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I 60 anni di sacerdozio di don Ivo Canovi

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Significativa liturgia venerdì scorso 25 luglio a Campolungo per ricordare il giubileo sacerdotale di don Ivo Canovi: sesssant’anni di ordinazione di cui ben trentasei passati a Campolungo.

Don Ivo, figura di prete “nostrano” e, per certi versi, “carismatico” è nato nel 1924 a Marola. Dopo aver frequentato il ginnasio nel seminario locale, è passato, come si usava allora, al seminario di Albinea per il liceo e la teologia. E’ stato ordinato, assieme ad altri 12 compagni, il 29 giugno 1948 in cattedrale a Reggio Emilia dal Vescovo Beniamino Socche. Inviato subito dopo a Miscoso nel ramisetano come giovane parroco di una piccola comunità di 220 anime, è poi passato a Campolungo ove è rimasto fino al 1993, assumendo anche la cura pastorale di Vologno dopo la morte di don Silvio Gentili.

Nel 1994, su invito del Vescovo Paolo Gibertini, è passato alla direzione del Centro di Spiritualità di Marola per cinque anni, finchè il Vescovo Adriano Caprioli lo ha chiamato come confessore presso il duomo di Sassuolo.

Se gli anni di Miscoso furono gli anni della ricostruzione post-bellica, quelli di Campolungo furono quelli più impegnativi della “seconda evangelizzazione” dietro l’incalzare del secolarismo emergente. Si può dire senza timore che don Ivo Canovi è stato un buon operaio della vigna del Signore sia nel campo amministrativo che nel campo più propriamente spirituale. A Campolungo ha portato a termine la costruzione della canonica, il consolidamento della chiesa (assieme a quella di Vologno), la sistemazione delle campane; a Marola ha provveduto all'erezione della Via Crucis nel bosco che va dalla antica abbazia fino alla sommità del monte Borello. Ma se si vuole capire la personalità di don Ivo, bisogna scavare più in profondità nel campo della direzione delle anime e dalla formazione delle coscienze attraverso il sacramento della Confessione.

Per diversi anni confessore presso il Santuario di Lourdes, ha pure accompagnato diversi giovani e ragazze alla consacrazione religiosa. Attualmente completamente cieco, viene assistito a turno da alcune persone di Sassuolo che volontariamente si prendono cura della sua persona. Intanto il suo ministero, svolto senza risparmio di energie in modo, per così dire, eroico, va sempre più diffondendosi nel modenese, realizzando così il paradosso evangelico di lui cieco che diventa luce per coloro che si affidano al suo ministero sacerdotale.

Assieme all’attuale parroco don Pierino Leuratti e al vicario foraneo don Evangelista Margini, la comunità di Campolungo, con un lungo e affettuoso applauso, gli ha ripetuto il suo augurio: ad multos annos ed ancora tanto tanto bene!