“Mamma, ma la commedia è tutta in dialetto!” dice divertita una bimba dal palco. Neanche ce ne eravamo accorti, a metà spettacolo, che l’esilarante teatro popolare vettese era nella nostra lingua madre.
Tanto atteso, il ritorno dei componenti della Filodrammatica di Vetto sul palco, in una sera, è capace di mettere assieme duecento persone. E’ accaduto ieri lunedì 28 luglio nel piazzale delle scuole medie di Vetto.
Ci sono i volti storici, come Rina Arlotti, Corrado Azzolini, Marcella Cavo e Norma Lambertini, c’è il giovane e bravo Rameris Costetti, ci sono le musiche del maestro Amos Mattioli e del chitarrista Franco Mantovi, mentre sul palco Giorgia e Lara, addette agli effetti scenici di chiusura sincrona della scena, si preannunciano come i nuovi innesti di questa arte popolare “che affonda le proprie radici in quelle scende degli anni Sessanta e Settanta” ricorda il presentatore Gigi Ruffini. Come dimenticare, infatti, quell’humus cui storicamente attinge questo teatro, fatto di situazioni surreali e quelle battute tra l’incredibile e il grasso, mai nel volgare, con un occhio attento alle beghe di paese?
Eccoli qui, nella piazza delle scuole medie, gli attesi sketch dei componenti della Filodrammatica. Tanto attesi che tutti i posti sono occupati e il pubblico è fatto di giovani e meno giovani. C’è da ridere perché le storie sono quelle in cui le nostre famiglie potevano facilmente riconoscersi non più in là di una generazione addietro. La preparazione per la visita in ospedale, nell’attesa del ‘postale’, con la moglie (l’esilarante Marcella) pronta – a parole – ad abbandonare il marito e a vendere le ‘due vacchine e le due biolche di terra per godersi la vita’.
C’è la Norma che decide di organizzare antitempo il proprio funerale, scoprendo, a colloquio con l’impresaria Rina, di non poter far fronte alle spese a costo. Decide quindi di rinunciare alla macchina, al coro di Andrea e Regolo (personaggi reali) rimproverando don Carlo che non sa il latino e dice sempre di essere sempre senza soldi, pronta, poco prima di morire, ad avviarsi a piedi al cimitero.
Rameris, applauditissimo, fa una parte a lui congegnale: lo sposo giovane di una moglie gelosa. L’amico Corrado è chiamato a fargli da spalla nel mascherare una sua scappatella e a cogliere dai suoi mimi tutte le portate di un pranzo che non c’è mai stato.
Sempre Corrado è l’amante pentito delle avance della Rina. Scappata a Parigi perché “Ettore da Rodogno non la voleva” e al ritorno a Vetto trova Corrado che la rifiuta nonostante la tentazione. Ma, più anziano, avrà i ripensamenti, ‘nonostante la pillola che non funziona’.
C’erano, ci sono sempre, i timori del palco, quelli del don, che durante la predica di domenica aveva detto ‘speriamo bene’, ma tutto si è svolto secondo copione, arguzia, risate, niente volgarità, voglia di ironizzare sul nostro mondo.
L’imprevisto? Solo in una scena Corrado ha guardato negli occhi la Norma ed è scoppiato a ridere per i mimi incredibili di Rameris. Un applauso e si riparte. Anzi, considerato il successo si replica sabato 9 agosto.
Non ultimo: l’ingresso era a offerta libera, per andare ad abbattere i debiti del nuovo salone polivalente parrocchiale.