(Castelnovo Monti, 31 maggio 2008) - Saranno ridotti i costi di quella che sarà (se ci sarà ancora) la nuova Comunità Montana. “Ma non si capisce, nell’approvazione del bilancio di previsione per il 2008 e del bilancio pluriennale 2008-2010 - lamenta Paolo Bolognesi, consigliere di minoranza nell’ente di via Allende – come mai non si è pensato prima ad autoridurre la spesa della nostra Comunità Montana, soprattutto dopo che i costi della politica sono stati messi sotto accusa, o sono entrati sotto i riflettori della pubblica opinione?”.
Il riferimento, in particolare, è alle dimissioni recenti di due assessori che comporteranno le minori spese messe a bilancio “Confidavamo di trovarcelo scritto, anche perché è da tempo che noi della minoranza auspicavamo la riduzione numerica dell’Esecutivo comunitario. Non era necessario attendere la scure della legge Finanziaria”.
Questo cosa comporta?
“Si sono invece aspettate le decisioni superiori: non giova alla nostra immagine. Ancora una volta non si è agito d’anticipo. Per i costi di gestione, c’erano i margini, come già abbondantemente ripetuto, per un loro deciso contenimento, e già questo era un buon risultato che toglieva quantomeno di mezzo una pregiudiziale, e permetteva di riflettere con maggiore serenità su destino e funzioni dell’Ente senza poter essere accusati di voler fare difese d’ufficio. Ritengo che si sia persa una buona occasione”.
Perché?
“Un chiaro esempio lo si ha per la legge regionale sul riordino delle Comunità Montane: alla sua stesura avremmo potuto in qualche misura contribuire, tramite un dibattito consigliare che poteva partire fin dal 2006, sull’onda dell’ordine del giorno da noi allora proposto. Ma non lo si è fatto, pur sapendo che già la Finanziaria 2007 prevedeva modifiche strutturali delle Comunità Montane. Anzi, esponenti della maggioranza hanno preferito affidarsi alle dichiarazioni sui giornali per dire la loro su questioni: E secondo una pratica del silenzio assenso, si è anche preferito accettare il principio di una drastica riduzione dei consiglieri comunitari, che in una prima ipotesi passavano per noi da 29 a 13, e che sono notoriamente motori di poca spesa, pur di non toccare la composizione della Giunta”.
Cosa ha determinato questa mancata discussione?
“Pare di capire sia legato alle diverse posizioni sorte all’interno della maggioranza. Ma in ogni caso le cadenze ristrette imposte dalla deliberazione regionale del 15 maggio sono ormai incompatibili con un esauriente dibattito consigliare. Si è in sostanza lasciato che altri stabiliscano se ha ancora senso o meno che esista un ente comprensoriale a rappresentare l’identità e la specificità, e se vogliamo anche l’unicità, dei territori montani”.
Oppure?
“Oppure se debba, invece, prevalere la questione dei servizi condotti in forma associata, nell’ottica di renderli più efficaci e meno costosi. Ma nel contempo come si può assicurare la cosiddetta governance dell’intera nostra area, come emerso anche dalla Conferenza Economica in quel di Cervarezza e, anche, come sostengono alcuni imprenditori ramisetani?”
Perché salvare la politica nella Comunità Montana?
“Essa – risponde Bolognesi - costituisce la forma di rappresentanza istituzionale più vicina al territorio, che nel nostro Paese ha tradizione antica e secolare”.
Intanto a Carpineti chiude la Dual, con indubbi risvolti non solo per il Comune…
“Nelle premesse della relazione che abbiamo discusso del problema occupazionale non se ne fa praticamente cenno, e questo lascia un po’ sorpresi perché intorno a noi sentiamo crescere le voci di allarme e di preoccupazione, e non è casuale la nostra lettera di metà mese al Presidente. Riesce difficile pensare che i segni di crisi del settore ceramico non fossero già percepibili da un po’ di tempo a questa parte, così da essere già partiti”.
Parliamo di agricoltura.
“A conclusione dei lavori di Cervarezza ho sentito dare grande rilievo alla agricoltura, e all’importanza di poter recuperare i terreni incolti in una fase storica in cui sta aumentando il fabbisogno di prodotti agricoli, sia per il consumo che per soddisfare le richieste provenienti dal settore energetico. E’ un tema a noi caro, del quale ci siamo ripetutamente occupati, e che a fine luglio 2007, e di nuovo ad inizio novembre, ci ha fatto chiedere alla Presidenza, di promuovere un incontro con le Organizzazioni dell’agro-alimentare, proprio per parlare della agricoltura montana e della dismissione dei terreni che avanza ormai in maniera inarrestabile, se non troviamo il modo di invertire la tendenza. La nostra richiesta non ha avuto esito. Non va, inoltre, dimenticato che in parecchi casi i possessori degli incolti non sono più titolari di impresa agricola, o per pensionamento o perché è subentrata la loro discendenza che svolge altro mestiere, e quindi vanno trovati gli strumenti per aiutare o invogliare queste nuove categorie di proprietari a rimettere in coltivazione i propri terreni, anche perché possono derivarne opportunità occupazionali. Nel paragrafo Agricoltura della Relazione, che pure è molto articolato e ricco di informazioni, e dunque pregevole, questo risvolto non mi sembra preso in esame”.
La proposta?
“Meriterebbe di essere affrontato sul piano politico, anche perché ci sarà probabilmente bisogno di un preliminare intervento normativo, che potrebbe riguardare la Legge per la montagna, e la Comunità Montana può essere appunto la sede per costruire e formulare delle proposte in merito, e non solo per questo comparto. Un compito che si confà in pieno con la dimensione comprensoriale, e che anzi la valorizza”.
Ungulati.
“Mi sarei aspettato di leggere qualcosa anche per la perdita di animali da reddito causa le aggressioni da predatori, argomento anche questo tornato di recente alla ribalta, vuoi perché chi alleva deve sentire che intorno a lui non c’è disinteresse, vuoi perché c’è chi si aspetta delle risposte e quando non arrivano può alimentarsi la sfiducia e anche la suggestione. Non se ne parla”.
Problema canile.
“Leggiamo, a pag. 53, che le catture sono in costante aumento e viene altresì evidenziata la carenza dei controlli sul territorio, di competenza dei singoli Comuni. E’ pari pari quanto riportato nella Relazione 2007, ed è quasi sicuramente uno dei fattori che produce l’esigenza di una maggiore disponibilità di posti in canile e sottende alla realizzazione di una nuova struttura. Se non si scioglie in qualche maniera il nodo dei controlli, e pare invece che il problema continui tal quale, si corre anche il rischio che la capienza della struttura canile debba essere continuamente aggiornata, cioè aumentata, il che non è certo l’ideale”.
Parliamo di internet.
“Nel passaggio riguardante le Reti telematiche valeva forse la pena di farci capire, ancorché in sintesi, qual’è la mappa delle zone che finora sono state autonomamente coperte da imprese private, così da poter fare un confronto con gli interventi che sono entrati nell’Accordo Quadro”.
Teatro.
“Non mi pare che vi siano accenni ai costi di gestione, quando mi sembra un dato affatto secondario per affrontare compiutamente questo capitolo”.
Le sue valutazioni sull’operato della Giunta sono critiche, insomma?
“Partendo dalle riflessioni che ho fatto sulla parte introduttiva della Relazione, ho l’impressione che la Giunta in carica non abbia saputo interpretare, o non vi sia riuscita suo malgrado, le criticità del momento, per poi tradurle in una corrispondente azione politico-amministrativa, anche per quanto attiene la bozza di legge regionale sul riordino delle Comunità Montane”.
Quindi?
“Senza voler esprimere giudizi sull’operato dei singoli assessori, mi domando se nell’attuale momento non sarebbe opportuno andare ad una nuova Giunta, ristretta, e composta preferibilmente da Sindaci, così da azzerare da un lato le spese per l’indennità di funzione e dall’altro avere figure in presa diretta con le realtà e le istanze territoriali. Non si tratta di anticipare le risoluzioni regionali sulla Giunta costituita dai Sindaci, ma di darci un organismo che si concentri sulle problematiche occupazionali e più in generale su quelle del mondo del lavoro e delle imprese, partita determinante per dare tenuta e prospettive al nostro territorio, perché se cede il tessuto economico anche il resto faticherà a reggere nella misura che noi tutti ci auguriamo”.