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“Comunità montana: per chi e per cosa?”

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In questi giorni, dopo anni in cui l’Italia dei Valori chiede l’abolizione della Comunità montana, senza trovare risposte, finalmente si alza la voce della presidente Montemerli, che afferma: ”Ho la piena consapevolezza che oggi occorre fare scelte coraggiose, in grado di dare una risposta alle problematiche del territorio". Molto bene, finalmente si comincia a prendere atto che la Comunità montana è ente inutile, come l’Unione dei Comuni e il poco conosciuto GAL, Gruppo Azione Locale (di cui avvertivamo la necessità), che però distribuisce finanziamenti, con un gioco di equilibrismi, di cui tutti sono a conoscenza, fra finanziato e finanziatore che in tempi meno sospetti avrebbe fatto accapponare la pelle.

Che cosa abbiamo sempre chiesto come IdV: contenimento delle spese, efficacia e trasparenza, riduzione degli assessori della Comunità, passati a sette dai quattro che erano (quasi come la Provincia), riduzione dei consiglieri che sono addirittura tre per Comune, in una logica evidente di spartizione, parcheggio del sottobosco (montano) della casta di casa nostra. L’Italia dei Valori, come presumo molti altri cittadini, vorrebbe inoltre sapere quali sono i compiti effettivi e le aree di competenza della Comunità Montana, del Gal, dell’Unione dei Comuni. Da chi ricevono finanziamenti, come li distribuiscono, quanti dipendenti hanno, il costo del personale e quello che resta per gli aiuti reali alla montagna.

E che dire appunto della sovrapposizione di cariche che aumenta la confusione e rasenta l’illegalità, nonché della sovrapposizione di competenze tra Comunità montana e Provincia, che anziché facilitare, appesantisce ulteriormente il carico e gli oneri? Adesso si potrebbe rispondere maliziosamente alla domanda: ”A chi serve?”. L’Italia dei Valori è certa che ormai sia chiaro a tutti che non serve agli abitanti della montagna e ormai non serve di certo neanche a chi ricopre contemporaneamente, ad esempio:
- il ruolo di consigliere del Gal, assessore in un comune della montagna, amministratore delegato di un’associazione montanara;
- il ruolo di presidente dell'Unione dei Comuni, consigliere in Comunità montana, sindaco di un comune;
- il ruolo di consigliere del Gal, presidente della Comunità, sindaco di un comune;
- il ruolo di presidente del Gal, consigliere dell’Unione, assessore in Comunità montana, consigliere di un comune.

Non vogliamo fare i nomi, che comunque sono conosciuti da tutti, perché il risultato che noi dell’IdV vogliamo è che gli stessi prendano atto dell’anomalia, della necessità che si faccia trasparenza e correttezza sulla destinazione dei finanziamenti.

E poi verrebbe da chiedersi: ”E’ mai possibile che in montagna gli incarichi siano ricoperti sempre dai soliti noti, che si fanno in quattro, e non è per dire, e non ci siano altre persone in grado di ricoprire i ruoli senza scadere nei doppi, tripli incarichi, con relativi gettoni e indennità? La coerenza è oggetto desaparecidos, ma quello che non c’è, soprattutto, è il rispetto dei cittadini, il contenimento della spesa pubblica, l’efficacia e la trasparenza dei finanziamenti. Alla nostra montagna servirebbe più rispetto!

(Liana Barbati, segretaria Italia dei Valori Reggio Emilia)

10 COMMENTS

  1. Complimenti
    I consiglieri del gruppo di opposizione di Villa Minozzo, assieme ad altri esponenti dell’Udc e di Alleanza nazionale alcuni mesi or sono hanno tenuto una conferenza stampa dove, con un apposito giornalino, denunciavano questo malcostume della politica, che in montagna è ormai consolidato. Fare questa precisazione era importante, perchè qualcuno che combatte questo modo di fare politica e già impegnato da tempo. Comunque più siamo e meglio è, speriamo che l’Italia dei Valori si renda conto che alle ultime elezioni politiche era alleata con quel Partito Democratico di cui questi amministratori con doppio o triplo incarico sono i fondatori, e a Reggio Emilia ed in Provincia è in maggioranza sempre con il Partito Democratico.

    (Robertino Ugolotti, membro direzione provinciale Udc e consigliere comunale Castelnovo ne’ Monti)

  2. Una domanda a Liana Barbati e agli altri
    Per chiarirci le idee domando a Liana Barbati e agli altri intevenuti nel dibattito: “La Comunità montana dell’Appennino reggiano è da SOPPRIMERE quale ente inutile o il problema è solo quello di cambiarne gli amministratori?”.

    (Un curioso)

  3. Risposta al curioso
    Per me tutte le comunità montane (non solo dell’Appennino reggiano) e tutti gli enti inutili, carrozzoni che paghiamo noi con le nostre salatissime tasse, sono da sopprimere. Visto che tutti (quasi) sono d’accordo mi chiedo cosa si aspetta, un ennesimo referendum? Questa volta mi firmo.

    (Elio Bellocchi)

  4. Non facciamo di tutta l’erba un fascio…
    Che in Italia ci siano enti inutili e poltrone da eliminare è più che evidente. Non sono d’accordo nel generalizzare. Chi ha creato comuni, comunità, Gal, non posso credere lo abbia fatto solo per creare nuove poltrone. Sulle “multipoltrone” aggiungo: fare l’amministratore in modo serio può implicare gravi ripercussioni sulla propria attività e a volte più stipendi piccoli portano ad uno stipendio normale. Ciò non toglie che le nuove tecnologie dovrebbero portare ad una revisione critica di tutti questi enti e ad una loro semplificazione sia di poltrone ma in particolare delle pratiche burocratiche. Sono sempre dell’idea che se i poltronai lavorassero in modo serio molti problemi sarebbero risolti.

    (mc)


  5. Volenti o meno, il sistema odierno è più basato su uno spartimento di dirigenze che sui servizi al cittadino. E’ anche vero di non fare di tutta l’erba un fascio, ma le eccezioni spesso sono poche per cui si deve parlare in generale: di un fallimento del sistema. L’unico modo, per evitare correttivi che permettano al sistema di perpetuarsi come ora, è rompere questo circolo vizioso che ci porta ad un ritmo di tassazione insostenibile, a fronte di un servizio sempre più scadente. La domanda che mi sorge un poco è: che fine faranno tutti questi detentori di poltrone dopo? Non vorrei che nascessero magicamente altri enti (o si duplicassero) a nostre ENORMI spese (come poi già ora). E’ giunto il momento, vista la presa d’atto delle persone, di muoversi perchè il sistema si ridefinisca, perchè il modo per ridurre il nostro gravoso peso esiste: è cambiare strada completamente. Chissà se faremo o riusciremo?

    (Agostino)


  6. Con un po’ di feroce ironia si potrebbe dire che tutti gli enti unutili esistono anche per dare modo ai gentili esponenti dell’IDV (e similari) di esercitare un po’ di sano populismo e di parlare più alla pancia della gente che al loro cervello. Non vi è dubbio che molti enti siano inutili ma ci sono ragionevoli motivi per credere che essi non verranno mai soppressi per la semplice ragione che gli esponenti col triplo incarico sono solo la minoranza di coloro che li compongono, mentre i molti altri dipendenti a vari livelli costituiscono un bacino di voti che potrebbe andare perduto qualora si decidesse di darci un taglio netto. Se l’IDV fosse disposto a cancellare le province senza se e senza ma potrebbe avere anche il mio voto, ma temo che sia più facile strillare che toccare i fili dell’alta tensione che inevitabilmente porterebbero ad annusare il profumo del potere da posizioni un po’ più distanti da quelle di governo (ed anche di opposizione). Lo ribadisco ancora una volta: chi ritiene che mettendo alla gogna e togliendo qualche dirigente e qualche politico si possa risolvere anche solo la decima parte delle spese di questi “enti inutili” non ha capito niente. In Italia è difficile trovare anche solo una persona che non abbia amici e parenti assunti in questi “enti inutili”: questo è il problema serio, l’indescrivibile numero di dipendenti che tali enti sono riusciti ad assumere e che hanno (sovente) un tasso di produttività ridicolo rispetto ai dipendenti della pubblica amministrazione di altri paesi europei. Allora se l’IDV vorrà andare fino in fondo anche a costo di grande impopolarità e di sicura perdita di consensi allora ben venga; in caso contrario è forse meglio limitare gli strali per occasioni migliori… Io credo che non vivrò abbastanza per vedere la soppressione di tali “enti inutili”. Chi ha provato a toccare i privilegi di casta di ridotte corporazioni come quelle dei taxisti e dei farmacisti ha incontrato una fiera opposizione; non voglio neppure immaginare quali sanguinose rivolte di piazza potrebbero esserci se si decidesse di abolire le province.

    (R.S.)

  7. Importanza
    Ma non ci sono problemi più importanti, in Italia e nella nostra montagna? A mio parere, chi ha incarichi pubblici deve essere al servizio dei cittadini e fare il suo lavoro con onestà e trasparenza. Tutto il resto mi interessa MOLTO relativamente.

    (Francesca D.)