Home Cronaca “La maggioranza in Comunità Montana dà prova inaccettabile di forza: ma d’ora...

“La maggioranza in Comunità Montana dà prova inaccettabile di forza: ma d’ora in poi non faccia più i conti solo su se stessa”

3
0

Vibrata protesta della minoranza della Comunità Montana.
Con una lettera indirizzata alla presidente, il gruppo di opposizione lamenta che "il comunicato n. 22/08 dell'Ufficio Stampa che ha sintetizzato l’andamento dei lavori relativamente al Consiglio comunitario del 24.6.08 - quello interrotto per la sopravvenuta mancanza del numero legale ndr - non riportava un particolare tutt’altro che irrilevante".
"Nulla diceva, infatti, su quanto intervenuto al momento della dichiarazione di voto (per il secondo punto all’o.d.g.) quando un rappresentante della maggioranza ha improvvisamente e inaspettatamente contestato l’intervento in corso di uno dei capigruppo della minoranza".
Il motivo?
"Gli è stato rimproverato di indugiarsi su questioni non pertinenti".

Quindi?
"Come la presidente di certo ben ricorda, quel capogruppo stava giusto esprimendosi sulle risposte avute dal Vice Presidente della Comunità Montana, che nella circostanza aveva relazionato e replicato sull’argomento in discussione, vale a dire il rendiconto dell’esercizio finanziario 2007, una tematica affatto secondaria che, stante la sua oggettiva portata, meritava ogni possibile approfondimento".

"Peraltro - prosegue la nota - tutti gli interventi svolti in precedenza dalla minoranza erano stati ampiamente all’interno dei tempi previsti, e pure quello in atto era ben al di sotto dei cinque minuti che sono concessi alle dichiarazioni di voto, proprio per norma regolamentare".

Cosa ci si aspettava?
"Sottolineiamo che dai banchi della presidenza e della maggioranza non si è allora levata alcuna diversa voce, a dissociarsi cioè dalle parole del proprio collega di gruppo, e questo silenzio ci è parso un segno di manifesta insofferenza verso le altrui opinioni, e anche di sostanziale autosufficienza da parte della coalizione che sta governando la nostra Comunità Montana; in pratica una inaccettabile prova di forza che andava respinta con pronta fermezza".

Il risultato?
"Di qui le nostre successive azioni, cioè a dire la richiesta di una breve sospensione dei lavori, cui ha poi fatto seguito quella di procedere all’appello nominale, operazione quest’ultima che ha messo ufficialmente in luce la mancanza del numero legale se gli esponenti della minoranza fossero usciti dall’aula, come poi è in effetti avvenuto. Ciò detto, si rendono necessarie due annotazioni:
· come si può facilmente immaginare, già da prima avevamo constatato che le fila della maggioranza non erano in grado di garantire il numero legale, ma siamo rimasti responsabilmente al nostro posto, intenzionati a farlo per l’intera seduta se non fosse intervenuto l’anzidetto episodio, al quale era d’obbligo reagire non fosse altro per rispetto del ruolo che ci troviamo a ricoprire;
· in quella occasione noi non abbiamo abbandonato la sala consigliare, nel senso di esserci allontanati in via definitiva, come conferma anche il fatto che tutto il rispettivo materiale (cartelle, documentazione, ecc…) è rimasto presso i nostri abituali posti. Abbiamo più semplicemente interrotto per protesta la nostra presenza in sala durante l’esame di quel determinato punto dell’ordine del giorno (lungo il quale si era prodotto l’episodio in discorso) per farvi rientro subito dopo e trovare che la seduta era già stata sciolta, quando invece avrebbe potuto proseguire per trattare le restanti quattro materie iscritte all’ordine del giorno".

Questione di procedure.
"Quanto a procedure, ci sembra in buona sostanza che, anche riguardo al prosieguo, quella assemblea del 24 giugno sia stata considerata dalla presidente alla stregua di una seduta andata deserta per mancanza di numero legale, quando, salvo nostri errori di interpretazione, l’art. 6 del vigente Regolamento considera tale una adunanza che non è stato possibile aprire decorsa almeno un’ora e non oltre due ore dopo quella indicata nell’avviso di convocazione senza che siano intervenuti i Consiglieri nel numero prescritto. Per quanto ci è dato capirne siamo dunque di fronte a due fattispecie piuttosto differenti, atteso che nel nostro caso i lavori avevano preso regolarmente avvio".

Non ci si sofferma troppo sugli aspetti formali?
"No. Non è nostra intenzione insistere qui sugli aspetti formali - concludono i consiglieri - , ancorché non siano irrilevanti, ma da un lato ci parevano doverose le precisazioni avanti esposte, onde spiegare più compiutamente l’accaduto della giornata, e dall’altro, attraverso appunto queste righe, ci premeva esprimere l’auspicio che il momento di debolezza numerica in cui è incorsa la maggioranza nel Consiglio del 24 giugno la induca per il futuro a convincersi che il contare sistematicamente sull’autosufficienza (non solo riguardo ai numeri) è forse la strada meno indicata e realistica, specie per un Ente comprensoriale, vuoi per ragioni di principio e di etica politica ma anche perché può riservare una qualche sorpresa, come nel concreto si è potuto vedere".

Firmato i consiglieri di minoranza: Paolo Bolognesi, Luigi Cagni, Fernando Cavandoli, Marino Friggeri, Giuseppe Mocigoli, Davide Morani, Marino Rivoli, Alessandra Zobbi