Paolo Comastri aveva richiesto le scuse al consigliere Lavizzari dell'Associazione nazionale Alpini (Ana) che, in merito alla questione impiego dei militi con la penna nell'emergenza rifiuti in Campania, lo aveva tacciato di 'sedicente portavoce' dell'Ana reggiana su Redacon, in replica a precedenti articoli, apparsi sempre sulla nostra testata.
Ora Paolo Comastri, che dell'Ana di Reggio Emilia è davvero responsabile dell'ufficio stampa, passa alle vie di fatto. "Non abbiamo avuto riscontro e abbiamo provveduto a depositare querela", spiega Comastri alla nostra agenzia.
Ecco la lettera indirizzata a Lavizzari e che non ha avuto riscontro.
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Reggio Emilia, lì 01.07.2008
Oggetto: articoli apparsi sul Redacon redatti e sottoscritti dal sig. Paolo Comastri avente ad oggetto la problematica dell’eventuale impiego degli Alpini in relazione all’emergenza rifiuti.
Egr. Sig. Avv. Cesare Lavizzari nella Sua veste di Consigliere Nazionale degli Alpini
e
Spett.le Redacon,
rendo noto con la presente missiva che si è rivolto al mio studio il signor Paolo Comastri il quale sottoscrive la presente e mi espone i fatti inerenti la problematica in oggetto meglio specificata, segnalandomi il fatto oltremodo grave ed increscioso scaturito dalla missiva del 13.06.08 a firma Avv. Cesare Lavizzari.
Il consigliere Nazionale degli Alpini Avv. Cesare Lavizzari indirizza la Sua al direttore della Redacon esternando di essere rimasto “stupefatto dalla leggerezza con la quale le notizie sarebbero state diffuse, senza alcun riscontro” e ancora più “stupefatto delle dichiarazioni del signor Comastri “frutto di una sfrenata e fervida fantasia oltreché evidentemente mendaci”.
A dette ingenerose quanto offensive affermazioni e a tutte quelle che seguono nella menzionata missiva del 13.6.08 il sig. Comastri intende replicare con un duplice fine:
> apportare massima chiarezza alla vicenda che occupa sanando se del caso ogni eventuale equivoco che fosse insorto;
>tutelare la propria immagine, il proprio onore e decoro sia di giornalista sia di alpino;
Va prima di ogni altro aspetto affermato che i toni utilizzati dal signor Comastri in ogni suo scritto – anche dopo la pubblicazione della Sua missiva del 13.6.2008 - sono stati sempre civili e pertinenti, mai caratterizzati né da accuse né offese, al contrario di quanto contenuto nel Suo censurabile intervento.
Il signor Comastri nella redazione dei comunicati stampa - che così tanto livore hanno in Lei ingenerato - ha riportato quanto di sua conoscenza relativamente all’argomento esponendo – con doverosa precisazione - di non conoscere le “regole d’ingaggio” degli alpini e ventilando semplicemente la possibilità, di cui si è parlato in diverse sedi, dell’utilizzo del Corpo degli Alpini per l’emergenza rifiuti in Campagna.
In entrambi gli articolo “sui rifiuti si spaccano gli alpini?” “Emergenza rifiuti:Alpini Reggiani in Campania” vengono forniti e comunicata dati già a conoscenza dell’opinione pubblica in quanto dette informazioni erano già apparse su testate nazionali.
Va peraltro evidenziato che Ella nella Sua missiva mai smentisce ed anzi, con utilizzo del condizionale, anch’Ella conferma la ventilata ipotesi di un impiego degli Alpini nella nota vicenda dei rifiuti. (rigo 9.10 Sua missiva).
In seno a detta precisa esposizione dei fatti, inoltre - a titolo personale - il signor Comastri, da Alpino e da giornalista, espone il Suo semplice punto di vista sull’argomento e le preoccupazioni di chi vi ha interesse relativamente alla delicata questione Napoletana.
Nulla di più è stato affermato negli articoli in questione.
Alla luce di quanto sopra riportato appare evidente che gli scritti del Comastri costituiscano – per un verso - un elogio al corpo degli alpini (del quale il signor Comastri è addetto stampa e non “sedicente portavoce della sezione ANA di Reggio Emilia), - e dall’altro – un precisa e dettagliata attività di cronaca.
Valga il vero che i due diversi interventi del signor Comastri rientrano quindi nel diritto di critica giornalistica inteso come diritto pubblico soggettivo avente ad oggetto la libertà di pensiero e di stampa.
Al contrario nulla di tutto ciò può rinvenirsi nel Suo intervento con cui in tutta evidenza si è voluto creare grave disagio e nocumento al mio patrocinato.
Lei infatti definisce il signor Comastri uomo di sfrenata e fervida fantasia, giornalista di notizie mendaci (false), sedicente (chi si attribuisce titoli e qualifiche che non ha), millantatore, e giornalista che raccoglie notizie dall’immondizia false, malizioso (maligno) ed infine di nuovo fantasioso.
DI tanti e tali gravi improperi di cui il malcapitato Comastri è destinatario Le chiederò di dare risposta nelle opportune Sedi.
Risulta palese come l’espressioni da Lei utilizzate nella Sua missiva, espressioni che oltrepassano oltremodo i limiti di normale tollerabilità, sfocino in un palese caso di “diffamazione col mezzo della stampa”.
Solo come breve inciso va segnalato - relativamente alle dichiarazioni rese dal sig. Comastri da Lei definite “frutto di evidente millanteria”, (ove per millanteria si intenda atteggiamento, manifestazione di vanagloria sfacciata ed esagerata, vanteria ingiustificata ed esagerata, vantare cose o qualità che non si possiedono) che detta affermazione risulta del tutto inappropriata ed inconferente proprio per il fatto che le vicende di cui si tratta appartenevano ed appartengono al sapere comune.
In conclusione con la presente sono a richiederLe una formale presentazione di scuse in favore del signor Paolo Comastri per le evidente ed incontrastabili ragioni sopra esposte.
Se le stesse non dovessero pervenire non tarderò a segnalare e produrre la Sua missiva alla competente Procura della Repubblica per qualsivoglia ipotesi di reato abbia a ravvisarsi nella Sua condotta e nel Suo scritto.
Infine appare corrette richiedere alla Redacon la pubblicazione della presente missiva nella prossima uscita della rivista.
Riservata ogni azione finalizzata alla più ampia tutela delle ragioni del sig. COmastri.
Distinti saluti
Avv. Andrea Pellegrini, Pier Paolo Comastri