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Occupazione femminile / “Abbiamo capito come sono stati erogati i contributi della Comunità montana… “

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La documentazione richiesta alla Comunità Montana ci ha permesso di capire le modalità usate dalla stessa per erogare i contributi a favore delle assunzioni di personale femminile. Va rilevato, in via preliminare, che mai la Comunità montana ha ritenuto di far conoscere, nè tanto meno proporre, nè ai capigruppo nè al Consiglio comunitario, il regolamento per l’assegnazione dei contributi.

Se qualcuno ha taciuto nel 2006, ebbene è giusto che si sappia che ciò è dovuto alla volontà dell'ente comunitario di non coinvolgere tutte le forze istituzionali e non certo dalla mancanza di attenzione delle forze di opposizione.

A tale scopo assicuriamo una maggior puntualità nel controllo degli atti amministrativi, ad iniziare dall'esigenza di essere informati preventivamente delle delibere di Giunta quando queste riguardano capitoli di spesa pubblica.

Cosi ora non è; anche se questa richiesta è stata ripetutamente avanzata nelle varie sedi istituzionali. A conferma di questa affermazione basta osservare cosa sta avvenendo sulla conferenza economica, proposta dalle forze di opposizione all’inizio della legislatura, e, a detta di chi governa, con tanti incarichi istituzionali, in fase di elaborazione…

Ma sarà la conferenza economica della Comunità montana o della maggioranza dell’ente, sovraccarica di assessori, con cumulo di cariche, falcidiata da dimissioni e spesso appena autosufficiente.

Il medesimo ragionamento deve essere fatto anche per il tema dei contributi alle imprese per incrementare l’occupazione femminile. Merita in tal senso ricordare che i contributi pubblici, quando vengono erogati, debbono sempre essere improntati a criteri e modalità giuste e condivise.

Ricordiamo che:
- parlare di incentivi all'occupazione femminile senza assumere a riferimento la condizione del nucleo famigliare e il relativo reddito negli anni precedenti significa non capire come si interviene sul mercato del lavoro;
- il finanziamento alle imprese non deve essere concesso a teste assunte ma deve avere un parametro oggettivo di riferimento che non può essere diverso da quello del reddito percepito dal lavoratore quando lavora con una scala di valori che va dal 10% della retribuzione lorda per chi ha meno di 50, una percentuale che può salire al 20% per chi ha più di 50 anni di età.

Ricordiamo a tutti che il contributo assegnato è rilevante, pari al totale costo contributivo annuo sostenuto dall’impresa, e che il criterio proposto avrebbe aumentato le imprese beneficiare a favore anche dei benefici assuntivi (quantitativi) per le lavoratrici. Una quota del contributo deve essere assegnato all’incentivo per le assunzioni di persone svantaggiate.

Detto ciò, ricordiamo anche che la regione Emilia-Romagna ha provveduto a mettere a disposizione 15 milioni di euro per favorire l’inserimento al lavoro dei precari, dei disoccupati di lunga durata, genitori con figli a carico e persone svantaggiate. Le domande dovranno essere presentate alla Provincia entro e non oltre il 31 ottobre 2008. Detto ciò e certi d’aver offerto una consulenza gratuita a chi forse avrebbe potuto farne ancor più tesoro se fossimo stati informati preventivamente, riteniamo di essere, indipendentemente da periodo elettorale, persone libere di dire ciò che pensano a voce alta senza la preoccupazione, mai esistita, di ricevere gli applausi da chi governa la Comunità montana.

(Marino Friggeri e Tarcisio Zobbi, Udc)

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Pezzi correlati:
- 135.000 euro alle aziende della montagna per l’occupazione femminile a tempo indeterminato (8 febbraio 2008);
- Finanziamenti per il lavoro delle donne: "La fascia critica e quella dai 25 ai 40 anni". La piccata risposta della Comunità Montana (17 febbraio 2008);
- Occupazione femminile in montagna, interviene Michele Lombardi (7 marzo 2008)