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Benvenuti in Appennino. Cantiamo?

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Compriamo un cd… da osteria? La proposta alternativa di questa estate 2008 potrebbe essere in una compilation di canti dal sapore antico. Perché da queste parti funzionava così: ogni momento era buono per cantare, senza basi musicali. Nelle osterie, nei campi, per le strade o… quando si andava in risaia si cantava. E c’è chi canta ancora. Come gli inossidabili fratelli Olmi di Canossa o le Mondine di Vezzano, oggi nelle veste di star dell’estate sonora d’Appennino. La testimonianza più forte di questa espressione giunge con il nuovo album della collana ‘Documenti sonori della provincia di Reggio Emilia’, con i canti da osteria i e canti della risaia. La collana, curata dall’ “Archivio etnomusicologico Giorgio Mezzani - Il Cantastorie”, istituito presso l’Istituto Musicale Achille Peri, ha l’obiettivo principale della diffusione della memoria sonora espressa dai portatori originali della musica popolare.

Il cd dedicato al canto popolare porta incisi vi sono incisi i canti da osteria e i canti della risaia eseguiti rispettivamente dai Fratelli Olmi e dal Coro Folk Mondine di Vezzano in occasione della rassegna ‘Giovani e vecchi, continuate ad ascoltare’ del gennaio 2007. Sul palco del Peri i due gruppi diedero allora prova delle loro capacità canore, immuni da mutazioni epocali ed ispirate dall’ambiente in cui avevano vissuto e lavorato.

Con questa seconda esperienza discografica il Peri mette a disposizione un altro prodotto che salva spezzoni di musica popolare originale. Al Cd, nato anche grazie al contributo della Provincia di Reggio Emilia e del Consorzio della Bonificazione Bentivoglio Enza e prodotto da Aliamusica Records di Parma, è allegato un libretto introdotto da Andrea Talmelli, direttore dell’Istituto Peri, e curato da Bruno Grulli nel quale, oltre ad un inquadramento generale, vengono riportate annotazioni su ognuno dei 30 canti contenuti.

Il canto popolare in provincia di Reggio Emilia si presenta sotto diverse forme, ma tra le principali espressioni primeggia quello di gruppo: due, tre o più persone che hanno una particolare intesa tra di loro e che si esibiscono nelle più svariate occasioni. Lo spazio ideale era l’osteria in una dimensione lontana da quella dei cori organizzati ed i fratelli Gianbattista e Piernando Olmi sono portatori di un repertorio che, pur essendo caratteristico di tutta l’ Alta Italia, presenta peculiarità della collina reggiana e della Val d’Enza. Degli Olmi rilevante è lo stile con cui le voci sincere dei due fratelli restituiscono un’ulteriore variante di canti secondo la loro interpretazione.

Altra forma meno arcaica di espressività popolare è il canto corale delle mondine appreso durante quelle campagne di monda che occuparono migliaia di donne della nostra provincia. Già dalla fine degli anni Sessanta, sull’onda della spinta culturale che vedeva nel canto popolare un messaggio fortemente politico e liberatorio, diversi gruppi di ex mondine costituirono un po’ ovunque in Alta Italia dei cori che riproponevano i loro repertori costituendo un inedito fenomeno di Folk Revival. Sulla strada aperta nel reggiano da Giovanna Daffini il fenomeno raggiunse negli anni Settanta-Ottanta una diffusione di massa. Il Coro Folk Mondine di Vezzano nasce nel 1988 ed il loro repertorio è quello tipico della canzone di risaia, con canzoni spesso note o a volte mai udite, dove esse ripercorrono la storia della loro gioventù, quando trascorrevano due mesi all’anno svolgendo lavori faticosissimi, con un menù statico ed ipocalorico, dormendo su scomodi giacigli ed in baracche anguste, ma sempre in attesa del viaggio in treno per il ritorno a casa dove erano attese dai genitori o dai fidanzati. Il tutto è attraversato da inesaurita freschezza, da apparente ingenuità e da frequenti allusioni sessuali ed amorose che si fondono con una graffiante denuncia sociale anticipando di decenni i temi della contestazione femminista.

Cambiano i canti, i modi e gli ambienti del cantare ma rimane simile la base del repertorio, che secondo le regole generali della trasmissione orale, sottoponendolo a modifiche del testo, sopprimendo le strofe ritenute non significative, integrandolo con un altro testo che ha una melodia simile, il canto si modifica continuamente e risorge a nuova vita. Un’antica ballata si trasforma in un vecchio canto narrativo, poi della prima guerra mondiale, dell’emigrazione, delle lotte sociali del Novecento, degli alpini, quindi dei partigiani, delle mondine ed infine delle vicende sindacali e politiche del secondo dopoguerra ma la canzone resta strutturalmente la stessa.

La materia è caleidoscopica e deriva dal secolare rimescolamento di arie e di motivi che potrebbero essere comunque emiliani, piemontesi, lombardi ma che, nel divenire delle infinite varianti, resta fedele allo stile tramandato; sono infatti i modi esecutivi che costituiscono l’aspetto fondamentale che sta a discrimine fra il popolare autentico e lo stile colto nel quale rientrano anche il popolaresco, le rielaborazioni dei canti e tutte le possibili manipolazioni che possano apportarsi (del tutto legittime, sia ben chiaro) da parte di gruppi corali organizzati o da nuovi interpreti di canti popolari.

I brani presentati sono i seguenti:

· Marietta: canto d’amore dove il fiore è allusivo del sesso ma anche della maternità e della fedeltà matrimoniale.
· La prima guerra mondiale: il canto appartiene al filone straziante della Prima Guerra Mondiale.
· Parto per l'America: canto appartenente alla vasta serie di canti sul tema dell’emigrazione.
· La Linda: il tema della ragazza sedotta ed abbandonata che uccide il traditore è molto comune.
· Napoleone: canto poco noto e, per quanto ci risulta, senza esterni riscontri.
· Santa Liberata - questo canto è diffusissimo sull’Appennino Reggiano; vi confluiscono i temi rituali di molte famose ballate
· basate sulle vicende della moglie avvelenata e del ritorno del guerriero.
· Val di Stava: canto confluiscono temi classici della Grande Guerra col ricordo del disastro della val di Stava nel quale
· perirono nel 1985 alcuni reggiani.
· Il disertore: canto di diserzione; tema ricorrente soprattutto nei filoni della Prima Guerra mondiale.
· La Giulia: canzone da cantastorie molto diffusa in Emilia.
· La mia mamma l’è vecchierella: è: la bevanda sonnifera, una delle ballate più diffuse nell’Italia settentrionale e nel Nord
· Europa. In essa compaiono tutti gli aspetti di un mondo magico-rituale che affonda le sue radici in epoca remota.
· Caserio: l’anarchico Sante Caserio il 24 giugno 1894 a Lione uccise con una pugnalata al petto il presidente della Repubblica francese Sadi Carnot. Processato e condannato a morte, fu ghigliottinato a Lione il 16 agosto 1892.
· Amavo una ragazza: storia di brigantaggio raccolta in diverse versioni in Val d’Enza.
· Bell’uccellin del bosch: dopo l’avvenuto matrimonio la sposa è triste e pentita per la perduta libertà.
· Donna lombarda: è una delle ballate più celebri diffusa in centinaia di versioni in tutta Italia.
· L'ultima sera di carnevale: per sdrammatizzare il contenuto della sequenza di canti in cui si parla prevalentemente di
o ammazzamenti, di tradimenti e di avvelenamenti gli Olmi inserirono questo brano scherzoso.

· Anche per quest’anno: ancora una volta le mondine sono costrette ad andare in risaia.
· Son la mondina son la sfruttata: è la più politica di tutte le canzoni di risaia.
· Risaia nera: Lidia Grisanti, anima del gruppo, scrive un testo sulla fatica delle mondine con un finale particolarmente
o toccante:”…e pensando che fra poche ore sarà di nuovo l’alba.”
· Il menù della mondina 1-2: il menù giornaliero è monotono ed insufficiente se paragonato alla pesantezza del lavoro.
· Sciur padrun da li beli breghi bianchi: canzone che come nessun’altra conserva il messaggio della voglia del ritorno:
o “…e non la va più o giorni…”
· La richiesta: il prossimo ritorno a casa riporta l’allegria e fa ricomparire l’identità compressa dal duro lavoro: “…siam vezzanesi…”
· Quando saremo a Reggio Emilia: con questa celebre canzone le mondine manifestano la voglia di tornare a Vezzano.
· Senti le rane che cantano: è un classico cantato da quasi tutti i cori ma che subisce modifiche nei testi finali per adattarlo
o all’identità del gruppo: “…ci rivedremo domenica in piazza a Vezzano…”
· Celebri canti sul ritorno dalla risaia: le mondine di Vezzano sono solite eseguire sequenze di spezzoni di varie canzoni.
· Gli scariolanti: canto originario della Romagna e del Ferrarese legato ai lavori di bonifica .
· Il ventinove luglio: il 29 luglio 1900 l’anarchico Bresci uccideva a Monza re Umberto.
· La Dosolina: la canzone della povera ragazza abbandonata dal moroso era molto diffusa tra le ragazze di filanda
· Moretto.… se fossi una rondinella
· Sequenza di spezzoni di canti popolareschi

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FOTO - I FRATELLI OLMI in una foto di RICCARDO VARINI nell’Auditorium dell’Istituto Peri rispettivamente il 13 gennaio 2007

Il disco può essere richiesto ad ALIAMUSICA records di Parma

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(Gabriele Arlotti)