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Cocaina in Appennino / Chi lampeggia dopo i posti di blocco aiuta il pusher!

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È sabato sera, ben oltre la mezzanotte. Mr. Snow galoppa con la propria autovettura diretto verso nuove avventure. Vive l’euforia artificiale di una nottata come tante altre, condite da pasticche e polvere bianca. È spensierato, nel senso che proprio non pensa; crede solo di potere spaccare il mondo, a bordo del suo bolide da poco acquistato. Alcune persone l’aspettano, la notte va avanti. Oltrepassa un cavalcavia, la strada è un rettilineo su cui decollare. Nella direzione opposta, dall’utilitaria di Ragazzo Qualunque le luci lampeggiano con insistenza, a segnalare il pericolo cui mister Snow è destinato ad andare incontro. Ma mister Snow è uomo di mondo: ferma il bolide, poi inserisce la retro, poi la prima, e via in seconda a ripercorrere la strada appena percorsa, cercando sentieri alternativi per eludere la minaccia.
Intanto, pochi metri più avanti, il capopattuglia e le giovane recluta riaccendono sconsolati il motore: se ne tornano in caserma con rabbia e mani vuote, anche questa volta Mr. Snow è scappato, come sempre è riuscito a farla franca. Eppure ne erano convinti: Mr. Snow doveva passare attraverso quel posto di blocco, col nuovo bolide dal portabagagli pieno di droga, perché quelle sono le sue direzioni, perché aveva amici che lo aspettavano, oltre quell’ostacolo.

Storie come questa si ripetono ogni week end.

Ogni sabato sera poliziotti, vigili e carabinieri effettuano posti di blocco in posizioni strategiche, lungo la strada della polvere bianca. Ogni volta, puntualmente si segnala a sconosciuti automobilisti la loro presenza: basta fare lampeggiare gli abbaglianti quando nella direzione opposta passa qualcuno e il gioco è fatto.

Può succedere che quel qualcuno abbia droga da smerciare lì con sé. Oppure che abbia semplicemente droga per uso personale, ma che, spaventato perché bloccato dalle forze dell’ordine, possa rilasciare dichiarazioni interessanti, fare nomi, compromettere spacciatori.

Con quel piccolo, sconsiderato gesto dell’automobilista che ha lampeggiato anche questa volta il pusher la passerà liscia. E quella partita di cocaina conservata sotto la ruota di scorta finirà nel sangue dei vostri figli, dei vostri genitori, dei vostri amici.

Lampeggiare dopo i posti di blocco è un gesto meschino, che può vanificare il già difficile lavoro delle forze dell’ordine, sempre più alle prese con impossibili limitazioni burocratiche e politiche, con assurde leggi sulle intercettazioni, con mandati investigativi in cronico ritardo, con lo sgomento di sentirsi troppe volte con le mani legate.

E intanto il pusher sfreccia col suo bolide lucente.

Lampeggiare dopo i posti di blocco significa stare dalla parte di chi spaccia, di chi guida sotto l’effetto di stupefacenti, di chi non rispetta la legge. Significa assecondare la mentalità di chi vuole essere furbetto a ogni costo, significa violare le istituzioni preposte alla nostra stessa tutela, con inconsapevole quanto cretino masochismo.

Lampeggiare dopo i posti di blocco è dimostrazione di omertà e vigliaccheria.

Omertà, vigliaccheria, stupida superficialità (eufemismo che potrebbe stare per “pura stupidità”), cecità dinnanzi a tutto quello che succede intorno, menefreghismo e sottile connivenza rendono fertile il terreno per coloro che spacciano, facendo sì che i consumatori di cocaina si sentano dalla parte del giusto. Rispettare le leggi, lasciare che le forze dell’ordine compiano senza ostacoli il loro dovere non è di moda. Chi non lampeggia dopo il posto di blocco è un bastardo: questo è il messaggio sempre più condiviso.

Intanto la coca continua ad uccidere, altre vite sono messe a repentaglio de queste mine vaganti a bordo di bolidi sulla via della polvere, il lavoro di coloro che provano a opporsi si fa sempre più arduo, l’omertà dilaga, e con questa lo sconforto.

Mentre il pusher se la ride…

* * *

P.S. - Si colga il fatto che quello dell’automobilista che lampeggia è solo un esempio indice di un atteggiamento e di un modo di pensare che sempre più sta prendendo piede. Per noi, tutto ciò è malsano. Per noi, occorre smetterla di fare finta di niente. È giunta l’ora di cominciare a parlarci ad alta voce, di cominciare a far qualcosa.

* * *

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11 COMMENTS


  1. Beh, capisco che magari la sera lampeggiare in presenza di posti di blocco può aiutare anche gli spacciatori… Ma lampeggiare alle 3 del pomeriggio (per dire… ), più che salvare un pusher può salvare un automobilista “qualunque” da una multa per eccesso di velocità, anche se magari va più veloce del limite di 10 o 20 km/h… Più che vigliaccheria, in quel caso io la prenderei come atto di “altruismo”. Anche perchè a tutti può capitare di superare i limiti di velocità… “Scagli la pietra chi è senza peccato… “. Naturalmente, ripeto, di giorno; magari alla sera è meglio evitare di “aiutare”, visto la gente che gira.

    (Commento firmato)

  2. Leggi per il giorno e leggi per la notte
    … dovrebbe allora chiamarsi “altruismo” e “solidarietà” anche quella di chi, ad esempio, timbra il cartellino del collega perchè, magari solo di una mezz’oretta, arriva in ritardo sul posto di lavoro… Che fa di male? Gli si risparmia una tosatina allo stipendio, no? Anche perchè può capitare a tutti di arrivare in ritardo. Magari nei turni di notte è meglio che invece i diretti interessati timbrino per conto loro, visti i colleghi che girano…
    Bah, la relatività delle visioni del mondo…

    (Commento firmato)

  3. Anche di giorno…
    Non pensi che possano circolare persone per esempio senza copertuta assicurativa? O con auto o moto rubate? O che essere coinvolti in incidenti stradali con adulti o bambini senza cinture non sia fonte di problemi per chi invece rispetta i regolamenti? L’elenco è lungo… Sfanalare è una pessima abitudine e basta.

    (Commento firmato)

  4. Pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà
    Il proibizionismo non ha mai risolto i problemi per i quali oltre ad essere invocato è stato fattualmente applicato; anzi ne ha generato dei peggiori, primo fra tutti gli altissimi profitti per la malavita organizzata che dal commercio illegale delle sostanze proibite ritrae immensa ricchezza. Più sostanze vengono sequestrate più il mercato ne mette a disposizione, la ricerca (questa sì, ben finanziata) permette di produrre sostanze sempre più diverse, sempre più da sballo. Concentrare l’attenzione solo sull’aspetto repressivo, come i due articoli sul tema cocaina mi pare tentino di fare, oltre che affermare solo un aspetto del problema, non colgono a mio giudizio ciò che io credo essere il nucleo centrale di un ragionamento più complessivo.
    In questi anni si e venuta configurando una società sempre piu precaria, disumanizzata e degradata, dove altri pusher hanno ceduto sostanze, questa volta perfettamente legali, ma devastanti rispetto alla costruzione di un “senso comune” nell’accezione gramsciana del termine. Pusher rispettati e strapagati, con libero (ed unico) accesso a tutti i mezzi di informazione, e Dio sa cosa vuole dire, che hanno venduto menzogne sapendo scientemente di farlo, costruito fortune economiche ed anche altro; pusher che hanno narcotizzato con un pensiero unico sapientemente confezionato ogni forma di confronto e discussione. La moda autunno-inverno, quella primavera-estate, l’omicidio di agosto, il plastico di Vespa, il rumeno infame, l’isola dei famosi e il grande fratello, Lapo, Corona e tutta l’allegra brigata del gossip, le tette rifatte, il gratta e vinci e il superenalotto… (quanto ci manca Rino Gaetano) ci hanno oramai irrimediabilmente bruciato ogni capacità cognitiva. La cocaina è un altro di questi ingredienti e purtroppo credo che urlarne lo schifo o individuare la connessione con la problematica del lampeggio sia come abbaiare alla luna. Una scorciatioia di buone intenzioni ma destinata ad un fondo chiuso. Lunga e dura è la salita per uscire dal fondo del pozzo, ammesso e non concesso che questo tempo che stiamo vivendo abbia in se i prodromi di un risveglio. Che dire? Il pessimismo dell’intelligenza, l’ottimismo della volontà.

    (Luigi Bizzarri)


  5. Credo che Federico e Gianni abbiano individuato un grosso problema. Spesso e volentieri mi è capitato nella notte che qualcuno mi lampeggiasse, e ogni volta ho trovato una o più pattuglie delle forze dell’ordine. Tutti ci dobbiamo ricordare che se vengono effettuati dei posti di blocco è per salvaguardare la vita di ogni cittadino. Se si lampeggia a chi è sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti è facile che questo giri la macchina e percorra una strada differente, e magari potrebbe mettere a repentaglio la propria vita e quella altrui (magari prima o dopo anche quella di chi gli ha lampeggiato). Quindi il problema non è proibizionismo o non proibizionismo, non è Vespa, i politici, ecc ecc. Il problema è che spesso e volentieri si mettono al volante persone che non sono in grado di guidare che è giusto che vengano fermate, che gli venga ritirata la patente e, ove la legge lo prevede, gli venga ritirato il mezzo. Infine, nel caso della cocaina, ricordiamoci che non può essere considerata una droga leggera; se uno stato dovesse legalizzare la vendita di questa vorrebbe dire che la vita del popolo non varrebbe un centesimo. Sarebbe uno stato volto solo al profitto e non al sociale. Questo non è proibizionismo, è legalità e salvaguardia della salute. Quindi, anche il pusher è giusto che venga fermato ed eventualmente arrestato.

    (Alessandro Torri Giorgi)

  6. La società è come vogliamo che sia!
    Mi sono sempre rifiutato di lampeggiare oltrepassando un posto di blocco, così come ho sempre cercato di dare una motivazione ai miei figli sull’allacciarsi le cinture, che non fosse quella della paura di incontrare le forze dell’ordine. Ci sentiamo tutti più liberi se riusciamo a farla da furbi. Ma “furbi” significa in questo caso vanificare l’operato di chi è preposto alla nostra tutela e dare man forte a coloro che hanno trovato il modo di lucrare sul non rispettare le regole e, con maggior colpevolezza, non rispettare la vita umana.
    Ho negli occhi l’espressione attonita di un’automobilista che procedeva in sorpasso, così come tanti altri, in senso opposto sulla riga di mezzeria per non rispettare la propria fila. Invece di fare come gli automobilisti che mi precedevano, mi sono portato più verso il centro della carreggiata rendendo chiaro a quell’automibilista che la sua posizione era frutto della tolleranza di tutti gli altri ma che poteva esserci anche qualcuno non d’accordo. Andavamo in colonna molto lentamente, ognuno sulla propria carreggiata. Quando finalmente è giunto a pochi metri dalla mia macchina, ha rallentato e quindi si è fermato per poi rientrare nella fila. Aveva l’aria sbigottita di chi, abituato a comportarsi in quel modo, era stato svegliato e qualcuno gli aveva detto: non siamo tutti al tuo servizio!

    (Gabriele Ferri)

  7. La penso come Luigi Bizzarri
    La mia sarà un’opinione da poco, ma la penso come Luigi Bizzarri. Ho dei figli e mi dispiacerebbe che crescessero “bacati”, ma non me la sento di rientrare in un contesto di accuse così poco realistico. Sfanalare non aiuta i pusher, che sono invece sostenuti da chi compra e da chi permette loro di spacciare liberamente. Una requisitoria a parole suona patetica e serve a poco, se non a scuotere un poco la coscienza di chi ce l’ha, una coscienza. Per quelli che se ne fregano e vivono di escamotage, improntando la quotidianità di furbate a scapito del prossimo, non servono tante parole al vento. E non fatevi sentire in colpa se sfanalate… fossero quelli i veri problemi.
    Con cordialità.

    (S.M.)


  8. Probabilmente, e mi scuso, ho sbagliato articolo: forse il mio intervento andava collocato in calce all’altro sempre dello stesso autore. Se il dibattito deve vertere solo sulle modalità di arresto di qualche pusher mi ritengo inadatto alla discussione. Al sig. Torri Giorgi vorrei rammentare alcune cose. Pare che la seconda causa di morte nel nostro paese siano i tumori provocati dal fumo di sigarette; credo inoltre che anche l’abuso di alcolici sia cagione di qualche problema. Orbene, le ricordo che in ambedue i casi lo Stato lucra sulla pelle dei consumatori senza farsi troppi problemi. Ai quali, secondo un pensiero corrente, dovrebbe essere negata ogni forma di assistenza sanitaria gratuita come pure ai consumatori di cocaina. Lungi da me ogni ipotesi di liberalizzazione del consumo di cocaina, ma la pur importante discussione sul rispetto della legalità non risolve in alcun modo il problema, come dimostra l’esperienza dei decenni passati. In nessun Paese la sola repressione ha mai posto termine al consumo delle sostanze che si volevano proibire. Il tema è, forse, un poco più profondo.

    (Luigi Bizzarri)

  9. Non serve a nulla
    Proprio una bella discussione… Probabilmente conoscendo uno dei partecipanti secondo me finirete che i vostri nipoti saranno già nonni… A parte gli scherzi… Riprendendo l’articolo il lampeggiare è più che legittimo, dati i posti di blocco, le auto civetta, gli autovelox, i posti in posizioni da arresto… Il lampeggiare fa rallentare o comunque porta attenzione al guidatore… e cosa secondo me, importante, LIMITA GLI INCIDENTI STRADALI!!!! CHE E’ LA PRIMA CAUSA DI MORTE FRA I GIOVANI DAI 18 AI 25. Per quanto riguarda i corrieri della droga secondo me non fanno nè la SS63 nè qualsiasi altra strada provinciale. Il lampeggiare secondo me non li influenza per nulla.

    (GV)

  10. Già, può essere…
    … può essere che la cocaina non viaggi nè per la 63 nè per alcuna strada provinciale o d’altro genere. Dato poi che qui non passano nè ferrovia nè autostrade è facile dunque che, per esclusione, arrivi dal cielo. Proprio come la neve…

    (Commento firmato)

  11. Rispondo a Bizzarri
    Rispondendo a Bizzarri, concordo sul fatto che il tema sia più profondo; concordo pienamente sul fatto che lo Stato lucra sulla salute dei cittadini. Limitandomi però ad analizzare un posto di blocco delle forze dell’ordine, atte a prevenire STRAGI dovute a persone che guidano in stati psico-fisici alterati, per mia responsabilità civile non me la sento di lampeggiare a nessuno per due motivi: 1) l’incolumità di chi come me si trova per la strada che penso che non abbia voglia di finire in ospedale e tanto meno al cimitero per colpa di chi si mette alla guida con tassi alcolemici improponibili o sotto effetto di sostanze stupoefacienti; 2) per non vanificare l’operato delle forze dell’ordine che sulla strada rischiano la vita ogni giorno, che non sanno mai chi hanno di fronte, e che pensano alla salvaguardia dei cittadini.
    Come GV, la vedo anche io improponibile che un pusher sia così stupido da farsi beccare sulla SS63.

    (Alessandro Torri Giorgi)