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A Carpineti è arrivata la vespa cinese

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Non bastava il cancro o mal dell’inchiostro che già sta causando danni ai castagni. E nemmeno il fatto che questa coltivazione rischiasse di essere definitivamente abbandonata, adesso che la castagna non è più fonte di alimento primario.

A quanto pare ora ci si mettono di mezzo pure gli insetti cinesi. La notizia giunge in redazione nelle prime ore di oggi, 21 maggio 2008, e la segnala l'agronomo del Consorzio fitosanitario reggiano Anselmo Montermini. Sulla questione interviene, addirittura, l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni, per dire quanto sia sentito il problema.

Chiamato in causa è questo insetto che assomiglia a una piccola vespa e viene dalla Cina. A rischio è l'intera castanicoltura regionale. Il suo nome è Dryocosmus kuriphilus, i primi esemplari sono stati trovati in questi giorni da noi, nell’Appennino reggiano, nel comune di Carpineti dove, ricordiamo, siamo nella fascia del castagno già coltivato dai benedettini nel Mille e, qui, ancora molto diffuso.

“C’è la massima allerta per questo ritrovamento, poiché la vespa cinese è tra i più dannosi parassiti del castagno – spiegano dal Fitosanitario -: attacca le foglie e i germogli, sui quali provoca la formazione di caratteristiche galle (ingrossamenti di forma tondeggiante, di colore rosso-verde) che compromettono lo sviluppo delle piante e ne riducono la fruttificazione”.

Al contrario di altre regioni, fino ad ora l’insetto non era segnalato in Emilia-Romagna, anche se il rischio di una sua introduzione era alto, dal momento che ne era nota la presenza in Piemonte, Campania, Lazio e Toscana.

“E’ fondamentale mettere in atto tutte le azioni che possono evitare la diffusione delle infestazioni – ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – la castanicoltura è per alcune aree del territorio regionale un’importante risorsa economica che va salvaguardata”.

Poiché le possibilità di lotta sono al momento limitate e non ci sono metodi efficaci per combattere chimicamente l’insetto, la prevenzione è l’unica arma possibile. Il Servizio fitosanitario regionale ha già avviato il monitoraggio nei vivai e negli impianti in produzione delle zone a rischio, con lo scopo di individuare eventuali infestazioni e mettere in atto le necessarie misure di eradicazione e contenimento. Si sta inoltre attivando per poter disporre in futuro di mezzi di lotta biologica, gli unici compatibili con una castanicoltura sostenibile.

In questo periodo, il Servizio fitosanitario invita i castanicoltori a porre la massima attenzione nei propri impianti per ricercare sui germogli e sulle foglie eventuali sintomi delle infestazioni. Le parti colpite dove sono presenti le galle dell’insetto dovranno essere rimosse e distrutte con il fuoco, prima che abbia inizio lo sfarfallamento degli adulti, a metà giugno.

In caso di sospetta o accertata presenza del parassita ci si deve rivolgere al Servizio fitosanitario regionale (Bologna tel 051-4159111).

Tra i diversi articoli sul l'albero del pane, ricordiamo su Redacon la recente richiesta di alcuni consiglieri della Comunità Montana di realizzare una guida per la coltivazione di quella che, sempre più, appare come l’ormai tribolata coltivazione del castagno.

Per maggiori notizie su Dryocosmus kuriphilus : www.ermesagricoltura.it.

(Gabriele Arlotti)