Riceviamo e pubblichiamo.
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Lunedì scorso, 18 agosto, ricorrendo l’anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi, per iniziativa di un gruppo di associazioni cattoliche si è celebrata in S.Prospero una Santa messa in suffragio dello statista trentino. Celebrante è stato S.E. Mons. Ghizzoni, Vescovo ausiliare della nostra Diocesi.
L’iniziativa presentata dal Prof. Giuseppe Adriano Rossi è da lodarsi, specie in un tempo in cui i riferimenti di virtù cristiana e di alta moralità e lungimiranza politica non sono proprio frequentissimi.
Per quanto riguarda i primi si può dire che oggi le cronache sono portate a seguire più le notizie negative che non gli slanci di generosità, pur tuttavia la società consumistica ha contagiato molti e sempre più difficile sembrano riconoscersi come valori i principi che hanno uniformato la semplicità della vita dei tempi passati.
Una cosa che mi ha però sorpreso, tanto nell’ introduzione quanto nell’omelia, è stata l’ intenzione palese di tracciare la vita e l’esempio morale di De Gasperi, limitatamente alla stagione che si conclude con la seconda guerra mondiale. La gioventù, l’esperienza politica nel Parlamento austriaco, la Famiglia, la militanza nel partito popolare di Don Sturzo sino ai lunghi anni dell’antifascismo, del carcere e della mortificazione, poichè è certamente vero che il modesto stipendio che il Governatorato del Vaticano passava a De Gasperi per la sua funzione di bibliotecario serviva per vivere, ma aveva il sapore amaro di una costrizione.
Perché non è stata detta una parola sul De Gasperi fondatore della Democrazia Cristiana, sulle sue scelte come uomo di governo, sulla ricostruzione dell’Italia e della società italiana dopo la seconda guerra mondiale, sulle visioni internazionali dello statista che con Adenaner e Shuman ha avviato il percorso di costruzione della nuova Europa?!
Perché non gli è stato rivendicato il merito di aver impedito democraticamente l’affermazione del comunismo anche in Italia ed evitato così alla Chiesa italiana la drammatica esperienza che hanno dovuto affrontare tutte le “ Chiese del silenzio” dell’est europeo?!
Per me è un mistero! Se De Gasperi avesse perso le elezioni del ’48 sarebbe stato ucciso, ed egli ne era ben consapevole, perché non riconoscergli questo coraggio che ha salvato gli italiani tutti?
In fondo anche il processo di beatificazione che è stato avviato per Alcide De Gasperi e di cui attendiamo con ansia le conclusioni probabilmente non ci sarebbe stato se la persona non fosse stata accompagnata dalla notorietà che ha caratterizzato la sua vicenda politica.
Per nostra fortuna di Santi tra le persone che vivono la vita di ogni giorno con le sofferenze che l’accompagnano ce ne sono molti. Sono indispensabili alla nostra salvezza!
Pochi però finiscono per essere riconosciuti dalla stessa Chiesa perché stentano a rendersi visibili, manifesti. Ma il Padreterno vede tutto e la sua contabilità è infallibile!
(Tarcisio Zobbi, consigliere provinciale Udc)