Gli inquietanti fatti di cronaca legati al bullismo e all’uso delle sostanze non lasciano dormire tranquilli gli adulti, qualsiasi ruolo rivestano nella comunità civile e religiosa. Non sono fenomeni legati solo alla periferia o a quartieri degradati, privi di adeguati servizi sociali.
Gli stessi oratori parrocchiali non sono più isole felici. Nei giorni feriali sono uno dei rari luoghi dove ragazzi poveri e immigrati sono accolti. Mancando di educatori assunti, vivendo sul volontariato, senza sostegno economico da pare delle istituzioni civili, subiscono questi episodi di trasgressione, che investono il mondo giovanile, che trovi nelle “famiglie bene” come in quelle delle nuove e antiche povertà, nella scuola e per strada.
Le trasgressioni sono sempre esistite, in altri tempi erano forse un passo obbligato per diventare adulti responsabili e non più bambini. Oggi si ha l’impressione che si siano superati i limiti per lo smarrimento dei valori di riferimento quali il rispetto di sé e degli altri, del proprio e altrui corpo, la sana voglia di indipendenza dalle cose, dalle mode, da un contesto storico che premia chi vince ad ogni costo, chi imbroglia e se la cava bene, chi sperpera denaro pubblico per i propri interessi, chi manipola l’informazione, chi senza alcuna regola produce e proporre spettacoli TV che si compiacciono della violenza, della mancanza di solidarietà.
Se vogliamo affrontare bullismo e droga, interroghiamoci onestamente su quello che offriamo ai nostri giovani. quali valori, quali scelte e stili di vita vita. Forse i primi ad essere ad essere bulli o a fuggire alla vita siamo noi adulti.