Si è svolto ieri sera, presso l’affollato foyer del teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti, l’incontro “Libertà per il Tibet. La lotta non violenta”, che ha visto tra gli altri la partecipazione del Dottor Stefano Dallari, presidente della Casa del Tibet di Votigno di Canossa.
In questi giorni le sorti del Tibet e dell’ormai esigua popolazione residente sono continuamente sotto i riflettori dei media, sollecitando l’opinione pubblica e gli stati ad assumere una posizione precisa in sua difesa.
L’introduzione dell’assessore Nuccia Mola ha sottolineato in particolare le parole di Sua Santità il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso, che anche in questi giorni ha esortato alla non violenza ed al dialogo, disapprovando un eventuale boicottaggio dei giochi olimpici. La richiesta del Tibet, ha proseguito la Mola, non è più quella di essere riconosciuto come stato sovrano, ma di ottenere lo statuto di regione autonoma (come il nostro Trentino Alto-Adige) e il riconoscimento dei diritti civili.
Il sindaco di Castelnovo, Gian Luca Marconi, ha ricordato come la nostra comunità abbia più volte fatto fronte comune davanti a crisi internazionali, con iniziative volte a sostenere progetti come “Una montagna di aiuti” per l’ex Jugoslavia, “Vogliamo la luna” in Romania, il Gaom in Etiopia. “La Cina condiziona il mercato globale”, ha proseguito il sindaco, “e questo fattore determina le scelte politiche di molti”.
Il presidente della Casa del Tibet, Stefano Dallari, si è detto particolarmente emozionato nel venire a Castelnovo, paese che possiede il più bell’altare del mondo: la Pietra di Bismantova.
Ha introdotto la sua testimonianza l’inno tibetano, suonato per l’occasione da Lawang Donhup; inno, ricorda Dallari, per l’esecuzione del quale molti tibetani di Lhasa hanno perso la vita. E’ seguita la consegna della bandiera tibetana nelle mani dell’autorità cittadina ed a Umberto Casoli, amministratore della minoranza locale, a titolo personale. Sarà esposta in Municipio ed in via Roma.
Premesso che la serata, oltre alla connotazione divulgativa sui soprusi e le brutalità che vengono reiteratamente praticate in Tibet dalle truppe di occupazione cinesi (500.000 unità), è stata soprattutto l’occasione per raccontare le esperienze personali di Dallari, corre l’obbligo di avvertire come questo articolo non renda giustizia al clima che si era creato. Non è dato descrivere lo stato d’animo con il quale è stata accolta la testimonianza di Lamu Dolmo, giovane tibetana che ha visto amiche subire l’aborto coatto e la sterilizzazione forzata (pratica diffusa sulle donne tibetane; il genocidio ha molteplici sfaccettature).
La partecipazione emotiva da parte del pubblico era palpabile e Dallari ha “avvertito” che sicuramente si sarebbe commosso nel commentare le immagini, girate da lui stesso in Tibet, che sarebbero state proiettate e nel raccontare le sue esperienze.
L’intervento di Casoli, ha avuto lo scopo di illustrare la recente storia del Tibet, della sua occupazione nel 1950 da parte dell’esercito della Repubblica Popolare Cinese e della fuga del suo capo spirituale, il 10 marzo del ‘59 (vedi qui nostra scheda sulla storia del Tibet).
L’assessore Mola ha passato la parola per – per così dire – “par condicio” al consigliere Luigi Bizzarri, che ha preferito non affiancarsi al tavolo della rappresentanza della comunità castelnovese e che dalle fila del pubblico ha limitato il suo intervento ad una nota polemica sulla medesima (par condicio) sottolineando che la serata non aveva connotazioni politiche.
Dallari ha concluso la sua esposizione chiedendosi/ci come fanno i tibetani a dimostrare ancora in modo non violento dopo cinquant’anni di occupazione. La risposta dei tibetani – continua – è la compassione: “I cinesi non sono cattivi, ma ignoranti, dobbiamo compatirli”. Crediamo che a noi occidentali venga spontaneo domandarsi come sia possibile sperare in una vittoria morale quando ad essa vengono opposti ottusità, predominio e fucili.
Al termine l’assessore Mola ha invitato i presenti ad esporre opinioni ed idee. Sono emersi suggerimenti a supporto della causa tibetana come l’intitolazione di una via ai martiri di Lhasa (realizzata a Reggio Emilia), una marcia, il gemellaggio con il Tibet volto alla salvaguardia della sua cultura tramite la custodia (temporanea, fino a una indipendenza che ne garantisca la tutela) di opere d’arte che vengono distrutte dai militari cinesi. Questo suggerimento è stato accolto da Stefano Dallari cui piacerebbe portare una campana tibetana a Castelnovo ne’ Monti perchè anche qui si oda il rintocco della pace e della non violenza. Ha avanzato anche la proposta di un concerto per il Tibet ai piedi della Pietra coinvolgendo il nostro cantante Strabba. Ultima proposta è stata una processione, mettendo a fianco del Tibet la nostra radice cattolica – colla quale condivide ideali di pace e fratellanza – nella quale tutti possono identificarsi senza perdere la propria individualità.
La serata, molto partecipata ed interessante, durata circa due ore, si è conclusa con i saluti ed i ringraziamenti degli oratori, a cui sono seguite le note di un canto tibetano di commiato eseguite dal flautista Lawang Donhup.
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Per maggiori in formazioni sul Tibet o per suggerire iniziative volte al sostegno della causa tibetana: La Casa del Tibet www.casadeltibet.it;
Stefano Dallari – Pianeta Tibet – ed. Adelphi – prezzo € 14,50;
Fosco Maraini – Segreto Tibet – ed. Corbaccio – prezzo € 39,00.