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Acqua (se puoi) dei paesi tuoi

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Si è tenuto ieri sera, presso il Parco Matilde di Carpineti, l’incontro di Alta Energia avente come tema “L’acqua potabile tra sprechi e pregiudizi”. L’assessore all’ambiente di Carpineti, Lorena Meglioli, ha aperto il dibattito presentando Luca Tondelli, giornalista e coordinatore, che ha dato la parola al Dott. Giuseppe Altamore, giornalista sociologo e vicecaporedattore di Famiglia Cristiana.

Altamore ha illustrato ad un’attenta platea di circa quaranta persone lo stato in cui versa il patrimonio idrico del nostro Paese e, più in generale, della Terra: solo meno dell'1% dell’acqua presente sul nostro pianeta è utilizzabile per soddisfare i circa 6 miliardi di persone; vuoi perché per la maggioranza è salata o perché è difficilmente raggiungibile. Ha trattato diffusamente l’argomento “acqua del rubinetto vs. acqua minerale”, ponendosi decisamente a favore della prima e contro la seconda. A detta del giornalista le acque in bottiglia non sempre rispecchiano i parametri assai severi in fatto di qualità e di presenze di elementi potenzialmente dannosi per l’organismo (es. arsenico e nitrati). Viceversa le acque del rubinetto sono controllate spesso e garantiscono l’assoluta salubrità per il consumatore. Ha posto particolare rilievo come nella conferenza di Dublino del 1992 sia stato sancito il principio che l’acqua non è più “bene comune” ma “bene commerciale”, modificando così la concezione da bene primario, che deve essere a disposizione di tutti, a bene di consumo, quasi potesse essere voluttuario.

Alcune multinazionali stanno investendo cospicui capitali nelle aziende idriche a sociètà per azioni, ravvisando notevoli possibilità di guadagno e di monopolizzazione. Citava l’esempio della città di Milano la cui acqua, tra breve, sarà proprietà di una multinazionale francese. “La gente si fida di più dell’acqua in bottiglia che di quella del rubinetto” – prosegue Altamore – “senza considerare che l’acqua minerale costa dai 3/400 euro al mc contro i ca. 50 centesimi al mc dell’acqua del rubinetto, che invece è più sicura”.

Ha proseguito ricordandoci come l’acqua minerale produca, oltre ad un maggiore esborso per il consumatore, circa 7 miliardi di bottiglie di plastica all’anno che devono essere smaltite e che possono essere riutilizzate solo in minima parte attraverso il processo di riciclaggio. Alle quali vanno aggiunti i danni ecologici dovuti alle fasi di lavorazione e alle emissioni dei gas di scarico dei tir.

La parola è passata quindi a Roberto Paterlini, Direttore Generale di Enìa, che ha sostanzialmente convenuto con le posizioni del relatore, aggiungendo alcune precisazioni e chiarimenti relativamente allo stato idrico della nostra provincia. La provincia di Reggio Emilia ha circa 5000 chilometri di rete idrica e 37 acquedotti. La nostra montagna viene fornita dall’acquedotto della Gabellina che ha la sua fonte di approvvigionamento nel comune di Collagna attraverso il prelievo da 20 sorgenti miscelata con acqua superficiale del torrente Riarbero. La rete è monitorata e la qualità dell’acqua controllata, garantendo un ottimo prodotto ad un prezzo, se non proprio bassissimo, certamente competitivo rispetto alle acque in bottiglia. D'altronde, ha proseguito Paterlini, sia la manutenzione che i controlli costano, perciò non si può pensare ad un uso dell’acqua gratuito.

Per sfatare il pregiudizio che Enìa, essendo passata da pubblica a società per azioni e quotata in borsa, enfatizzi l’aspetto commerciale rispetto a quello di erogatore di pubblico servizio, il Direttore Generale ha sollecitato gli astanti a ridurre i consumi e a fare la massima attenzione agli sprechi. Da tempo Enìa promuove un uso razionale dell’acqua che, anche se nella nostra provincia non ha mai avuto casi di carenza, è un bene che deve essere salvaguardato.

A questo proposito ricordiamo l’iniziativa di fornire ad ogni famiglia un kit di frangiflutti e di depliants informativi per il risparmio ed il consumo oculato distribuito circa un anno fa proprio da Enìa.

In platea erano presenti numerose educatrici che hanno sottolineato come nelle scuole si cerchi di sensibilizzare gli studenti a riconoscere il valore dell’acqua fin dalla tenera età. L’assessore all’ambiente di Castelnovo ne' Monti, Nuccia Mola, presente in sala, ha informato che nelle mense scolastiche del capoluogo viene fornita solo acqua del rubinetto e che non sono pressenti neppure i “boccioni” da 18 litri.

Tra le domande poste dal pubblico vale la pena sottolineare un quesito rivolto ai relatori: hanno una reale utilità i depuratori casalinghi che vengono continuamente pubblicizzati? Ha risposto Roberto Paterlini: secondo lui queste attrezzature, spesso costose e comunque da manutenere, sostanzialmente non migliorano l’acqua potabile, possono aggiungere anidride carbonica (le bollicine!) e refrigerarla togliendole il sapore di cloro, ma per questo, ha aggiunto, tanto vale tenere una brocca in frigorifero. Inoltre i filtri diventano ricettacolo di batteri. L’addolcitore d’acqua è potenzialmente dannoso perché, se è vero che diminuisce la quantità di cloro salvaguardando gli elettrodomestici, trasforma l’acqua facendola somigliare all’acqua distillata, che proprio non è indicata per l’alimentazione. Meglio, conclude, cambiare una serpentina ogni tanto: non danneggia e costa meno.

Una serata, insomma, volta a riaffermare la qualità e convenienza della nostra buona acqua del rubinetto, economica e, fortunatamente per noi, sempre disponibile. I relatori sono stati particolarmente interessanti ed hanno esposto i loro punti di vista in maniera chiara ed esaustiva (che per ragioni di spazio abbiamo dovuto sintetizzare), catturando l’attenzione del pubblico dalla prima all’ultima battuta. Complimenti ad entrambi.

Per maggiori informazioni vi rimandiamo ai siti di Enìa e di Giuseppe Altamore:

www.eniaspa.it

www.giuseppealtamore.it

e alla recentissima pubblicazione di Giuseppe Altamore: L'acqua nella storia, SugarCo, 2008

Il prossimo appuntamento con Alta Energia è a Baiso, giovedì 8 maggio.

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Aggiungiamo di seguito una precisazione pervenutaci dall’assessore all’ambiente del Comune di Carpineti, Lorena Meglioli (che ringraziamo).

Gli addolcitori diminuiscono il quantitativo di calcio e magnesio, quindi diminuiscono il valore della durezza dell'acqua e non del cloro. Poi ci sono addolcitori ad osmosi che invece tolgono tutti gli elementi o sali minerali facendola assomigliare ad acqua distillata. Per quel che riguarda i distributori di acqua (che non hanno nulla a che fare con i depuratori) servono semplicemente per refrigerare ed addizionare di anidride carbonica l'acqua del rubinetto e potrebbero essere un buon modo di usare appunto questa acqua ed evitare di acquistare acqua minerale frizzante in bottiglia.