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“Quelli dell’immigrazione e della sicurezza sono ormai diventati temi di rilevanza nazionale, molto scottanti… “

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Quelli dell'immigrazione e della sicurezza sono ormai diventati temi di rilevanza nazionale, molto scottanti. Fondamentale nel risultato delle ultime elezioni, dimostrato dal risultato eccezionale della Lega Nord in tutte le regioni settentrionali.

Poco importa se i crimini sono diminuiti; il senso di insicurezza, di paura, è ormai radicato, e questo grazie anche ai mass media, a certe campagne stampa, a certi titoli. Lo straniero, il diverso, l'Altro, è rifiutato, viene visto come minaccia, come l'uomo nero per i bambini.

Parlare di questo è diventato molto difficile se si sostengono certe posizioni, quelle giudicate come "buoniste" o lontane dalla realtà. "Prova ad andare da loro, a fare quello che fanno qua e vediamo che ti succede": è una delle frasi classiche con le quali vengono attaccate.

A nulla serve invocare azioni razionali, non spinte dalla rabbia, ma che si muovano tra l'idea di inclusione sociale e di sostegno come strumento per aumentare il benessere generale di una società, evitando così la conflittualità sociale (il concetto di welfare nacque per questo nell'Inghilterra liberale) tra quella del rispetto delle regole, uguali per tutti, nella legalità e tra la richiesta di una giustizia che sia messa nelle condizioni di funzionare adeguatamente nelle sue varie mansioni.

A che serve problematizzare per cercare di capire meglio, magari dicendo che forse è inutile tenere flussi bassi di ingresso perché provocano solo un aumento di stranieri irregolari? Occorrono risposte immediate, di grande impatto, che tranquillizzino la gente. Serve a poco ribadire l'importanza delle istituzioni educative, sia formali che non formali, come strumento di integrazione, di dialogo.

Se poi si parla di dovere morale, di tolleranza come fondamento di una società ideale fondata sulla solidarietà, sull'uguaglianza, e, addirittura, dell'arricchimento che può costituire una società della multiculturalità, si viene presi quasi in giro, come la persona che "vive su un altro mondo", "tante parole ma poi la realtà... ".

Ma, purtroppo, quello che sta accadendo in questi giorni mi fa riflettere e molto. Leggo sui giornali di espulsioni di massa, di commissari Rom, di assalto ai loro campi e infine di reato di clandestinità, su cui ci sarebbe tanto da dire, poiché a mio parere servirà ad aumentare l'illegalità e lo sfruttamento sul mondo del lavoro, recando danno anche ai lavoratori italiani...

Vedo politici che pubblicamente usano un linguaggio razzista, senza alcun senso di colpa e senza alcun ritegno e penso che qualcosa non funziona, che non può andare così, che la storia ci ha insegnato che nelle società in crisi si è sempre cercato un nemico per attaccarlo, per eliminarlo.

Ho paura che in realtà del genere il concetto di Persona, di rispetto dell'Altro come essere umano sia a rischio e che questo sia molto pericoloso per la coesione sociale.
Credo però che di questa realtà occorra parlare e discutere, che tante persone non vogliono sentire parlare di intolleranza, ma che al contrario credono nel valore opposto, la tolleranza.

Molti hanno paura, sono insicuri, ma anche disponibili a cercare un confronto e idee che non finiscano nella violenza e nell'estemporaneità, ma che siano risposte serie, concrete, rispettose delle persone e dei popoli, delle culture, delle religioni, della Costituzione Italiana e Europea, per questo veramente valide e positive.

(Simone Ruffini)

9 COMMENTS

  1. Teatro razzista
    Come tu hai fatto qualche tempo addietro, io ho atteso qualche altro commento prima di inserirmi, ma ad ora non ne vedo… E’ il metro per giudicare che quanto scrivi è spaventosamente reale e odierno. La Costituzione, dici? Hai idea di quanti non la conoscano NEMMENO?! E poi che importa? Tanto come dici tu tutto va bene pur di distruggere. Ho paura anch’io per questo teatro razzista che si sta compiendo; non si sta affrontando nulla: si sta cercando di distruggere il problema, con i fucili e le forche e con gli incendi; si danno le nostre colpe all’altro lo si demonizza per farci credere che noi siamo ITALICI come nel periodo fascista? Ben diverso dal risolverlo! E allora Simone domandiamo a noi: “Sse ci lamentiamo di quel che la fanno a noi, perché qui vogliamo fare uguale?”. La risposta è semplice: perché siamo degli ipocriti! Spero che la coscienza collettiva si smuova nel senso che auspichi come soluzione; perché se di solito abbiamo pareri opposti, qui hai tutto il mio appoggio.

    (Agostino)

  2. Quel che non funziona, secondo me…
    Scusate, ma non sono molto d’accordo o non ho capito bene. Non sono d’accordo su quanto asserito da Simone che i crimini sono diminuiti; forse la grande criminalità può anche essere che sia diminuita, ma sicuramente non la microcriminalità, che è enormemente aumentata ed è più diffusa e temuta dalla gente e che spesso non viene nemmeno denunciata perché inutile o pericolosa per chi lo fa!! Secondo me, ciò che manca o non ho trovato nei vostri commenti è la causa che ha provocato tutto questo malessere di insicurezza, che non sono gli immigrati in generale clandestini o no o i rom, povera gente che va sicuramente aiutata, che possono a volte anche delinquere o spesso lavorano onestamente come tanti altri. Ciò che non funziona è la nostra giustizia. Non tollero che mentre le nostre forze dell’ordine si fanno in quattro, con controlli che si fanno sempre più complicati e difficili a causa della lingua, della nazionalità e dei documenti non sempre decifrabili, poi capita spesso che se un una persona di qualsiasi nazionalità (sottolineo: anche italiana) viene scoperta a delinquere per la terza o quarta volta, se ne gira tranquillamente impunito per il paese continuando con le sue malefatte. Questo è vero oppure no?? Inoltre, una cosa fastidiosa sono i contributi che si danno a molti extracomunitari che poi vediamo tutto il giorno seduti sul muretto a dimenarsi con il telefono cellulare ultima generazione, oppure a spasso a guardare le vetrine durante le ore di lavoro; o ancora vederli nei supermercati a fare spesa di cose inutili, mentre noi cittadini comuni dobbiamo fare enormi sacrifici per arrivare a fine mese con obblighi, doveri e tartassamenti vari. Forse, se mi permettete qualche sforzo, posso anche giustificare questi contributi ma poi ci sono tanti lavoretti da fare… la pineta, la cura delle nostre piante o giardini… falciature dei prati, o tanto altro. Se non si è capito da quanto ho scritto o se mi sono espresso male, volevo precisare che sono lontanissimo da essere razzista e non rifiuto assolutamente il diverso, anzi sono amico; scherzo ed aiuto per quello che posso molti extracomunitari, però questi debbono tutti rispettare le nostre regole, le nostre abitudini, i nostri valori. Ci sono molti immigrati che lavorano onestamente, fanno lavori spesso molto umili e questi vanno rispettati al massimo: anche se lavorano in nero almeno si rendono utili (sarebbe più giusto condannare chi li fa lavorare in nero). Grazie.

    (Elio Bellocchi)

  3. Video
    Il discorso è molto complesso, le semplificazioni troppo pericolose. A chi ti dice, Simone, cosa succederebbe a noi se andassimo da loro… Beh, fagli vedere questo video sulla situazione del Congo e del Ruanda: @Lhttp://www.report.rai.it/R2_HPprogramma/0,,243,00.html@=www.report.rai.it#L. Ci siamo già, da loro… e, per di più, finiamo per essere conniventi con i peggiori mascalzoni africani, sauditi, ecc… Che succederebbe a noi se questi popoli avessero una qualche possibilità di crescita, di pace?

    (Commento firmato)

  4. L’influenza dei media
    Rispondo al mio amico Simone, col quale mi trovo in molti punti in pieno accordo. I punti da analizzare sono differenti, tra cui ne considero due di fondamentale importanza:
    1) l’influenza dei media;
    2) la percezione delle persone.
    Il ruolo dei media è divenuto ormai da anni importantissimo per la percezione dell’andamento politico-socio-economico del paese. TV e giornali attualmente dedicano pagine intere alla criminalità, ma soprattutto danno maggior rilevanza alla criminalità proveniente da immigrati. Questo non vuol dire che voglio sminuire crimini che sono alla ribalta dei giornali, significa che dare pesi maggiori a questi eventi comporta l’aumento dell’odio e dei pregiudizi verso immigrati e rom. Mi sembra abbastanza preoccupante che i media diano molta visibilità a chi chiede la grazia per la Franzoni, una donna accusata e condannata per l’omicidio del piccolo figlio, e sostanzialmente vada ad aumentare l’odio razziale verso immigrati e rom per reati per la maggior parte assai minori che un infanticidio! Invece che dar più visibilità a un padre che cerca di uccidere un figlio perchè gay e far riflettere le persone sulla gravità del fatto, si è data la notizia e dopo poco è caduta nel dimenticatoio. Naturalmente l’influenza dei media può comportare una percezione errata dei fatti alle persone, o in alcuni casi addirittura occultare la realtà. Potremmo parlare di Informazione Deviata ai fini di influenzare la popolazione. Chiaramente se tutti i giorni devo leggere sul giornale che la Franzoni è una brava madre e che gli immigrati sono tutti mascalzoni e delinquenti alla fine mi convincerò di questo. E quel che sta accadendo oggi è veramente grave, stanno convincendo le persone che è giusto chiudere le frontiere, che è giusto espellere le persone. Di questo passo dove potremmo arrivare?! Stiamo forse già dicendo che è giusto dar fuoco a campi nomadi dove dentro ci sono uomini, donne e BAMBINI?!?! Ci stiamo forse per macchiare di crimini inauditi? Cosa giustifica tutto ciò?! Dove sono i politici?!? Perchè nessuno tenta di frenare questa ondata di ODIO ANTISEMITA?! Spero che il lume delle persone torni ad abbracciare quei temi di uguaglianza e solidarietà che una volta conoscevamo.

    (Alessandro Torri Giorgi)

  5. Il potere dei media
    Avete fatto caso che negli ultimi 3 mesi non si è parlato d’altro che dei crimini commessi dagli extracomunitari? Guarda caso in periodo elettorale. Ricordo a tutti un dato “esempio” molto importante: la violenza sulle donne è praticata al 7% da persone extracomunitarie,il restante 93% è commesso dentro le mura di casa, da italiani verso italiane, ma di questo i mass media non parlano. Ora è il momento di spaventare la gente, poiché, si sa, chi ha paura è più manovrabile. E poi dicono che l’informazione non è pilotata dai partiti… Io sono per la legalità ma sono completamente contro qualsiasi manifestazione di razzismo. Parliamo di extracomunitari malfattori senza ricordarci che anche noi siamo stati extracomunitari e neanche tanto bravi. Nei miei viaggi all’estero mi sono reso conto con grande dispiacere che non siamo assolutamente visti come brava gente… L’italiano è considerato ladro e bugiardo anche in paesi come la Spagna e la Grecia; per non parlare dell’Inghilterra dove proprio non ci possono vedere. Troppe volte vedo padroni di casa che affittano abitazioni di 50 metri quadri a cifre esagerate (anche 1.500 euro al mese), ovviamente in nero, così invece di 2 persone ci devono abitare in 6 per fare fronte alle spese, o come a Milano dove i cinesi hanno comprato a cifre esorbitanti interi quartieri pagando con borse della spesa piene di soldi. È facile intascarsi soldi provenienti dal lavoro nero degli immigrati e poi lamentarsi per la troppa immigrazione; le leggi devono essere più rigide anche verso questi “usurai” italiani. Ricordatevi che gli extracomunitari sono il motore economico di un paese industrializzato, gli italiani i lavori di fatica non li fanno più anche perché fare il muratore con una laurea…

    (Mattia Rontevroli)

  6. Sicurezza?
    Quella che viviamo è una «vera situazione di indulto quotidiano, che tutti conoscono, di cui tutti parlano, ma rispetto alla quale negli ultimi anni non s’e fatto niente». E’ uno sfogo durissimo quello pronunciato dal capo della Polizia, Antonio Manganelli, intervenuto in commissione Affari costituzionali al Senato (dal giornale @CLa Stampa#C del 29.5.2008). Concordo pienamente.

    (Elio Bellocchi)

  7. Nuovamente la mia
    Prima di tutto ringrazio per le risposte, tutte interessanti e molto civili. Intendo pure rispondere al signor Coriani, che in un altro commento, relativo ad un altro articolo, nel rispondere ad alcune mie affermazioni ha toccato argomenti riconducibili a questo articolo. Quello che scrive mi trova in disaccordo, e Le chiedo, gentile Coriani, dall’alto della mia ignoranza, visto che non ho mai vissuto in uno dei loro paesi, quale è la sua definizione di razzismo che sembra non coincidere con quella tradizionale. Riprendo gli altri argomenti trattati. Anche io credo che questo sia un tema complesso, nel quale, come dice Alessandro, vi sono grosse distorsioni di percezione dovute ai mass media. Il signor Bellocchi tocca argomenti importanti, io non sono un esperto e le mie erano solo delle riflessioni, ma credo che occorra tenere presente che è un errore portare alla generalizzazione una responsabilità. Credo, come lui, che la giustizia debba essere messa nelle condizioni di funzionare, così come ho detto nell’articolo, e che l’istituzione reato di clandestinità ingolferà ancora di più il nostro sistema giudiziario. I clandestini commettono, forse, un maggior numero di reati ed è giusto investire su politiche di sicurezza e repressioni, ma a questo occorre assolutamente accompagnare una riflessione teorica. La clandestinità, il non fornire diritti alle persone quando se li meritano, credo sia un incentivo all’emarginazione e all’aumento di crimini. Spero di essermi spiegato. Grazie.

    (Simone Ruffini)

  8. ”Sporca negra, che c… vuoi?” Tira una brutta aria
    Interessante per ampliare la riflessione, da @Lhttp://www.articolo21.info/@=http://www.articolo21.info#L, di Massimiliano Di Dio.

    * * *

    @CPer la terza volta in quindici giorni si è sentita dire frasi come «Sporca negra, che c… vuoi?», «C’avete rotto, tornatevene al vostro Paese». L’ultima aggressione giovedì scorso in pieno centro a Roma. E lei, Annaz, passaporto delle Isole Mauritius ma cittadina italiana, sposata da venticinque anni con un calabrese, due figlie, da sempre impegnata socialmente nella capitale, ieri non è stata zitta. Ha cercato di rispondere. Almeno fino a quando uno di quei tre uomini che l’avevano insultata, le si è avvicinato come nel tentativo di darle una testata. Poi ha avuto paura. E sconforto per quelle persone affacciate ai balconi che hanno assistito alla scena senza dire nulla. Anzi ridendo. «Non so cosa sta succedendo – ci racconta ora ancora con la voce tremante – Gira una brutta aria. Temo per le mie figlie. Saranno sempre straniere perché la pelle è quella che parla. Non importa se sei nato qui, se ti sei sempre comportato bene. Loro non lo sanno e non te lo chiedono. Mi domando: dobbiamo scriverci sulla faccia che siamo cittadini italiani?».
    Storie di quotidiani soprusi a sfondo razzista. Che non risparmiano nessuno. E colpiscono anche chi come Annaz fa volontariato ad anziani e disabili, la domenica distribuisce i pasti ai senzatetto e non ha mai avuto problemi con la legge. Solo per il colore della pelle com’è accaduto a Roma per tre volte in quindici giorni. Il primo episodio avviene in un centro commerciale, poco distante da dove la donna abita con la sua famiglia. Annaz è in compagnia di alcune parenti. Chiacchierano e ridono. Non possono farlo almeno secondo le idee di un cinquantenne che si avvicina e urla: “Statevene zitte, che c’avete sempre da chiacchierà. Avete rotto, perché non ve ne tornate a casa vostra”. Stupore e amarezza prevalgono sulla rabbia. Sette giorni dopo è un’auto parcheggiata male il pretesto per gli insulti. E poco importa che la vettura non sia di proprietà di Annaz. Anzi il legittimo proprietario, un ragazzo, assiste a quel che accadrà senza dire nulla. Dalla finestra di un palazzo adiacente. Una donna non riesce ad entrare in un parcheggio proprio per quell’auto che blocca l’ingresso. Annaz si trova poco più in là. A bordo della sua vettura. La donna va verso di lei. “Sti stranieri perché non se vanno aff..”. Anna prova a rispondere. “Sporca negra” si sente dire.
    Aggressioni senza motivo insomma. Se mai ce ne fosse uno legittimo. Ieri l’ultimo episodio. Annaz passeggia per le vie del centro con sua figlia. Ridono e scherzano. Tra le due vola qualche sfottò. È a quel punto che si fanno avanti tre uomini. «Che c… hai detto? Guarda che questa non è casa tua. Vedi di tornartene al tuo paese» gli fa uno. Inutile il tentativo di spiegare. L’uomo le si avvicina come per darle una testata. Dai balconi alcuni residenti ridono. Annaz e sua figlia scappano e ora lei non fa che ripetere: «Che futuro avranno i miei figli? Saranno sempre stranieri».#C

    (Commento firmato)