L'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni ha risposto in aula ad un'interpellanza di Fabio Filippi nella quale si sollecitava la Giunta regionale ad assumere misure concrete per favorire il rilancio del Parmigiano Reggiano.
"Esistono differenti livelli di qualità del Parmigiano ed anche le aree di produzione sono essenziali per comprenderne le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche", ha osservato il consigliere. "Spesso il consumatore non si vede tutelato e garantito nell'acquisto del prodotto, non essendo esposte le sue caratteristiche qualitative-identificative. Inoltre, il prezzo del Parmigiano Reggiano all'ingrosso subisce notevoli oscillazioni, che a volte mandano in crisi l'intera filiera e mettono in seria difficoltà tutto il comparto lattiero-caseario della nostra Regione".
Tra l'altro Filippi ha anche proposto di individuare almeno tre livelli di qualità differenti del prodotto (ad es. superior, excelsior e di montagna) per superare la classificazione legata solo alla stagionatura e di fissare nuovi parametri, sia di natura geografica e di produzione, come già avviene per i vini pregiati ed altri prodotti alimentari di marca.
L'assessore Rabboni ha spiegato che i produttori del Parmigiano Reggiano, la cui denominazione di origine protetta è regolata da norme comunitarie, sono liberamente associati in un Consorzio di tutela che, oltre a vigilare sul rispetto del disciplinare e a concedere il marchio alle produzioni che rispettano determinati parametri, è chiamato a svolgere attività di valorizzazione del prodotto.
"La Regione - ha detto ancora Rabboni - non può in nessun modo intervenire nell'attività dei produttori associati al Consorzio per orientarne le scelte e l'approccio con il mercato. Può invece intervenire a sollecitare le competenti autorità, come ha regolarmente fatto negli ultimi anni, affinché il Parmigiano Reggiano e tutte le altre produzioni a denominazione protetta siano effettivamente tutelate anche sui mercati internazionali".
"Dop - ha poi spiegato - non è un marchio commerciale, ma un riconoscimento di unicità che tutela la zona di origine di un determinato prodotto: una risorsa fondamentale per i produttori, un vantaggio competitivo su cui sviluppare iniziative commerciali di valorizzazione sul mercato". "Per questo motivo - ha continuato l'assessore - l'attività di promozione delle produzioni agricole di qualità realizzata dalla Regione ai sensi della legge regionale 16/95 individua nei consorzi di tutela i beneficiari dei contributi. Le scelte di marketing non sono in ogni caso oggetto dell'attività pubblica, sono le imprese che devono cercare i metodi più idonei per conquistare nuovi spazi di mercato, mentre la Regione può sostenere i progetti, compresi quelli di nuova commercializzazione e di marketing innovativo, con vari strumenti, in particolare con il Piano di sviluppo rurale (Psr)", che costituisce - ha detto - "un'occasione forse irripetibile" per dar vita con risorse pubbliche a progetti di valorizzazione e rilancio del "re dei formaggi".
Anche la possibilità di specificare l'area di produzione del formaggio, ad esempio "montagna" e la determinazione di nuovi parametri qualitativi sono di stretta competenza dei produttori che devono promuovere una conseguente modifica del disciplinare da sottoporre al vaglio del ministero delle Politiche agricole e delle competenti strutture della Commissione europea.
"Sulla definizione 'montagna' - ha quindi specificato Rabboni - è in corso una discussione all'interno del Consorzio, recentemente la Regione ha promosso un incontro con i caseifici di montagna, il Ministero Paaf e il Consorzio stesso per individuare una modalità di valorizzazione del prodotto di tale provenienza".
Filippi nella replica ha obiettato che "il Consorzio del Parmigiano Reggiano non tutela a sufficienza questo marchio, a differenza di quanto invece fa il Consorzio del formaggio padano per il proprio prodotto. Vorremmo tutelare maggiormente il nostro prodotto - ha ribadito - nell'interesse dei contadini e dell'economia della nostra regione: per questo chiedo un ulteriore sforzo".