Ieri, domenica 20 aprile, nel pomeriggio, sono stati ricordati e commemorati in una grande e commossa partecipazione i martiri della strage di Colombaia, avvenuta 53 anni or sono. Per la triste ricorrenza è stata celebrata una S. Messa in suffragio di Afro Rossi e Giovanni Munarini: i due martiri barbaramente uccisi il 26 marzo del 1955, nell’osteria Vezzosi di Colombaia.
Ha celebrato la funzione, nella chiesetta della frazione piena di gente commossa, don Franco Rossi, parroco di Villa Cadè, figlio di Afro Rossi, coadiuvato da un altro sacerdote. Alla cerimonia ha partecipato anche la vedova Rossi, di 94 anni, e il prof. Paolo Gandini, figlio di Umberto Gandini, gravemente ferito nell'attentato.
Tra le autorità erano presenti Fabio Filippi, consigliere regionale, il sindaco di Casina, Carlo Fornili, senza fascia tricolore, Silvano Domenichini, consigliere provinciale, il dr. Emilio Schenetti, presidente del comitato per le vittime di Colombaia, il dr. Giancarlo Tavasanis, nipote di Giovanni Munarini Giovanni e presidente regionale dell'Avis, il professor Giuseppe Zannetti, autore del libro Quello della Colombina, che racconta la storia romanzata dell'eccidio di Colombaia.
Dopo la celebrazione alcuni testimoni viventi hanno raccontato alcuni particolari della vicenda, tra cui le caratteristiche delle pallottole esplose. Il caso ha voluto che dopo due spari l'arma impiegata, un fucile di fabbricazione inglese, si inceppasse. Altri testimoni hanno raccontato che alcuni ragazzi non parteciparono alla festa in quanto informati e sconsigliati dai servizi di allora. Si diceva che la partecipazione alla festa sarebbe stata molto pericolosa in quanto a tavolino era stato studiato il piano omicida.