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“Montagna discriminata”. LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE PROVINCIALE ROBERTA RIVI

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“Ho presentato una risoluzione urgente alla Giunta regionale chiedendo al presidente ed all’assessore all’agricoltura di rivedere i parametri adottati con il nuovo Programma regionale di sviluppo rurale 2007-2013”. Ad affermarlo è il presidente del gruppo "Popolo della Libertà-GDL" Fabio Filippi.

“E’ fondamentale – spiega Filippi – che venga ripristinato lo schema del vecchio piano, altrimenti l’agricoltura di montagna rischia di sparire. Il precedente Piano di sviluppo rurale riservava una quota di finanziamenti europei alle comunità montane. E’ fondamentale che la Regione non abbandoni la montagna e si impegni a riservare almeno il 30% delle risorse alle comunità montane, altrimenti la montagna verrà definitivamente abbandonata".

Continua: "Su un totale di 34 domande presentate da aziende agricole della montagna reggiana solo 2 sono state ammesse a finanziamento. Dal nuovo Programma 2007-2013 le aziende ubicate in aree di pianura stanno facendo tabula rasa, rastrellando la stragrande maggioranza dei fondi regionali".

Secondo il consigliere di Casina “è notorio che le aree montane siano per loro natura già particolarmente svantaggiate rispetto a quelle di pianura: l’orografia del territorio è sfavorevole, le infrastrutture sono scarse, la commercializzazione dei prodotti è maggiormente dispendiosa, i raccolti più avari. La produzione dei prodotti agricoli risulta quindi più onerosa e meno redditizia. Se la Regione decide di cessare i pochi aiuti riservati all’Appennino l’epilogo sarà inevitabile: in questo modo si favorisce l’abbandono della montagna e lo sviluppo delle frane... ".

"Con il nuovo sistema adottato dalla Regione, che esclude automaticamente i comuni del crinale e determina una graduatoria unica - conclude Filippi - tutte le risorse destinate allo sviluppo rurale vengono convogliate nelle aree di pianura, il tutto a discapito della montagna. Queste discriminazioni devono cessare, prima che sia troppo tardi”.

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LA RISPOSTA DELL'ASSESSORE PROVINCIALE ROBERTA RIVI

Giunge dall'ufficio stampa della Provincia una risposta al consigliere Filippi da parte dell'assessore all'agricoltura provinciale Roberta Rivi.

Questo il testo.

In merito alle prese di posizione apparse sulla stampa, relative alla disponibilità di fondi per lo sviluppo rurale per l’area montana, l’Assessore provinciale all’Agricoltura e Sviluppo Rurale Roberta Rivi, puntualizza la situazione e svolge alcune considerazioni: “Va tenuto presente che il Piano di sviluppo rurale si sta progressivamente attivando, il periodo intercorso tra la fine della precedente programmazione e l'inizio della nuova ha portato un accumulo di esigenze di finanziamento a fronte di una dotazione che è invece suddivisa su sette annualità”.
“Il Piano di sviluppo rurale della Regione assegna in realtà una priorità molto alta alla montagna –afferma l’Assessore-. Fra i quattro Assi in cui esso si articola, l’Asse 3 vede una priorità assoluta per la montagna, infatti prima verranno finanziate le istanze di quel territorio poi, solo se residueranno fondi, verranno finanziate le istanze presentate dai territori di pianura. L’Asse 4, ossia il cosiddetto programma Leader, interviene solo ed esclusivamente nelle zone di montagna.
“Per quanto riguarda l’Asse 1, che è quello relativo al rafforzamento della competitività delle imprese –aggiunge l’Assessore Rivi- prevede anch'esso, per la Misura 112 relativa ai giovani al 1° insediamento, una priorità assoluta per la montagna. Nel primo bando a livello provinciale sono state presentate 38 domande, di cui solo 5 della Comunità Montana. Tutte le cinque aziende montane sono tra le 17 finanziate”.
“Infine la Misura 121 (sostegno agli investimenti delle aziende) –prosegue l’Assessore- prevede una priorità assoluta ai Piani di investimento presentati da giovani al 1° insediamento, indipendentemente dalla collocazione geografica, seguita da una priorità di secondo livello riservata alla montagna. Nella 1^ graduatoria purtroppo si è dovuto constatare che solo 4 giovani della zona montana hanno presentato domanda d’investimento su 28 domande totali e la disponibilità di fondi non ha consentito di rendere efficace altro che la priorità assoluta”.
“Il vero problema –afferma l’Assessore- è che rispetto alla capacità di investimenti che il territorio provinciale è in grado di esprimere, l'entità dei finanziamenti è insufficiente, ma la ripartizione delle risorse a monte è stata vincolata dall’Unione Europea. Preoccupa inoltre che solo 4 aziende con giovani al primo insediamento della zona montana abbiano presentato domanda di finanziamento, il che fa presupporre che la situazione economica in cui versa il settore, che è grave in generale, per la montagna assume connotati di drammaticità”.
“Rappresenta invece una possibile opportunità, -puntualizza l’Assessore-, la scelta di riservare una parte consistente di risorse al sostegno di progetti di filiera attraverso i quali le aziende potranno sviluppare modalità innovative di commercializzazione. Il fine è quello di incoraggiare i produttori a gestire direttamente la fase più delicata ed oggi più debole quale la promozione e la vendita, oltre a quello di portare al settore agricolo una parte più consistente del valore aggiunto che si crea dopo la fase di produzione. Queste misure saranno prossimamente attivate”.
“Segnalo, infine, che le istanze non finanziate nella prima selezione avranno la possibilità di concorrere alle prossime tre assegnazioni –conclude la Rivi- quindi esiste ancora la possibilità che siano finanziate”.
“Pur portando una dotazione finanziaria importante, superiore a quella del precedente periodo di programmazione, il Piano può aiutare ma non risolvere la congiuntura del settore. Tuttavia gli indirizzi adottati incoraggiano le scelte strategiche utili a risollevare il comparto. Nella consapevolezza che, come dimostrano i mercati agroalimentari internazionali, l'agricoltura è un settore fondamentale non solo per l'alimentazione di una comunità ma anche per l'assetto paesaggistico, territoriale e ambientale di quel luogo e pertanto è necessario fare tutti gli sforzi possibili per sostenerla”.

4 COMMENTS

  1. Suggerimento per aiutare il buon andamento della società
    Che competenze ha il signor Filippi per parlare di agricoltura? E’ forse stato contadino, ha forse studiato agronomia? E le comunità montane, ridondanza di cariche inutili dei nostri comuni e dispendio di finanze pubbliche, NON DOVEVANO CHIUDERE I BATTENTI, invece di essere finanziate? Perchè non facciamo parlare i tecnici invece dei politici dei problemi della nostra società?

    (S.C.)

  2. Caro mio…
    Caro mio… Se la Regione ha meno soldi da dare in generale, non solo per l’agricoltura ma anche per la sanità, per la sicurezza stradale, ecc… ecc… ecc… non sarà mica, dico forse, dovuto anche ad una finanziaria scandalosa fatta dalla SUA maggioranza….??????????

    (GV)

  3. Mi dispiace ammetterlo…, ma stavolta Filippi un po’ di ragione ce l’ha!
    In effetti, negli ultimi tempi, la Regione Emilia-Romagna si dà molto da fare per “penalizzare” la montagna.
    Non si capisce se si tratti di premeditazione o dell’accavallarsi di circostanze fortuite, ma:
    1) la legge che abolisce le Comunità Montane, approvata certamente nel rispetto dei termini, ma con una fretta “sospetta” visto che il Governo ha previsto un proprio intervento entro l’autunno che potrebbe renderla obsoleta. Si aggiunga poi un testo legislativo che è fortemente criticabile da molti punti di vista, ma qui la questione si fa troppo complicata per un commento.
    2)il taglio dei fondi per la forestazione e il riassetto idrogeologico che si perpetua da alcuni anni,
    3) la questione del Piano di Sviluppo Rurale su cui è intervenuto Filippi, che forse dipende anche dalle norme europee, ma che lascia comunque in posizione di svantaggio le aziende della montagna,
    4) il taglio dei fondi per rifondere i danni degli ungulati alle coltivazioni di cui si è lamentata anche in questi giorni la CIA,
    5) gli aiuti al sistema turistico della montagna che non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli che arrivano in Riviera.
    Sembra insomma che delle condizioni particolari di svantaggio della montagna emiliana la nostra regione non sia particolarmente preoccupata in questi ultimi tempi!
    Sarebbe ora di riaprire una “vertenza montagna”!!!
    Pietro