Riceviamo e pubblichiamo.
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La montagna, stando a notizie di questi tempi, raggiunge dei primati che fanno riflettere e vanno certamente esaminati e approfonditi. E’ ben noto, come ho sottolineato già più volte, che il reddito pro-capite risultante dalla denuncia dei redditi dei cittadini è notevolmente il più basso di quelli della rimanente parte della provincia. Tutti i comuni della montagna, nessuno escluso, risultano in coda in questa graduatoria. Direi che siamo collocati inconfutabilmente agli ultimi posti; certamente non fa piacere, ma è la pura e sacrosanta verità: siamo l’autentico fanalino di coda della provincia.
All’interno di questa realtà non esaltante si trovano poi anche sorprese, come ad esempio il Comune di Castelnovo ne’ Monti, capitale della montagna, centro di commercio, sede di tutte le scuole superiori, dell’Ausl, di servizi, che è superato anche da alcuni comuni della montagna, come ad esempio Baiso e Viano.
A questo poi dobbiamo aggiungere lo stato occupazionale dei nostri luoghi, che volge verso una congiuntura spaventosa. Arrivano continuamente segnalazioni di chiusura di attività e di licenziamenti. Questo lascerebbe pensare che, oltre ad interrogarsi naturalmente sulle cause di questa allarmante circostanza negativa, le nostre pubbliche amministrazioni dovrebbero come si suol dire, tirare la cinghia. Così però non è se si esaminano i dati pubblicati anche sui giornali del 17 giugno u.s. sulle consulenze esterne assegnate dai nostri comuni ad un vero esercito di consulenti.
Titolano i giornali: ”Montagna paradiso per chi cerca consulenze esterne”. Chi volesse approfondire e vedere caso per caso può consultare gli elenchi pubblicati dove figurano le somme spese ente per ente per consulenze. Non va immune da questo fenomeno la Comunità montana, con 277.248,41 €, oltre mezzo miliardo di vecchie lire erogate nell’anno 2006 per consulenze esterne.
Eppure questo ente si trova con il fiato corto, visto che viene praticamente messo in liquidazione dalla nostra Regione con il progetto di legge di iniziativa della giunta regionale "Misura per il riordino, l'autoriforma dell'amministrazione e la razionalizzazione delle funzioni", testo licenziato nella seduta dell’11 giugno scorso.
Praticamente si sostiene nella proposta l’incentivazione dell’Unione dei Comuni che dovrebbero subentrare alle comunità montane… Così la Comunità montana, ente di programmazione creato per la realizzazione e il riequilibrio del territorio, quindi per favorire le aree economicamente più deboli, verrebbe sostituita dalle unioni dei comuni, che sarebbero, almeno nella proposta di legge, “livelli istituzionali appropriati per l’esercizio associato delle funzioni e dei servizi”.
E la programmazione e il riequilibrio dove finiscono? Sono previsti termini brevissimi per la Comunità montana e i comuni interessati per esprimere pareri in merito: 30 ottobre 2008.
Dov'è finita la pari dignità tra gli enti? Eppure con la legge costituzionale n. 3 del 18/10/2001, approvata a maggioranza dalla sinistra, con la revisione del titolo V, parte II, della Costituzione si è stabilita pari dignità istituzionale di comuni, province, regioni, ecc.
Del resto questa unione dei comuni che la nostra Regione vuole incentivare non finisce quindi per mortificare gli enti anziché ridurli? Avremo così qualche presidenza in più per accontentare qualche amministratore di carriera?
Qui però il discorso si amplia e meriterebbe un serio e approfondito dibattito per capire meglio questi giri di valzer. Si potrà farlo?
(Luigi Cagni, consigliere comunale "Lista civica per Castelnovo Monti)