Il consiglio comunale di Busana deve impegnarsi a sostenere la realizzazione delle fondavalli Secchia ed Enza. Firmato Marino Friggeri e Gabriele Ferrari.
In un documento presentato al Comune di Busana, ove sono consiglieri di opposizione, i due esponenti politici fanno presente "la precarietà dello stato della viabilità in tutto il territorio montano". "Valutate le osservazioni e i pronunciamenti ufficiali delle organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL" chiedono che il Consiglio si impegni a "dare attuazione a quanto già approvato a suo tempo in questa sede circa l'emergenza viabilità ed in particolare alla triplice e non più eludibile necessità viaria che deve articolarsi in una moderna e nuova S.S. 63 che colleghi il capoluogo di provincia al nostro Appennino; in una fondovalle che, scorrendo lungo la vallata del Secchia, colleghi il capoluogo di Regione al territorio montano; una fondovalle lungo il fiume Enza che colleghi la viabilità dell‘A1 al territorio del crinale".
Per giungere a questi obiettivi i due consiglieri chiedono che venga definito, "all’interno della programmazione territoriale, da rivedere nelle sue articolazioni fondamentali, un nuovo e certo assetto viario a favore dello sviluppo e valorizzazione complessiva del territorio montano".
Per Friggeri e Ferrari
Sarebbe bello fare un incontro per poter parlare direttamente coi cittadini di queste due bellissime idee… Speriamo si presenti presto l’occasione di confrontarci su questi due temi per “valorizzare il territorio montano” cementificandolo ed asfaltando la vallata del Secchia “Parco nazionale”… Aspettiamo con ansia questa opportunità di dialogo dato che le decisioni per queste infrastrutture vanno sempre prese col consenso dei cittadini.
Saluti…
(Mattia Rontevroli)
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@CSì, però, come redazione (senza cioè voler fare gli avvocati di Friggeri e Ferrari) ci pare opportuno ricordare che consiglieri, assessori, ecc. sono eletti dal popolo, che li ha liberamente votati, delegandoli a prendere decisioni in suo nome. Può essere corretto che, in casi di particolare rilevanza, possa essere interpellata la cittadinanza. Ma qualche caso non può essere la norma. Se, per un concetto “estremo” di democrazia, ogni singolo provvedimento dovesse essere “patteggiato” e sottoposto al “tribunale del popolo”, campa cavallo… Sarebbe ancora democrazia o, più semplicemente, ingestibile #Ccasino@C? Nella normalità amministrativa, se una giunta nel giudizio della maggioranza degli amministrati ha male operato si attendono le prime elezioni utili e la si manda a casa.
(red)#C
Ma dove vivete, sulla luna?
Dopo la demenziale proposta dell’inceneritore (esistono le alternative!) a Poiatica ecco una bella colata di cemento sulla nostra montagna!!!
(Lucia Pelloni)
Magari (sennò lupi e caprioli si amministrano anche da soli… )
La tortuosa viabilità in montagna è servita solamente a spopolare il nostro crinale. Una viabilità degna di questo nome a mio avviso è tra le poche infrastrutture che lancerebbero la montagna; purtroppo manca la volontà. Il nostro decantato Parco nazionale ho paura che nel tempo diventerà Riserva nazionale: e i lupi e i caprioli si amministrano anche da soli.
(Cesare Romei)
Rispondo
Non vivo sulla luna ma in montagna. Son rammaricato perchè invece d’intavolare una seria discussione si scrive e si parla con slogan ormai sorpassati. Le mulattiere sono d’impatto ambientale nullo. Perchè chi è contrario alle fondovalli non fa una proposta alternativa seria?
(Cesare Romei)
Ma…
Ribadisco quanto già detto tempo fa. Io ho SCELTO di vivere tra le dolci colline dell’Appennino perchè poco trafficato e più pulito. Faccio, solo per andare a lavorare, 1200 km al mese e mi sta bene. Quando però arrivo a casa, la sera, ho il fiume, gli alberi, gli uccellini e i caprioli che si rincorrono nel campo davanti alla mia finestra. Ribadisco, se volete incrementare il turismo basterebbe solo fare in modo di non fare nulla. Lasciamo la natura com’è… il bello è questo. Chi vuole le comodità ha la LIBERTA’ di spostarsi verso le cittadine ben servite. Il denaro che occorre a fare tale statale lo si può usare per altro. Qualcuno ha mai fatto caso cosa già abbiamo lungo il Secchia e il Dolo? Beh, ve lo dico io: lungo le rive di questi due fiumi troviamo ancora i detriti abbandonati cementati incastonati di bellisimi ferri arrugginiti risalenti all’epoca della costruzione dello stradone che da Cerredolo porta alla galleria. Bene, prima di pensare a fare un altro disastro cerchiamo di bonificare le aree comuni che le varie amministrazioni comunali hanno deturpato. Ringrazio e cordialmente saluto. Buona vita a tutti.
(Silvia Palandri)
Per Cesare Romei
Io penso che non sia assolutamente la viabilità a spopolare la nostra montagna. Ho passato 17 estati della mia vita alle Cinque Terre, in Liguria, dove saprà che le strade sono molto peggiori delle nostre e fino a 10 anni fa le strutture per ospitare i turisti erano praticamente nulle. Nonostante questo, negli ultimi 10 anni sono aumentate le visite turistiche del 100%, lavorando su una buona pubblicità del territorio tramite un buon marketing, cosa che per il momento qui da noi manca completamente. In questo momento mancano anche strutture adeguate per ricevere i turisti: alberghi attrezzati, punti di informazione, ecc ecc… Per quanto riguarda le infrastrutture le ricordo che l’ultima infrastruttura importante è, da 15 anni incompleta, la statate 63. Facciamo in modo di finire i cantieri che abbiamo, cerchiamo di migliorare le strade che sono già esistenti; se abbiamo la fortuna di avere paesaggi e luoghi incontaminati dobbiamo tutelarli. Fare una strada lungo la valle del Secchia (le ricordo che essendo parco nazionale la sua costruzione, per fortuna, sarebbe praticamente impossibile) sarebbe una rovina per i nostri luoghi. Io sono per fare in modo che la nostra montagna sia sempre di più un’isola ecologica naturale, dove la gente che SCAPPA dalle città si possa rifugiare, tante volte non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo. Io, provenendo da una città come Milano, sono molto contento di abitare nelle nostre zone. Il tempo mi darà ragione, le città sono invivibili per traffico, inquinamento e ritmi di vita assurdi. La pianura Padana ha la mortalità per TUMORI più alta d’Europa e sta a soli 50 km da noi, LE PERSONE MORTE PER CAUSE NATURALI NELLA ZONA PADANA SONO IL 3%! Teniamoci stretto quello che abbiamo, i risultati arriveranno presto, non tanto per merito nostro ma purtroppo per la disperazione delle persone che sempre più spesso scappano dalle città. La saluto!
(Mattia Rontevroli)
Le Cinque Terre…
Le Cinque Terre sono servite da quattro arterie. La prima via mare, la seconda ferroviaria, la terza per strada normale, la quarta per autostrada (Genova/Livorno), che attraversa nell’entroterra ligure tutta la costa. Se la nostra montagna fosse nelle stesse condizioni, non saremmo qua a discutere di una viabilità per il suo sviluppo. Si dice che i romani costruissero le strade e poi le città; oggi prima costruiamo le città e poi le strade. Un invito di una passeggiata in bici alle Cinque Terre lo accetta? Non la conosco, vorrei confrontarmi sulle vere emergenze della nostra montagna. In bici si coniuga fatica, forza di volontà e grande rapporto con l’ambiente. Non ci sono ingredienti migliori per pensare e… meditare.
Grazie per l’attenzione.
(Marino Friggeri, consigliere comunale di Busana)
Per Marino Friggeri
Precisazione per quanto riguarda le quattro arterie e le possibili similitudini che potremmo avere:
– punto primo: traghetti/ferrovia=bus: ovviamente noi non abbiamo a disposizione il mare ma si potrebbe collaborare attivamente con le città vicine e meno vicine come Reggio, Bologna ma anche Milano per fornire itinerari nel nostro Appennino con prezzi e alloggi accessibili a tutti, proprio come hanno fatto le Cinque Terre mettendosi d’accordo con città come La Spezia e Genova, collaborando assieme e preparando un buon marketing per il turismo;
– punto secondo: le strade normali delle Cinque Terre sono molto peggio delle nostre; in tutti i sensi: sono tortuose e maltenute, con buche e strettoie allucinanti;
– punto terzo: nessuna delle Cinque Terre è collegata all’autostrada: da est bisogna uscire a Levanto; dall’uscita di Levanto a Monterosso (la prima delle Cinque Terre) ci sono 27 km di curve, da affrontare è un viaggio molto peggiore che da Reggio a Castelnovo ne’ Monti, 30 min. circa (SS 63 incompleta); dalla parte ovest bisogna uscire a La Spezia per arrivare a Riomaggiore, 30 km idem come sopra…
Le ricordo che gli antichi romani non asfaltavano e non inquinavano con le auto. Se facciamo passare un’autostrada sotto i gessi triassici e le grotte, questi, con le vibrazioni dovute dalle auto, CROLLANO; non lo dico io ma i geologi che hanno fatto studi riguardo alla costruzione della Gatta-Pianello calcolando già grandi rischi. Inoltre la informo che a differenza di noi nelle Cinque Terre hanno bloccato la costruzione di nuove case proprio per tutelare il paesaggio; noi invece continuiamo a fare il contrario…
Concludo. Abbiamo grandi potenzialità che non riusciamo ancora a sfruttare e di certo autostrade, raccordi, strade, stradine e mulattiere non risolveranno il problema; anzi, andrebbero a rovinare la nostra fortuna: avere paesaggi e natura che ora più che mai si possono definire in via di estinzione… Valorizziamo e miglioriamo quello che abbiamo, è più semplice, più economico e poi si sa: dietro grandi infrastrutture ci sono grandi appalti, grandi interessi e tanta gente che si mette i soldi dei contribuenti in tasca. La saluto.
(Mattia Rontevroli)
P.S. – Troppo facile proporre inceneritori “Poiatica” e poi andare in bici sui colli delle Cinque Terre… Io invece le propongo di fare un “TOUR DEGLI INCENERITORI”, sempre in bici ovviamente; io sarò provvisto di maschera antigas. Così vediamo se a fine giro il suo rapporto con l’ambiente ne avrà tratto beneficio. Io preferisco meditare in mezzo agli alberi..
La causa dello spopolamento della montagna? Bella domanda…
La causa dello spopolamento della montagna? Bella domanda. Sicuramenre non sarà una sola, ma affermare che non sia la viabilità mi sembra una forzatura. E’ vero, ultimare la SS 63 sarebbe qualcosa di buono. Il problema è che i paesi di crinale, eccetto il weekend, se il tempo è buono, e il mese d’agosto, sono pieni di scuri chiusi e col passare del tempo le case sempre aperte non sono in aumento. Probabilmente non abbiamo un’adeguata cultura turistica che, insieme alla viabilità(risalente al periodo Napoleonico), a mio avviso non aiutano il lancio della nostra bellissima montagna.
(Cesare Romei)
100%
Gent.mi sigg.ri Friggeri e Ferrari, io la Vs. proposta la condivido al 100%. Anche le virgole
(Umberto Gianferrari)
Cantieri+cantieri=soldi al vento e tante frottole
In linea con i commenti sopra, non sarei categorico nèe come Mattia nèe come Cesare e altri. La viabilità ha certo la sua parte, e ve lo dico da pendolare… Ma un conto è migliorare quel che già abbiamo (innumerevoli cantieri aperti e sempre fermi) facilitando i percorsi, altro è come al solito reperire nuove quanto discutibili innovazioni. Io sono convinto che la viabilità abbia spopolato la montagna! Certo che sì. Ma non credo che riempirla di asfalto sia la soluzione giusta, a meno che non si intenda aprire altre decine di cantieri (con appalti e sprechi pubblici, e qualcuno che ci guadagna… ) solo per immagine o per riempire. Soluzioni a breve termine, cari amministratori, e non a 30 anni (stima mia per l’esperienza sul posto), come l’assurdo e fantomatico traforo del Cerreto o strade che iniziamo domani e finiamo nel 2030, quando qui non ci sarà più nessuno per davvero. Meditare, signor Friggeri? Si, ma con coscienza e apertura mentale. Qui sbagliamo completamente la prospettiva e pretendiamo di fare finta che sia il contrario.
(Commento firmato)
Parliamo della stessa montagna? Io abito a Busana, sono attualmente in pensione, ma ho fatto per due decenni il pendolare Busana/Reggio. Non ho il piacere di conoscere personalmente né Silvia Palandri, né Mattia Rontevroli, né Lucia Pelloni. Sarebbe molto bello poter interloquire di persona; in mancanza lo faccio attraverso Redacon, che ringrazio per essere sempre più una “palestra” di confronto democratico. Partecipo da sempre il più possibile alle occasioni di dibattito culturale, politico, sull’ambiente del nostro Appennino ed anche oltre. Riscontro in generale che troppo spesso, quando si parla della montagna reggiana, non si ha la consapevolezza reale, magari pur sottolineandola, che non esiste una sola montagna reggiana ma ne esistono due: una da Canossa/Casina/Viano a Castelnovo ne’ Monti ed un’altra comprendente i comuni del crinale. Quando si analizza la situazione sociale ed economica della montagna reggiana si fa sempre, come del resto è normale, la media dei tredici comuni della Comunità montana. Il risultato è che “mediamente” la situazione è buona. Qui sta, io credo, una grave sottovalutazione nella quale cadete (forse inconsapevolmente) pure voi, poiché la realtà dei comuni del crinale è quella di comunità socialmente e demograficamente (indice di vecchiaia) avviata, senza interventi strutturali urgenti, ad un declino certo; lo certificano i dati. Le tesi che voi sostenete non sono certo peregrine, hanno una loro validità, mi pare però (almeno questa è la sensazione che ricevo leggendovi) difettino di reale e vissuta conoscenza della situazione del nostro crinale. Nessuno pensa, almeno io non penso, ad autostrade o superstrade, bensì ad una viabilità scorrevole, con la minor pendenza e tortuosità possibile; né penso all’industrializzazione massiccia del nostro territorio: infatti il nostro ambiente è la risorsa più preziosa che abbiamo. La viabilità scorrevole è essenziale per due motivi:
1) permettere di accedere ai luoghi di lavoro, là dove essi già sono, in tempi ragionevoli;
2) permettere di accedere alla nostra montagna dalla val Padana e dal mare in altrettanti tempi ragionevoli (e senza troppe soste per i bimbi/adulti che devono “rimettere”).
Si porrebbe così la pre-condizione perché anche nei comuni del crinale vi fosse il “presidio” indispensabile delle famiglie giovani e che i turisti fossero invogliati a visitarla. Poi, certo, ciò non è tutto; occorrono servizi, anche immateriali, ma se per andare a lavorare occorrono tre ore giornaliere (e d’inverno i rischi sono quotidiani) l’esperienza dimostra che i giovani prima o poi prendono casa più vicina al lavoro. Un’ultima osservazione: il nostro Appennino è molto bello, ma non è solo opera della natura, è così perché uomini e donne nei secoli hanno dissodato terreni, hanno creato i prati pascolo, hanno coltivato il bosco, hanno costruito e curato i sentieri, gli splendidi muretti a secco che li delimitano, hanno regimato i corsi d’acqua. La nostra montagna è cioè figlia del lavoro umano! In termini moderni, bisogna continuare questa opera di “manutenzione” creando lavoro permanente in loco. Questo sostengo da sempre, dovrebbe essere il compito primario del Parco nazionale.
(Claudio Bucci)
Mi rivolgo al gentile Sig. Bucci: capisco il suo punto di vista ma non è chiaro a cosa lei è a favore. Sse ad una urbanizzazione della montagna o ad una valorizzazione della stessa. Mi pare che la proposta di Friggeri e Ferrari sia da valutare attentamente perchè chiedono di costruire una strada che, con grandi probabilità, andrà a deturpare il nostro panorama e la nostra natura dei quali, personalmente, vado molto fiera. Credo che l’urgenza sia di dare la possibilità ai giovani e a chiunque altro di lavorare e creare alternative dove viviamo coltivando le nostre risorse e ciò che il territorio ci offre nel rispetto dei cittadini e della natura. Si può fare e lo vediamo in molte regioni d’Italia. Ci si lamenta per la mancanza di vitalità da parte soprattutto dei giovani che il lavoro se lo trovano, nella maggioranza, distanti da casa. Ma allora perchè al posto di costruire nuove strade non si aggiustano quelle che già ci sono? Perchè non si invoglia la gente a restare piuttosto che “aiutarla” ad andarsene? La costruzione della sopracitata può creare un incentivo in più a lasciare le proprie case, i propri monti nella ricerca di un lavoro, che è necessario ovviamente per sopravvivere, altrove. Mi ripeto: ci sono infinite risorse da sostenere e appoggiare e quindi perchè si propone di asfaltare, incementare luoghi che non necessitano di questo proprio perchè la loro bellezza non lo impone? Abbiamo bisogni diversi da questo e credo che una mano sul cuore ed una sulla coscienza ci aiuterebbero a capirlo. Siamo molto fortunati a vivere in luoghi ancora -quasi, ma non del tutto – incontaminati. E nonostante ciò i problemi ci sono ugualmente. Il nostro compito dovrebbe essere quello di valorizzare ciò che madre natura ci ha donato e non devastarlo, e se questo non diventerà chiaro dentro ognuno di noi di “strada” ne faremo davvero poca… Grazie e buona vita.
(Elisabetta Corbelli)
Egr. Sig. Bucci
Egr. Sig. Bucci, mi rammarica leggere che un uomo come lei, che ha vissuto così tanto tempo nelle NOSTRE montagne e che vi è rimasto nonostante abbia fatto il pendolare fino all’età pensionabile, possa pensare che una statale sia la soluzione per aiutare i giovani e non giovani ad avvicinarsi al lavoro e alle comodità. Come giustamente fatto presente da altri, invece di creare nuove strade si potrebbero sistemare quelle già presenti; si potrebbe creare lavoro nelle zone montane magari utilizzando le risorse economche a disposizione ridistribuendole alla comunità per incentivare l’imprenditoria (non vedo più arare la terra e portare al pascolo il bestiame, e lei?). Oramai non produciamo più nulla. Per andare in ospedale bisogna fare chilometri, per andare a lavorare bisogna fare chilometri, per andare a fare la spesa bisogna fare chilometri… ma diamine! Cosa ci vuole! Creiamo imprenditoria, la vecchia bottega dov’è? A Cervarezza hanno fatto una cosa bellissima per grandi e piccini, cioè il parco avventura CERWOOD, “usando” ciò che la natura ci dà e credo anche creando lavoro. Incentiviamo e finanziamo il singolo, non le grosse cooperative esterne. Ci sono tanti modi e tante idee, basta saper ascoltare anche chi non fa parte della giunta comunale. Mi auguro che lei possa cambiare opinione perchè mi rattrista pensare che la gente che ha lavorato e contribuito fino ad ora non abbia idea di quante cose meravigliose si possono fare unendo idee e risorse. La soluzione non sta in una strada asfaltata. Si ragione sempre troppo con la testa del DIO DENARO e poco con la saggezza (che tanto i nostri vecchi conoscevano bene). Mi ricordo bene che un giorno chiesi a mia nonna perchè non prendeva giù dall’albero tutte le ciliege. Lei mi disse: “Per due ragioni. Una perchè lasciamo qualcosa da mangiare agli uccellini ed agli altri animali; e l’altra perchè il nocciolo cadendo creerà una nuova pianta”. Beh, mediatiamo su questo: pensiamo anche alla natura (flora e fauna)senza avidità di sorta e seminiamo buoni frutti per il futuro… Auguro buona vita a tutti.
(Silvia Palandri)
Sig.ra Corbelli…
Non riesco a capire come Lei possa comprendere un punto di vista, non comprendendo a che cosa sia favorevole. Il tema è antico: “UN AMBIENTE E’ DA VIVERE O DA TENERE IN NAFTALINA?”. Già da ragazzino frequentavo la pista Gatta-Pianello, per corse, passeggiate, pesca, ecc… Quando NON era asfaltata l’incauto viandante, poteva trovarsi alle prese con un nuvolone gigantesco di polvere sollevato da OGNI auto in transito. Polvere che portava parzialmente a casa l’incauto bagnante che usava olio solare… Sono stato onorato di fare la mia prima esperienza politica con la lista “Verdi del sole che ride”. Il capolista di allora, Pietrino Reggioni, mi chiese di farne parte. Gli spiegai che ero cacciatore, ma questi mi disse: “Conosco il tuo amore per la natura”. Ma torniamo “a bomba”. Anche ieri sera sono andato al Pianello in bici e ho incontrato i soliti appassionati: chi in bici, chi a piedi, chi con gli ski-roller, ecc… Ho pensato che se fossimo rimasti all’epoca della pista polverosa non avrei visto nessuno di loro; anzi, non sarei andato neppure io! Credo che asfaltare la Gatta-Pianello, creando aree di sosta per turisti, attraversamento per i rospi, ecc… sia servito a rendere PIU’ fruibile quell’ambiente, che tutti noi montanari amiamo pressochè in egual misura. Lei non lo ama più di me o meno di me, il sig. Bucci non lo ama meno di noi, i sigg.ri Friggeri e Ferrari… Mattia… Cesare… Silvia… ecc…
Risulta altresì da epoca remota che civiltà e progresso abbiano “percorso”, da sempre, le vie di comunicazione… e viceversa… Amare l’ambiente? Ok! Ma senza arrivare ad eccessi integralistici! Un ambiente da vivere, da percorrere, da arrampicare, da correre, da viaggiare, ecc… Ovviamente nel rispetto delle norme che regolano impatto ambientale, raccolta di fiori, legna, funghi, pesci, ecc… Questo è il mio modo di vedere la natura che ci circonda. Lo SENTO nel cuore, senza la pretesa di ritenere che sia il solo modo… Senza pensare che sia il “giusto” modo!
(Umberto Gianferrari)
Chiedo a Gianferrari…
…se conosce la differenza tra asfaltare una strada che era già esistente come la Gatta-Pianello, di circa 4 km, e costruire un raccordo che colleghi, come dice Friggeri, il capoluogo di provincia al nostro Appennino: in una fondovalle che, scorrendo lungo la vallata del Secchia, colleghi il capoluogo di regione al territorio montano, aggiungo, magari collegandosi al traforo del Cerreto!! Ma stiamo scherzando… Lei che ama così tanto la natura dovrebbe sapere l’impatto che avrebbe un tale “cantiere”. A questo punto le chiedo: Lei, da amante della natura è veramente d’accordo di attuare un progetto simile nella nostra montagna e nel nostro Parco nazionale? Le chiedo questo perchè la sua posizione a riguardo non mi è chiara.
(Mattia Rontevroli)
Caro sig. Gianferrari, innanzitutto mi pare che lei abbia voluto rispondere ad una domanda che non le era stata rivolta. Non voglio sembrarle maleducata se le dico che il tema non è la strada attuale della Gatta-Pianello, ma una NUOVA STRADA che vuole essere costruita in luoghi ancora – anche se già non del tutto – incontaminati. E credo che abbia frainteso parte di ciò che ho voluto dire. Non sono d’accordo sulla costruzione di una nuova strada partendo dal presupposto che si investirebbero soldi in un progetto di grande impatto ambientale quando strade, strutture e quant’altro sono in condizioni pessime. Strade che ogni giorno percorriamo. A me non sembra integralismo, questo, ma buon senso. E credo che a volte civiltà e progresso abbiano percorso sì vie di comunicazione, ma non sempre costruttive (se vuole un esempio pensi ancora oggi: la guerra e la bomba atomica). Comunque non voglio polemizzare nè tantomeno dare lezioni di vita. Le faccio solo notare un’ultima cosa: nel suo tanto parlare di ambiente non si è capito se lei è a favore oppure no e che comunque quella che vorrebbero costruire non è sicuramente rivolta a chi vuole farsi una scampagnata o a chi ama la bici o agli animali che popolano questi luoghi. Se lei ha l’immagine della stradina di campagna, caro signore, credo che non le sia chiaro l’articolo. La ringrazio per la gentile attenzione. Buona vita.
(Elisabetta Corbelli)
Lezioni di vita che si danno, lezioni di vita che si prendono
Non sapevo che la bomba atomica fosse arrivata per strada; ne prendo atto. I test nucleari non si fanno più nel deserto, ben lontani dalle vie di comunicazione? Come dicevo nel commento, terminandolo, ciascuno è libero di amare l’ambiente come crede. Elisabetta e Mattia sono sensibilissimi ai temi ambientali; ma le foto alla casetta sotto al Pietra, crollata durante i lavori di ristrutturazione, le ho scattate io, non altri. Trattasi di zona che credo ricada tra quelle di particolare interesse paesaggistico e ambientale. Gli articoli di stampa che denunciavano la morìa di caprioli e i servizi televisivi delle tv nazionali portavano la mia firma, non altre. Ribadisco di non pretendere di impartire lezioni ad alcuno… ma neppure sono disposto a prenderne da voi. Se voglio imparare qualcosa scelgo io da quale fonte attingere. Prolungamento Gatta-Pianello fino a Giarola? Sono favorevole. Al 100%.
(Umberto Gianferrari)
Spero in un confronto pubblico
Per prima cosa qui da parte mia non c’è l’intenzione di insegnarle nulla, abbiamo idee troppo diverse su questi temi. Per seconda cosa tanto di cappello per quello che ha fatto, foto, ecc… Io sull’ambiente sono molto più attivo di quello che pensa; ma a differenza di lei non lo sventaglio ai quattro venti poichè grazie al cielo non sono un politico e non ho bisogno di consensi da parte di eventuali votanti. Per ultima cosa le consiglio di rileggere la proposta di Friggeri che non propone di proseguire la Gatta-Pianello fino a Giarola ma di collegare tramite raccordi e chissà cos’altro Reggio alla montagna, lungo la valle del Secchia. Concludo dicendo che io su questi “progetti” sono sfavorevole al 100% e aspetto il prima possibile un confronto pubblico per parlare di queste cose, così ascolteremo i pareri delle persone che abitano in montagna. Saluti.
(Mattia Rontevroli)
Mi associo…
Mi associo al pensiero di Mattia e condivido in pieno!!!!!!
(Silvia Palandri)
Mezzogiorno di fuoco…
Ottima idea, Mattia. Accetto la sfida! Sarà la gente di montagna a decidere della montagna. Io mi impegno a rispettare l’esito di tale confronto, qualunque esso sia. Arrivederci.
(Umberto Gianferrari)
P.S. – Io NON ho bisogno di raccattare consensi, poichè NON sono candidato, che io sappia…
No problem
Ne sono felice, Gianferrari, adoro i confronti “costruttivi”. Soprattutto preferisco guardare in faccia le persone, parlando e discutendo. Le idee che ha espresso nei suoi commenti saranno ascoltate, direttamente, da molte persone. A presto. Con rispetto.
(Mattia Rontevroli)
P.S. – Se rilegge attentamente il mio commento si accorgerà che ho citato “eventuali votanti”….
Leggere attentamente
Sì. Ho letto attentamente. Eventuali votanti NON esclude che vi sia un candidato che le persone possono o meno votare (eventuali votanti). Diverso sarebbe dire EVENTUALI CANDIDATI… Lo ripeto: candidato NON sono. Che io sappia… Anche perchè, se lo fossi, mi farei forte portavoce di idee “GIUSTE”; e NON delle mie, “SBAGLIATE”! Comunque sia, visto che sempre amo passare dalla protesta alla proposta, chiedo pubblicamente a @CRedacon#C e alla Comunità montana di organizzare un dibattito pubblico in tal senso. Qualcosa del tipo: “Pianello-Giarola: un’opera che s’ha da fare? O un sogno che s’ha da dis-fare?”.
(Umberto Gianferrari)
Centriamo il problema
Vorrei ricordarvi che il “problema” non è la Pianello-Giarola-traforo, ma come dare un futuro alla montagna. Personalmente non credo che la strada, ed in particolare quella strada, possa portare prosperità alla nostra montagna; di rimando, se la Ferrari (per dirne una) mi garantisse 500 posti di lavoro a Giarola subordinandoli alla viabilità, domattina andrei al Pianello con picco e pala a dare una mano per la costruzione rapida. Il dibattito, costruttivo, deve puntare a portare posti di lavoro non vincolati alla viabilità e che abbiano un basso impatto ambientale. Vorrei leggere “carne dell’Appennino” anzichè carne argentina, vorrei dei pali di castagno nostrani anzichè del lombardo-veneto, vorrei un call-center sul crinale anzichè a Reggio. Forse comiciando a proporre idee anche su questo sito (magari in un bel forum sulla montagna del futuro) riusciremo a costruire qualcosa, meglio senza asfaltare…
(mc)
Le comunità del crinale esistono?
Nei tanti commenti che ho seguito, la situazione attuale, non futura, delle comunità che vivono sul crinale non ricorre mai. Forse perchè gli intervenuti non vi abitano? Incontri e dibattiti pubblici non è che non se ne siano mai fatti (anzi, c’è chi dice se ne fanno troppi); ricordo da ultimo quello nel quale CGIL/CISL/UIL hanno presentato la loro piattaforma di zona (Castelnovo ne’ Monti, 7 maggio 2008), però le tesi qui esposte da tanti appassionati del nostro ambiente non le ho sentite. Quel documento dice che lo Stato deve provvedere ad ammodernare la S.S. 63, anche da Castelnovo al Cerreto, e che la Provincia deve prolungare la pista dal Pianello a Giarola con gli stessi criteri della Gatta-Pianello. Mi sembrano interventi tutt’altro che devastanti,$ che sarebbero utili anche per le aziende eco-compatibili da molti intervenuti auspicate od esistenti.
(Claudio Bucci, Busana)
Per Gianferrari
In questo comunicare c’è il mio pensiero, il mio punto di vista che è a sfavore della strada. Non c’è opera di convincimento, giudizio, nè accuse nei confronti di nessuno. Quindi la prego di smetterla di mettere parole in “bocca” che non sono state dette. Le sarei davvero grata perchè, per quanto mi riguarda, le mie intenzioni non sono quelle di insegnare nè a lei nè a nessun altro, perchè ognuno è libero di pensare ciò che vuole nel rispetto del prossimo. E comunicarlo. E questo è quello a cui credo ed ha molto a che vedere con la proposta della nuova strada, che, per me, manca di rispetto alla natura e ai cittadini perchè ancora non si pensa a dare la priorità a sistemare le urgenze. Non avrei voluto che lei la prendesse sul personale, anche perchè questo è un punto dove ci si incontra e ci si confronta. E meno male che c’è! E, tanto per chiarire, perchè mi dispiacerebbe molto che lei pensasse che parlo a vanvera, le ricordo il Giappone durante la seconda guerra mondiale e le guerre “per strada” che ancora di ogni giorno nel mondo mietono vittime. Tanto per far capire che penso che a volte civiltà e progresso, nel loro percorso di comunicazione, non comunicano affatto! Grazie e buona vita.
(Elisabetta Corbelli)