A bordo di un mastodontico camion lungo sedici metri e mezzo e largo quasi tre, ogni domenica sera il Fante di Ligonchio parte dalla sede della ditta nei pressi di Modena diretto a Nord. Numerose le tappe di carico e scarico: Bruxelles, Colonia, Rotterdam, Anversa, Amsterdam, Parigi, Londra.
Il Fante a bordo dell’Iveco Stralis trasporta di tutto, mattonelle, scarpe, piante da giardino, abbigliamento e spesso carichi speciali: diserbanti o colle infiammabili. Interminabili le code ai posti di dogana, snervante la concorrenza straniera.
L’Europa del Nord vista dalle zone industriali delle più importanti città. Se ne potrebbe ricavare una interessante guida turistica. Una volta approdato allo scarico si prospettano giornate di sfibrante attesa perché la merce venga immagazzinata. Ma il Fante, che non demorde, quando è costretto a penare giornate intere per uno scarico, serpeggiando nel traffico caotico alla guida della motrice, si concede qualche puntata in centro città.
Un chilometraggio macinato da far impallidire un aereo di linea. Due milioni di chilometri, cinque volte la distanza Terra-Luna, come percorrere su e giù l’Italia mille cinquecento volte, settecento volte la lunghezza del fiume Nilo.
Tutta quella strada senza mai un graffio al camion, a parte quella volta in Svizzera, complice una retromarcia mal calcolata e il buio della notte, un palo della pubblica illuminazione si nasconde beffardo e sparisce nel punto cieco del retrovisore. Il Fante ingrana la prima e per un centinaio di metri si trascina dietro il palo con il sostegno in cemento che lo ancorava al centro dell’aiola. Niente di grave, considerato che si ha a che fare con un ‘bestione’ che necessita di dodici gomme, diciotto marce e quattro tipi di frenatura per muoversi a pieno carico.