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Eccolo il logo del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

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Il direttivo dell’ente ha approvato il risultato del bando di concorso nazionale attivato a suo tempo prendendo atto del parere della commissione ad hoc costituita da tecnici ed esperti del settore.

Il marchio-logotipo vincitore è stato proposto dalla ditta Carsa di Pescara che era stata selezionata tra le 79 che avevano presentato le proprie credenziali (ma soltanto 48 erano state ammesse in quanto le altre non avevano i requisiti richiesti). Al secondo e al terzo posto della graduatoria si erano qualificate la Muttley Design di Reggio Emilia e La Lumaca di Modena.

L’offerta economica della Carsa è stata di 18.000 euro a fronte dei 30.000 a base d’asta, ma con questa cifra la ditta dovrà garantire anche la realizzazione di una serie di altri servizi compresa l’assistenza per i prossimi 18 mesi per definire compiutamente l’immagine coordinata del Parco.

L’immagine prescelta è organizzata sulla base di una delle forme geometriche più equilibrate e perfette: il triangolo equilatero. Nel disegno proposto il logo si può leggere come una grande A maiuscola (può essere la A di Appennino). Il colore verde, l’accompagnamento di due bande orizzontali azzurre a sinistra e di un trapezio regolare ancora più verde nella parte bassa, trasformano il logo nell’immagine più classica di una montagna. Una montagna che ha il mare da un lato solo e dall’altro lato altri rilievi più bassi e appiattiti.

“Potrebbero essere l’Appennino, la Pietra e il mare”, chiosa il presidente Fausto Giovanelli. “Oppure una vetta coperta di pascoli al di sopra di laghi e colline. In ogni caso è un’ottima sintesi”, prosegue il presidente. Che aggiunge: “Può consentire di identificarsi a tutti i territori del Parco e al tempo stesso può parlare a chi ci guarda da fuori”.

In effetti il disegno appare composto di più elementi, ma l’immagine appare composta e decisamente unitaria. “Il logo è un’altra pietra miliare nell’edificio del Parco che stiamo costruendo a tappe forzate”, dichiara il direttore Giuseppe Vignali. “Non è stata una scelta facile perché il nostro Parco è un territorio complesso, diverso sui due crinali; e non è possibile raccoglierlo attorno ad un’unica prevalente emergenza. Non c’è una montagna, non c’è una specie animale o vegetale così rara da poter caratterizzare da sola il territorio che va dall’alta Garfagnana al lago Santo parmense, passando per Lunigiana e Appennino reggiano”.

“Abbiamo scelto un’idea geometrica ed armonica ma anche d’impatto – riprende Giovanelli – che si imponga in un attimo! Rappresenta il nostro paesaggio, che è confine fisico e climatico tra Europa e Mediterraneo. In effetti, dopo una seria discussione con i professionisti incaricati, è emerso che è proprio il paesaggio il valore ambientale e unificante di questo Parco dai confini un po’ pazzoidi. E’ il paesaggio il contenitore unitario di grandi diversità e improvvise bellezze. E il paesaggio non ha confini amministrativi; ha piuttosto quelli che si raggiungono con gli occhi”.

In effetti il logo pare anche accennare a un progetto: il progetto dei Parchi di Mare e d’Appennino. “Sì - conferma il presidente – è un segnale per più strette relazioni tra i due versanti e anche oltre i confini del nostro Parco”. Ci sarà discussione? “Ci auguriamo di sì – rispondono dal Parco – vorrà dire che il logo avrà già cominciato a fare il suo lavoro”.

Il marchio–logotipo non esaurisce il tema dell’immagine coordinata affidato alla Carsa spA che ha vinto tra decine di specialisti partecipanti da tutta Italia. Sono previste altre declinazioni per gli utilizzi plurimi del logo stesso, altri elementi di identificazione e comunicazione che si specificheranno lungo il percorso di realizzazione dello start-up del Parco. Subito dopo il logo la nuova sede di Sassalbo.

13 COMMENTS

  1. Logo troppo economico
    Questa mattina, dopo aver aperto il giornale locale, sono rimasto a bocca aperta per lo stupore e la bellezza dei 18.000 euro stampati in cinque colori: nero, marrone, azzurro, verde chiaro e verde scuro. Era ora! I cittadini del crinale attendevano da tanto tempo il “logo”; ora sì che il PN è partito veramente! Presto vedremo anche i risultati: sviluppo, rilancio dell’economia, valorizzazione dell’ambiente, aumento della popolazione del crinale. Da cittadino e contribuente di un comune del crinale facente parte del PN esprimo il mio disappunto e la mia indignazione di fronte ad un tale sperpero di soldi pubblici. Cosa cambia per il PN e quindi per la montagna avere un logo con cinque colori stilizzato o un piccolo gnomo o un lupo stilizzato o una qualsiasi sagoma? Semplice: il primo costa 18.000 euro, gli altri costano quasi zero, visto che almeno due esistevano già e molti altri avrebbero potuto essere realizzati da molti: scolari, volontari con grandi doti grafiche presenti nel nostro territorio, dipendenti e collaboratori del PN (laureati, architetti, geometri… ). Sarebbe certamente stato più opportuno investire i 18.000 euro per l’ambiente, visto che un Parco è di questo che dovrebbe occuparsi. I fondi credo arrivino dal ministero dell’Ambiente. Abbiamo sotto gli occhi lo stato di degrado della montagna: sentieri storici abbandonati, chiusi, non percorribili, franati, pericolosi: gli schiocchi del Secchia, il sentiero posizionato sulla sponda sinistra del rio Riccò, quest’ultimo persino con tratti di selciato in pietra ormai dissestati e moltissimi altri… Per non parlare poi del sentiero posizionato sulla sponda destra del rio Riccò, dove non so chi, ma certamente è responsabile il Parco nazionale, sono state collocate le tabelle della perimetrazione direttamente con chiodi sulle piante di faggi, carpini ed altri. Molto più comodo che posizionare paletti, alla faccia della natura, bravi!!!
    La lista del degrado è certamente lunghissima: alvei dei torrenti ormai sbarrati da una vegetazione incontrollata, piante cresciute nel centro dell’alveo, come in rio Riccò ed altri, rovi e siepi infestanti che hanno invaso interi seminativi, canali di scolo delle acque piovane completamente scomparsi o deviati in zone dissestate e quindi pericolose. I castagneti da frutto, uno dei pochi patrimoni che possediamo, stanno morendo. I troppi ungulati stanno distruggendo i boschi, non cresce più alcuna pianta, viene mangiata appena sboccia. I troppi ungulati ed altri animali liberi devastano ed infestano i terreni coltivati a foraggio. Com’è possibile parlare di qualità dei prodotti del crinale se, ad esempio, le mucche da latte si nutrono di foraggio che proviene da zone lontane, visto che qui da noi almeno il 50% dell’erba da foraggio viene mangiata dagli animali selvatici che oltre a questo la infestano? L’invasione delle zecche? Nessuno dice nulla e fa nulla.
    In zona limitrofa al perimetro del PN abbiamo addirittura un cumulo enorme di sale per lo spargimento invernale sulle strade, a cielo aperto. Quando piove, un bel canale bianco scorre di lato (ora si immette in un pozzetto) e da questo scende tranquillo nell’alveo del rio Riccò, torrente classificato come zona “D” di pesca, dove dovrebbero vivere trote, cioè pesci di acqua dolce; ormai ci troveremo i tonni. In un momento di crisi generale con prospettive di tagli in tutti i settori, il PN ha addirittura assunto personale (impiegatizio e non operatori ecologici da affiancare agli operatori dei singoli comuni) in piena sintonia con il volere degli elettori… “con concorsi ed opportunità per tutti”. D’altra parte anche i comuni e l’Unione dei comuni del crinale, subito dopo le ultime elezioni amministrative, hanno provveduto ad aumentare gli assessori… complimenti.
    Tante altre cose si potrebbero aggiungere, ma non serve a nulla segnalare, proporre, suggerire. Gli amministratori del Parco e dei comuni che ne hanno la competenza sono depositari di certezze e lungimiranza; ascoltano soltanto i voti. Ricordiamoci pertanto in futuro, una volta tanto, di lasciare da parte le ideologie e mandare a casa TUTTI I RESPONSABILI DELLA GESTIONE DEGLI ENTI COMPETENTI.

    (Fabio Leoncelli)

  2. Gestione sotto la lente
    Raramente ho letto su @CRedacon#C una critica così aspra rivolta al Parco nazionale. Vorrei provare a tranquillizzare il sig. Leoncelli… Vede, le assicuro che tante persone sono rimaste “di sale” nel leggere la notizia, apparsa sui quotidiani, a caratteri cubitali, relativa al LOGO finalmente partorito… Ma le posso anche assicurare che, della gestione del PN ci si sta occupando in alto loco. I nomi più altisonanti che circolano sono quelli di Alessandri, Matteoli e Prestigiacomo. L’amico Alessandri, se non erro, è ora presidente della Commissione Ambiente della Camera. Se avrò da lei e dalla redazione il consenso, domani stesso gli girerò questa pagina. Se NON siete favorevoli alla mia iniziativa, vi prego di comunicarmelo entro le ore 12 di domani, al mio indirizzo email. Grazie.

    ([email protected])

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    @CSì, però non diciamo che non si sapeva: eccone la @Lhttp://redacon.radionova.it/leggi_news.php?id=5563&origin=R&keyword=logo&ordine=&ogg=notizie@=dimostrazione#L. Circa la riproduzione del pezzo, la cosa è libera, fatte salve le condizioni che compaiono qui a fianco e in calce a ogni articolo e/o avviso.

    (red)#C

  3. Parere personale
    Premetto di non possedere le competenze tecnico-artistiche per entrare nel merito del valore del nuovo logo. Certamente però mi sento libero di esprimere un parere basato sul gusto personale: lo ritengo del tutto ANONIMO e difficilmente in grado di colpire e stimolare la curiosità di chi lo vede. Personalmente ne sono deluso ma mi auguro di cuore che i fatti possano smentirmi e che questo logo diventi al più presto molto conosciuto.
    Buona giornata a tutti.

    (Riccardo Bigoi, Ligonchio)

  4. Torniamo indietro?
    Dal commento di Gianferrari spero di non dover cogliere una ipotesi di nuovo commissariamento del Parco vista l’esperienza deleteria sotto l’ex ministro all’ambiente Matteoli. Che tra l’altro commissionò praticamente tutti i parchi nazionali i cui presidenti non gli erano graditi, sostituendo addirittura in un parco nel sud Italia un presidente con un amico immobiliarista che poi consentì la costruzione di palazzine nelle aree più belle di quel Parco. Magari il logo può non piacere, ed a qualcuno pure Giovanelli, ma tornare ad un commissario credo che tutti lo riterrebbero un grande passo indietro…

    (BiancoMedio)

  5. Sondaggio
    Vorrei per un attimo tornare al tema di questo articolo e proporvi un piccolo esercizio. Il logo riveste un’importanza fondamentale nella comunicazione, infatti deve, con estrema sintesi, comunicare il maggiore numero di informazioni possibili e catturare l’attenzione di chi lo osserva. Mi piacerebbe lanciare un sondaggio per esprimere con poche parole il gradimento e soprattutto il livello di comprensione del nuovo nato.
    Mio personale giudizio: ottima la parte grafica, ben organizzata sia nei colori che nel messaggio; coraggiosa la scelta del triangolo: difficile da gestire per la presenza degli angoli, ma risolta in modo egregio con i raccordi e la composizione dei tre elementi (forse un po’ troppo tecnica ma decisamente gradevole). Sarei un po’ più critico sulla composizione del testo: un po’ troppo invadente e vicino alla parte grafica e soprattutto con carattere che io vedo più idoneo ad un messaggio tecnico. Da rivedere anche come colori. Nel complesso un buon lavoro.
    Costo: decisamente in linea con il mercato.
    A voi…

    (Sergio Sironi)

  6. Due precisazioni sul logo (e una extra)
    La prima. La redazione mi accusa, velatamente, di fingere di non sapere. Se parlo di “logo finalmente partorito” è implicito il riferimento alla palese “gestazione”.
    La seconda. Non dico che il logo sia brutto o costi troppo. Dico che se questi sono gli scoop del PN, che fanno notizia, poveri noi.
    Da ultimo, gradirei, anche in veste di lettore, che la redazione non si disturbasse (cosa che spesso avviene) nel fornire una sorta di chiave di lettura a certi commenti. Non credo sia sciocco chi legge e, se fosse sciocco il commento, meglio non pubblicarlo neppure. Il vs. commento NEL commento ritengo sia una vera e propria intrusione. Chiunque scrive una sorta di pur piccolo editoriale (mi viene alla mente “GIORNALISMO E ACQUA”) se ne assume tutte le responsabilità; egli ne risponde. Non altri. Molto meglio un commento sottostante che dice: “La redazione non condivide quanto affermato da tizio o caio per questi motivi…”. Grazie.

    (Umberto Gianferrari)

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    @CLa sua nota svaria un po’ qua e là. Comunque.
    1) La redazione non accusa nessuno, neppure velatamente. La redazione casomai precisa e ricorda FATTI (e non opinioni della medesima), in nome della correttezza del dibattito. Ci si limita a sottolineare il fatto, che può leggersi nelle cronache, non solo nostre, che tali costi erano già noti da sei mesi.
    2) Che il logo sia bello o brutto è cosa che pertiene i gusti personali, e comunque qui non crediamo sia un punto d’interesse.
    3) Così come la redazione lascia, com’è giusto, libertà di espressione ai lettori (come anche in questo caso a lei), vogliamo lasciare anche ad essa un angolino per interloquire? Altrimenti dov’è il dibattito? Non si capisce dunque la sua singolare gratifica di “intrusi”… Se, come dice lei, un commento può apparire sciocco – riprendendo i suoi concetti – sarebbe il lettore, secondo il suo punto di vista, a giudicarlo eventualmente tale, no? O dovremmo, sempre secondo il suo parere, censurarlo?
    4) Quelle che lei chiama le “chiavi di lettura” la redazione casomai le offre negli editoriali, non – per quanto in buona fede possibile – nella cronaca. Possono essere non condivise. La cosa non spaventa. Ben venga.
    5) Circa infine il suo riferimento all’editoriale @Lhttp://redacon.radionova.it/leggi_news.php?id=6703&origin=N&ogg=notizie&categoria=2&pag_prox=1@=”Classe e acqua”#L (e non “Giornalismo e acqua” che, come vede cliccando il link, era invece il titolo proposto da un lettore, che abbiamo mantenuto tale e quale – sennò il testo, che ad esso in due parole rimandava, neppure si sarebbe inteso) non capiamo che c’azzecchi. Forse un lapsus.
    Grazie per il suo intervento.

    (red)#C

  7. Addio
    La mia nota non svaria, ma contiene, come da premessa, due commenti sul logo e un extra.
    1) Da che pulpito vi occupate della correttezza del dibattito? Che c’azzecca il costo? Qualcuno ha letto miei riferimenti al costo del LOGO? Eppoi, se quello del costo è FATTO noto da 6 mesi, perchè l’avete riportato oggi?
    2) LOGO bello o brutto; credevo fosse una sorta di sondaggio lanciato dal sig. Sironi… Sbagliavo?…
    3) Il dibattito si crea anche senza i commenti della redazione; del resto, come si spiegano certe notizie con 20 commenti senza neppure una parola scritta da voi?
    4) Chiavi di lettura. Lo ribadisco: per me è vera e propria intrusione.
    5) Avete ragione: manca CLASSE nel Vs. editoriale… “Giornalismo e acqua” è NON SOLO un titolo ma anche commento molto arguto. Una critica durissima a “certo giornalismo”, che condivido appieno. E’ per questo che avete commentato pure quella riga?
    Per i miei gusti siete troppo di parte. E non c’è nulla di male nell’essere di parte; basta solo dichiararlo. Se io scrivo a “L’Unità” o a “Libero” so esattamente a chi mi rivolgo. Ma ergersi al di sopra delle parti, eppoi esserlo realmente, è impresa ardua. Come dicevo, ritengo siate troppo di parte; lascio al lettore giudicare di quale. Grazie per avermi ospitato sino ad oggi.

    (Umberto Gianferrari)

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    @CNon commentiamo. Saremmo di parte.

    (red)#C

  8. Addio?
    Ciao Umberto, mi sembri un po’ contrariato… e non capisco il motivo, scusa la mia ignoranza, ma spero proprio che non sia un vero addio. Si è accennato all’intervento: “Giornalismo e acqua”: sempre a causa della mia ignoranza non ho capito quelle due parole messe lì in quel modo senza nessuna spiegazione; speravo in qualche contributo o precisazione in merito o qualche esempio di giornalismo di quello vero, ma purtroppo i commenti si sono fermati.
    Umberto, volevo soltanto dirti brevemente che leggo sempre con estrema attenzione i tuoi interventi. A volte mi trovo d’accordo, a volte un po’ meno, ma sono sempre interessanti. Una cosa che apprezzo molto, sempre leggendo i tuoi interventi, è quella di dare sempre estrema importanza alle persone, alle loro idee e capacità, alla rettitudine e onestà, quando queste qualità specifiche lo meritano e non soltanto verso al politico di parte solo perché lo è in quanto tale, come purtroppo succede spesso.
    Ti prego perciò di non fare scherzi… e di continuare con i tuoi commenti ed interventi.
    Quanto al logo in argomento, trovo ottima la descrizione dell’esperto Sergio Sironi, che ringrazio. Posso assicurare che ora dormo più tranquillamente nel sapere di averlo e con quelle caratteristiche. Che vuoi, quello di prima mi inquietava un po’… Grazie.

    (Elio Bellocchi)

  9. L’obiettivo è stato raggiunto
    Con grande piacere mi avvicino a questo dibattito. Un po’ per sentirmi partecipe ad una terra che mi ha generosamente ospitato e un po’ perchè faccio parte di un mondo che di comunicazione “ci campa”. Senza entrare nel merito realizzativo e del gradimento personale, il mio pensiero è quello che un logo deve essere valutato per la penetrazione e riconoscibilità che lo stesso ha sul mercato. Questo dipenderà dalle strategie che il PN deciderà di adottare. Oggi il logo con la massima forza è rappresentato dalla “virgola” di NIKE, dove addirittura viene omesso il nome e in ogni caso è riconosciuto da tutti.

    (Fabio Bramini)

  10. Topolino?
    Fin da subito, a pelle, da quando domenica è apparso sui giornali (in b/n), il logo del Parco non mi è piaciuto. Lo trovo freddo, più adatto ad una società che gestisce le autostrade o ad una municipalizzata che si occupa di trasporti pubblici. Non mi attira. L’uccellino stilizzato del Parco del Gigante era nettamente migliore. Ma questo è il mio giudizio e “de gustibus”…. Tuttavia mi auguro che chi a scelto il logo abbia “saggiato” il gradimento del mercato. Altrimenti (visti i costi) la montagna avrebbe partorito il topolino.

    (Andrea Fioravanti)


  11. Appena ho visto questo logo ho pensato: “Oh mio Dio…!!”. La seconda impressione è stata meno negativa: direi che è un marchio-logo senza infamia e senza lode, che, come hanno già detto altri, potrebbe essere applicato ugualmente bene ad una qualsiasi azienda. Il suggerimento che si può dare quando si presenta un nuovo marchio è quello di affiancare al designer anche un buon copywriter che lo spieghi in modo tale che dove non arriva il primo arriva (se è bravo) il secondo…Il sig. Giovanelli come copy non ha un futuro: il suo abbozzo di spiegazione pieno di “potrebbe” dimostra che questo marchio è nato senz’anima; potrebbe (appunto) essere riferito a qualunque cosa. Di una cosa però sono certo: il trapezio più verde non può essere la Pietra. Beh, almeno lo spero… Se lo fosse dovremmo preoccuparci visto che la sua sommità sta per essere lambita dalle acque! Concluderei parafrasando Totò: questa più che una pietra miliare nell’edificio del Parco mi sembra una pietra emiliana. Speriamo bene…

    (R.S.)

    P.S. – Per valutare correttamente se questi soldi sono stati ben spesi non sarebbe male avere a disposizione tutti i progetti finalisti almeno per verificare la competenza con cui il vincitore è stato scelto fra gli altri.

  12. Prendo parte
    Nell’intervento di Umberto non ho ravvisato nè svarioni nè lapsus. Credo che l'”addio” di Umberto Gianferrari – un signore di buone maniere che è solito firmare i propri interventi – vada a tutto discapito di Redacon, che perde una voce libera. D’altronde “chi è causa del suo mal… “.

    (Enzo Piccinni)

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    @C” …pianga se stesso”. Facile concordare. Perdere una voce comunque dispiace sempre.

    (red)#C