Solo pochi giorni fa un politico di Casina che siede a Bologna sui banchi del Consiglio regionale (leggasi Fabio Filippi) chiedeva a Davide Dazzi, sindaco di Ramiseto, se fossero “più importanti le esigenze dei suoi cittadini o quelle del partito di riferimento” (vedi).
Orbene. Andiamo a Villa Minozzo. In ordine cronologico.
1) Succede che il sindaco, Luigi Fiocchi, interpretando un sentimento dei cittadini più che la sola parte politica che lo sostiene, abbia tirato le orecchie ai dirigenti del Parco nazionale, colpevoli, a suo dire, di trascurare il suo comune. La dirigenza del Parco nazionale (leggasi Fausto Giovanelli) è, come noto, dello stesso orientamento politico dell’Amministrazione villaminozzese.
2) Succede che la minoranza “Insieme per Villa Minozzo” abbia a stretto giro “sostenuto” questa presa di posizione, dando “il benvenuto” al sindaco “in minoranza”, dato che esprimeva concetti ad essa cari.
3) Succede che la segretaria locale del Pd nonché consigliere comunale del gruppo di maggioranza “Bene comune”, Claudia Lazzari Monti, abbia richiamato alla “ragion di partito” il primo cittadino, facendogli presente in sostanza che il Parco finora ha fatto quanto di meglio possibile. Cioè in qualche modo dicendo a Fiocchi che si è sbagliato.
4) Succede che il primo cittadino, con una nuova nota di risposta alla minoranza che lo sbeffeggiava (che però, passati i sorrisi dei lettori per un comunicato indubbiamente ilare, forse ha perso un’occasione per riconoscere a Fiocchi, invece che il “passaggio in minoranza”, una posizione da “sindaco di tutti”), abbia fatto presente e rivendicato la propria libertà di pensiero ma non abbia potuto fare a meno di rilevare la “strumentalizzazione” di Coloretti & soci. Le sue parole: “Tutto ciò non mette in discussione il mio impegno coerente, costante e fedele nei confronti della popolazione e delle forze politiche, sociali e civili che mi hanno voluto e che continuano a sostenermi nel ruolo di sindaco”.
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Che c’entra allora l’incipit di questa annotazione? Ci pare che Fiocchi abbia, nell’occasione, dimostrato la sua attenzione alle problematiche del territorio che amministra e la non subalternità al suo essere pur sempre espressione di una maggioranza, quella di centrosinistra, che l’ha voluto sullo scranno in cui siede. Ecco perché ci sono sembrate nell’occasione fuori posto sia la presa di posizione della minoranza (ha fatto bene ad esprimersi, certo, ma poteva farlo con un tono diverso; magari dimostrando a sua volta convergenza nella preoccupazione alla soluzione delle questioni più che palesare a tutti i costi di fare un’opposizione che qui si intende nel senso deteriore di “essere comunque contro”) che quella della Monti (che si preoccupava, con una nota di stampa di stampo prettamente “palazzaro”, di normalizzare qualsiasi eventuale contrasto con un vertice, quello del Parco, che era pur sempre della stessa sponda del Comune di Villa).
Sindaci di partito si nasce. Buoni amministratori di tutti i cittadini si diventa. Senza nulla rinnegare delle proprie convinzioni. Qualcuno ogni tanto ce lo fa vedere. E fa piacere rilevarlo.