'ambiente e qualificare un territorio svuotato dagli strumenti della creatività e dell'identità locale. Il Parco non rappresenta una parte politica, ma è parte della missione del Parco quella di salvaguardare l'identità culturale locale. Per questo è importante avere delle scuole di base radicate, con insegnanti, docenti e dirigenti inseriti a tutto tondo nel contesto sociale del luogo in cui vivono e lavorano.

Nella collaborazione con le dirigenze scolastiche e il corpo docente del territorio, il Parco impegnerà ulteriori seppur modeste risorse.

Con il CCQS, il Centro di coordinamento per la qualificazione scolastica della montana reggiana, stiamo mettendo in opera una convenzione che sarà resa pubblica e un seminario di studi che si svolgerà all'Orecchiella (Lucca).

(Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano)