Home Cronaca E se fosse la più grande opera di fienagione della storia?

E se fosse la più grande opera di fienagione della storia?

36
0

La potremmo definire la più grande opera di fienagione della storia in Appennino. Perché il maltempo avvenuto nell’ultimo mese nella nostra montagna ha letteralmente impedito la pratica della fienagione su tutto il territorio.
In altre parole gli agricoltori, in particolare quelli della media collina, non sono riusciti a tagliare l’erba (il primo taglio), lasciadola essiccare in campo per poi portarla in fienile, una volta imballata. Avrebbero potuto partire già ai primissimi giorni di maggio.

Cosa ha comportato questo ritardo? Che se non è raccolta al momento giusto, indicativamente alla prefioritura, l’erba perde parte delle sue qualità, arricchendosi di fibra e divenendo meno digeribile per gli animali.
Durante questo mese, purtroppo, è stato impossibile tagliare i foraggi a causa dell’incessante maltempo che, ogni giorno, regalava acqua a catinelle. Chi alla metà di maggio ha provato ad affienare ha dovuto distruggere il fieno bagnato, con danni per diverse migliaia di euro. Nel mentre le diverse essenze dei prati sono fiorite e molti campi sono ‘ingialliti’ naturalmente in piedi. Altri danni.

Nei giorni scorsi su Redacon segnalavamo l’appello di Francesco Zambonini, segretario della Conferedarazione italiana agricoltori, sulla perdita di qualità dei foraggi, che si assommava a quello di Ivano Pavesi presidente del Conva sui danni agli agricoltori già oberati da maggiori costi di produzione.
Oggi, venerdì 19 giugno, pare finalmente il secondo giorno d’estate e, confortati dalle previsioni, tantissimi agricoltori in ogni parte d’Appennino (comprese quelle più alte di crinale, dove si inizia più tardi con questa pratica) si sono messi in campo per affienare. Uno spettacolo ‘naturale’ che si può ammirare dal cielo, notando i campi che cambiano colore, o più semplicemente ma anche ai bordi delle nostre strade e sui sentieri ammirando la falciatura, la ‘ringhinatura’ (messa in fila) e l’imballatura che disseminerà l’Appennino tra pochi giorni dei caratteristici ‘balloni’ rotondi. Se avete qualche foto… mandatecela, la pubblicheremo.

(Gabriele Arlotti)