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Una giornata a monte Rivarolo

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Proponiamo di seguito la cronaca di una giornata trascorsa su monte Rivarolo. Più che un monte si tratta di una prominenza subito a valle dell'abitato di Nismozza. In tale occasione un gruppo di residenti si è messo all'opera per pulire, sistemare, riattare. Uno dei tanti modi di conservare e migliorare il nostro ambiente appenninico, con tanto olio di gomito e pochi proclami.

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Alla fine del mese di febbraio scorso, su invito di don Giovanni, un buon numero di paesani di Nismozza, approfittando della bella giornata di sole quasi primaverile, si è recata al tempietto–oratorio posto alla sommità di monte Rivarolo, modesta collina che si erge subito a valle del paese, per la pulizia e regimazione della boscaglia incolta che ormai da tempo occultava alla vista il manufatto, sia dal paese che dalla strada statale n°63.

Hanno partecipato alla sistemazione boschiva del luogo, con la presenza attiva e fattiva di don Giovanni, i paesani Giovanni, Ivo, Romano e figlio, Bruno, Antonio T., Domenico, Piero, Ernesto, Ilio, Rino, Giuliano ed Antonio R.. Il lavoro si è svolto durante tutta la mattinata in un clima di armonia ed allegria, procedendo con cura e con un’ attenta selezione e rispetto della varietà floristica esistente sul luogo. Si è poi concluso con una lauta colazione preparata dalle signore Adriana, Edda, Domenica a base di “gnocco, formaggio, salumi”, il tutto annaffiato da ottimi vini e con un caldo caffé corretto finale.

Si ringraziano tutti i partecipanti volontari per l’opera svolta al fine di curare e conservare la bellezza e la sacralità di questo luogo, caro agli abitanti di Nismozza e dei paesi vicini ed altresì per tutti coloro che amano ricercare ambienti e luoghi suggestivi che innalzano lo spirito umano verso lo splendore della Natura.

Il tempietto, dedicato alla “NOSTRA SIGNORA DELLE FAMIGLIE”, fu costruito con grandi sacrifici ad opera di don Trentino Simonazzi e dei suoi parrocchiani di Nismozza, sotto la guida del capomastro e progettista Dante Fontanesi, nel periodo maggio-giugno 1955 quale scioglimento del voto fatto alla MADONNA nel periodo degli orrori della guerra del 1940/45 per ottenere la protezione del paese, della sua gente e dei suoi soldati impegnati nei diversi fronti (vedi lapide commemorativa posta sopra l’ingresso del tempietto). Successivamente, all’inizio del 2000 sotto il parroco don Giancarlo Bertolini, furono eseguiti vari lavori di restauro del tempietto: rifatta la pavimentazione interna, con bonifica del paramento murale sia interno che esterno, stuccatura dello stesso, rigatura e rinnovo delle finestrelle laterali, sistemazione dell’altare, messa in opera delle grondaie di scarico delle acque piovane.

Terminati tali lavori di restauro, da allora, si è stabilito di dedicare l’ultima domenica del mese di maggio, nel primo pomeriggio, ad un pellegrinaggio con funzione religiosa conclusiva al tempietto. In tale giornata convergono sul luogo persone provenienti dai paesi vicini, seguendo i vecchi sentieri.

La geomorfologia della collinetta di monte Rivarolo è particolare: essa è costituita da affioramenti di rocce evaporitiche, cioè dalla formazione dei Gessi Triassici, gli stessi che ritroviamo lungo tutta l’alta valle del Secchia e che costituiscono una peculiarità geologica e geomorfologica di grande rilevanza ambientale. Poco più in basso dell’edificio, sul versante che è rivolto verso Secchia, sono visibili delle piccole cavità carsiche, attualmente sfruttate dalle volpi come loro tana; sul lato sud-ovest l’erosione selettiva ha posto in risalto due piccoli cocuzzoli (diapiri), uno a forma “prismatica tabulare” e l’altro a “pan di zucchero”. Tutta l’area è frequentata dai caprioli. Nei dintorni del tempietto sono ancora presenti dei “fornelli” in cui un tempo veniva cotto il gesso per fare la calce, usata nell’edilizia locale.

Nel suolo, alla base dell’oratorio, sono ancora visibili tracce di un muro perimetrale di una antica costruzione che nel passato doveva occupare questa posizione di sommità (antica chiesa di Nismozza e forse ancor prima la presenza di una torretta del sistema di guardia matildico?). Il luogo infatti è in comunicazione visiva diretta con la chiesa madre di Busana (ex castello), con Piolo, con la località della antica Corte di Nasseta, con la confluenza del canale Cerretano nel Secchia in cui sorgeva una torre di guardia del sistema difensivo matildico.

Dal tempietto con una rotazione di 360° si può controllare ed ammirare una buona parte dei versanti dell’alta valle del Secchia. In direzione nord-ovest si osserva tutto il versante sud del monte Ventasso, la sua vetta, il Pizzetto, la “cascata del falco” formata dal rio Rondino, la Costa Adra, la conoide torrentizia su cui è edificato Nismozza. In direzione est Busana (edificio delle scuole medie), l’antica Chiesa e più in basso Marmoreto. Facendo scorrere lo sguardo da ESE verso OSO si ammirano le quinte montuose più significative dell’alto crinale provinciale: dal Prampa, alla Cisa, al Cusna, al Sillano, al Cavalbianco, alla cima Belfiore, alla Nuda, al passo del Cerreto, al solco vallivo del Secchia e dei suoi affluenti Ozola e Rio Rialbero.

Un panorama veramente splendido!

(Antonio Rizzo, tratto dal bollettino delle parrocchie del crinale "Oltre la Sparavalle", giugno 2008)